Corpi Liberi, il nuovo film di Fabiomassimo Lozzi, verrà presentato in tre occasioni: il 14 dicembre al Nuovo Cinema Aquila (Roma) e in contemporanea all’AstiInternational Film Festival, poi il 17 dicembre all’Omovies International Film Festival (Napoli).
Il film è prodotto da Inthefilm, Nuvole Rapide Produzioni e Fabiomassimo Lozzi e distribuito da OpenDDB.
Lo spunto
“Non abbiamo slogan per contenere le nostre identità.”
Recita così uno striscione del primo Pride avvenuto nell’università più grande d’Europa, La Sapienza di Roma, nel 2018. Un evento storico, raccontato tra potenti immagini e parole nel documentario Corpi Liberi di Fabiomassimo Lozzi.
Per due anni, il regista ha seguito giovani studenti e studentesse nel percorso di rivendicazione fatto di manifestazioni e festival. Il documentario è innovativo, anarchico, anticonvenzionale e non segue le regole prestabilite dell’estetica e della narrativa.
Lozzi è cresciuto attraversando il 1968 e le sue spinte rivoluzionarie. “La rivolta studentesca, la liberazione sessuale, il femminismo, le prime rivendicazioni omosessuali e tutto quel movimento in avanti iniziato in quegli anni (il divorzio, l’aborto, il riconoscimento del cambio di sesso) erano i segnali di un futuro che credevo alle porte. Noi eravamo l’avvenire che infrangeva tutte le convenzioni, le istituzioni, i perbenismi e le ingiustizie della società borghese in nome dell’amore universale”.
Il regista
Dopo essersi formato a Londra, presso la scuola di cinema fondata da membri dei Monty Python, nel 2005 Fabiomassimo Lozzi contribuisce al documentario collettivo di denuncia Nuovo Cinema Paradosso, presentato al Festival di Venezia.
Nello stesso anno diventa membro dell’Actor’s CenterRoma, con cui realizza il docudrama sperimentale Altromondo. Il film è ispirato ai libri-inchiesta del poeta Aldo Veneziani e viene distribuito in Italia nel 2008 e in Nord America nel 2010.
Nel 2009 il melodramma noir Stare Fuori debutta al Festival del Cinema di Montréal, prima di partecipare a numerosi festival internazionali e vincere per il miglior film e la migliore attrice al Napoli Film Festival 2010.
Nel 2013 il film documentario Nessuno è Perfetto! nato dalla collaborazione con Veneziani, viene presentato in anteprima a Da Sodoma a Hollywood (Festival del Cinema LGBT di Torino) e apre la IV edizione di Divergenti (Festival Internazionale del Cinema Trans di Bologna).
Nel 2014 è fra i registi che realizzano il documentario 25 Ottobre 2014, un film collettivo ideato e coordinato da Francesco “Citto” Maselli, insieme a Giorgio Arlorio, Marco Dentici, Sabina Guzzanti, Cecilia Mangini, Moni Ovadia e molti altri, compreso lo stesso Maselli.
Nel 2016 esce nei cinema Oggi Insieme Domani Anche, documentario collettivo a cura di Antonietta De Lillo, a cui Lozzi contribuisce con il cortometraggio d’indagine L’Amore è una Scarpa Comoda.
Corpi Liberi la trama
“Sono venuto a conoscenza dell’attività di Prisma per puro caso, poche settimane prima che avesse luogo il primo Pride studentesco all’Università di Roma La Sapienza” ha dichiarato Lozzi. “Sono stato profondamente commosso dall’entusiasmo, dall’impegno, dalla militanza e dall’idealismo di quest* ragazz*, che mi hanno conquistato a tal punto da offrire loro il mio contributo, in puro spirito di solidarietà”.
Protagonista di Corpi Liberi è il collettivo studentesco Prisma (qui la loro pagina Facebook e Instagram), nato all’interno del sindacato degli studenti Link.
“Vogliamo provare a rappresentare il prisma di colori di chi vive l’università. Una comunità che vive sottotraccia.”
La comunità LGBTQI+ prende il testimone politico della rivolta di Stonewall, storica protesta del 1969 simbolo della nascita del movimento di liberazione gay in tutto il mondo. Ma i/le giovani di Prisma reclamano l’aspetto rivoluzionario di Stonewall, a lungo dimenticato:
“Che cosa vogliono dire quelle tematiche oggi? Erano discriminati dal punto di vista etnico, perché omosessuali, poveri, trans: questa è una condizione esistenziale e politica.”
Collegano tra loro l’oppressione economica, etnica e di genere, per rivendicare “l’intersezionalità delle lotte”.
Il festival
Il festival fa spazio a conversazioni su diritti dei migranti LGBTQ+, disabilità e sessualità liberata. Un altro elemento interessante è il seminario condotto dalle drag queenKarma B, madrine del primo Sapienza Pride.
Il regista riesce quasi a scomparire dal racconto: si muove a proprio agio tra Pride e corpi colorati, collettivi e rivoluzionari.
“Vedendo il loro caleidoscopico, chiassoso, contagioso corteo sfilare tra i silenziosi e austeri viali della “mia” università” racconta Lozzi, “ho rivisto me stesso alla loro età, ventenne omosessuale spaventato dal dover affrontare un mondo che non contemplava la mia esistenza; ho pensato a come sarebbe stato diverso il mio percorso, la mia vita, se ci fosse stato qualcosa di simile a sostenermi, a farmi sentire accolto e incoraggiato, orgoglioso di quello che ero e sono”.
Corpi Liberi in rivolta
“Aprite le gabbie!” recitava uno slogan molto popolare alla fine degli anni ’60. Lo stesso concetto potrebbe andare bene per un corteo organizzato da Prisma, anche se sarebbe rettificato in “Aprite i corpi!”.
Lozzi insiste: “Attraverso la liberazione dei nostri corpi dalle convenzioni, dai pregiudizi, dalle religioni, dalla morale e dal controllo esercitato dal potere, dalla società e dalla cultura contemporanea che si può sviluppare un essere umano più auto-consapevole e in armonia con sé stesso”.
D’altra parte, sono le ragazze e i ragazzi di Prisma a ripetere – per strada, o nelle aule universitarie – che “il corpo è uno strumento potente, è un materiale rivoluzionario.”
Gli obiettivi sono tanti: cambiare il mondo dell’istruzione dando spazio alle storie sulle persone LGBTQI+ per formare cittadine e cittadini migliori, rinnovare il linguaggio contro il sessismo del maschile, avere un’università gratuita e di qualità e infine rovesciare la società capitalistica.
“Il Pride nasce rivolta e deve essere rivolta perché è una società sessista e patriarcale. Per questo combattiamo contro l’eteropatriarcato machista e contro il capitalismo.”
Un comune obiettivo
Il punto d’arrivo di Corpi Liberi è il comunismo queer, per una società liberata. Il pantheon di riferimento è ampio: da Judith Butler a Engels, da Luce Irigaray fino a Mario Mieli, passando per il subcomandante Marcos e i curdi del Rojava.
“Siamo di fronte a una battaglia culturale e generale che investe tutta la società, e possiamo portarla avanti solo se capaci di incrociare le nostre lotte con quelle delle donne, dei migranti, di tutti i soggetti che oggi vivono in condizioni di subalternità e marginalità e di coloro che oggi vengono relegat* ai margini perché fuori-norma, portando avanti un’ottica pienamente intersezionale, anti-fascista, anti-sessista, anti-razzista e contro ogni forma di omobitransfobia.”
In definitiva, il documentario rimette in agenda le prossime sfide del mondo che verrà.
Trailer
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