Presentato al Festival dei Popoli (qui il programma) The Police Estate, nome internazionale de La cité de l’ordre, é il quinto documentario di Antoine Dubos.
I protagonisti sono alcune reclute della polizia francese, impegnate in simulazioni d’addestramento più o meno dure. Una premessa che incuriosisce, ma non tutto nel film funziona a dovere.
La città dell’ordine
The Police Estate si apre con l’arresto di un uomo colpevole di violenza domestica, il primo di tanti episodi che scandiscono il film. L’ambientazione principale è la città dell’ordine che dà il titolo all’opera, ovvero una cittadina ricostruita con strade, negozi e abitazioni ad uso esclusivo per l’addestramento delle reclute.
I futuri poliziotti sono protagonisti di simulazioni di contesti sempre più rischiosi: auto rubate, violenza domestica, gestione di individui armati e manifestazioni violente.
Dubos gestisce la macchina da presa con rigore, muovendola raramente e dimostrando una certa eleganza nella regia. La narrazione progredisce attraverso prove sempre più al limite, intervallate da alcune pause molto suggestive che garantiscono al documentario un maggior respiro. Dubos mostra uno sguardo elegante e una grande capacità nella composizione delle immagini, esaltate da un commento musicale composto da azzeccate tracce elettroniche dal sapore ambient.
La polizia vista da lontano
Dubos sceglie di trattare l’argomento del suo documentario in modo estremamente distaccato. Non c’è mai un reale coinvolgimento emotivo dello spettatore, poiché non entriamo mai davvero in contatto con i protagonisti.
La freddezza della regia non consente mai al film di emozionare, anche perché la bellezza delle immagini non è accompagnata da un vero focus narrativo. La scelta di seguire tutte le reclute (quindi nessuna) fa sfociare questo lavoro nel voyeurismo più che nel documentario.
Sarebbe forse ingiusto parlare di un lavoro malfatto, ma The Police Estate ha il sapore dell’occasione sprecata. Dubos è dotato di uno sguardo raffinato, ma il suo distacco dalle vicende umane fa perdere forza al lavoro.
The Police Estate risulta un film dalle premesse più che interessanti ma che, almeno in parte, sono state disattese.
Per approfondire il contesto del Festival dei Popoli potete leggere l’intervista fatta ad Alessandro Stellino, direttore artistico della manifestazione.