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In Sala

‘Polvere’ Antonio Romagnoli racconta la violenza psicologica

Un uomo e una donna si confrontano, ma è davvero un confronto?

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polvere antonio romagnoli

Due ottime interpretazioni sono il centro e al centro di Polvere, lungometraggio di Antonio Romagnoli. Prodotto e distribuito da Il Varco, il film è interpretato da Saverio La Ruina e Roberta Mattei (Non essere cattivo). Dal 25 ottobre al cinema.

La trama di Polvere di Antonio Romagnoli

Il film racconta la storia di un uomo e una donna. I due si incontrano, si piacciono e finiscono con lo stringere una relazione. Lei ignora, però, che quel legame amoroso si trasformerà in un vero e proprio incubo. Giorno dopo giorno, infatti, la donna viene sottoposta a una vera e propria violenza psicologica. Essa si accumula, a poco a poco con il passare del tempo, ma, contemporaneamente, viene anche “nascosta” come la polvere sotto i tappeti.

polvere antonio romagnoli

Una violenza subdola

La rappresentazione visiva della frase Ferisce più la lingua della spada. Ecco quello che è e che vuole mostrare Polvere di Antonio Romagnoli. Un film che mette in atto una violenza psicologica forte e pesante consumata all’interno delle mura domestiche, intese anche come luogo di sicurezza. La donna ripone tutta la sua fiducia nel compagno che pensa di amare, prima di scoprire che questi, invece, ha ben altri progetti per lei. Un amore subdolo e malvagio che va ben oltre l’ordinario.

La tecnica in continua evoluzione di Polvere di Antonio Romagnoli

Per seguire lo sviluppo della violenza psicologica perpetrata dall’uomo nei confronti della donna, l’autore, attento a cogliere ogni sfumatura dei due protagonisti, utilizza una tecnica molto particolare. Le prime sequenze sono costantemente interrotte da stacchi che mostrano lo schermo nero. Questo prima di spostarsi in un altro ambiente che accoglie comunque sempre e solo loro due. L’attenzione nel seguirli diventa sempre più precisa e “morbosa” con il procedere della narrazione. Allo stesso modo, anche i colori cambiano. Se all’inizio vengono impiegati, anche per presentarci i personaggi, col passare del tempo si attenuano, fino quasi a spengersi. Diventa tutto un gioco di luci e ombre, con la prevalenza di queste ultime.

Un crescendo continuo

È inevitabile provare rabbia, sincera e autentica, davanti a Polvere di Antonio Romagnoli. Quello che inizialmente può essere visto come un “dibattito” diventa, a lungo andare, un litigio e una violenza a tutti gli effetti. Non è un caso che in una delle sequenze iniziali i due si confrontino (per un’inezia: lo spostamento di una sedia) uno di fronte all’altro come se fossero in un tribunale, quasi sullo stesso livello. Con il procedere della “violenza”, però, l’uomo prende il sopravvento, fisicamente e non solo. È sempre lui in primo piano, è sempre lui a sovrastare, fatta eccezione per il momento in cui la sofferenza della donna è al centro. E tutto si conclude, nella sequenza finale, con la sola presenza fisica di quella che è, sotto tutti i punti di vista, la vittima. Lui non c’è, è presente solo con la voce al telefono. Anche perché lui ha la possibilità di uscire dal carcere delle mura domestiche, mentre lei ne è sempre più schiacciata all’interno.

Regia e interpretazioni quasi teatrali

Una grande regia quella di Antonio Romagnoli che, con il suo Polvere, confeziona un film semplice e complesso, in grado di aprire tutta una serie di riflessioni come una matrioska. Oltre alla regia e al comparto tecnico, va evidenziato il lavoro potente dei due interpreti principali: Saverio La Ruina e Roberta Mattei. Senza l’aiuto di elementi spaziali e temporali ben definiti, senza l’appoggio di elementi secondari o di altri personaggi, riescono a dar vita a un uomo e una donna, purtroppo, più che credibili. Le interpretazioni, che in qualche modo richiamano il teatro, sono autentiche e vere. Dagli sguardi e dai volti, spesso silenziosi, si riesce a percepire la violenza, perpetrata e subita.

Chi è la vittima e chi è il carnefice in Polvere di Antonio Romagnoli?

Sembra chiaro e lampante da che parte schierarsi. Si comprende bene chi è la vittima e chi il carnefice in senso stretto. Eppure la chiusura, sia della telefonata che dell’inquadratura e del film stesso, sembra “lasciare la porta aperta”. Allo spettatore tocca il compito di riflettere su quanto ha appena visto e ascoltato. La telefonata, culmine di un crescendo di emozioni e non solo, è davvero la goccia che farà traboccare il vaso? O le lacrime della donna sembrano indicare altro?

La locandina ufficiale

polvere antonio romagnoli

Le dichiarazioni del regista

Ecco quello che ha affermato Antonio Romagnoli a proposito del suo Polvere: «La polvere a cui si allude nel titolo fa riferimento alle piccole violenze psicologiche che avvengono all’interno di una coppia e che, accumulandosi, danno origine a una violenza più grande e, seppur non subito tangibile, ancora più dannosa di quella fisica. Fa notizia, e di conseguenza percepiamo maggiormente rilevante l’episodio estremo di violenza. La fa meno quello sottostante, incerto, facilmente sfuggente e occultabile sotto al tappeto, come la polvere».

Il film, come detto, ha debuttato nei cinema d’Italia con l’anteprima al Nuovo Aquila di Roma il 25, 26 e 27 ottobre. Per quest’ultimo giorno è previsto un incontro col pubblico alla presenza del regista Antonio Romagnoli e dell’attrice Roberta Mattei, moderato da Mimmo Calopresti.

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Polvere

  • Anno: 2020
  • Durata: 75'
  • Distribuzione: Il Varco
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Antonio Romagnoli
  • Data di uscita: 25-October-2021