“In un presente pervaso da episodi di violenza sessuale, Mitchell Lichtenstein, il figlio della Pop Art, rispolvera l’atavica fobia della castrazione maschile con un “taglio” tragicomico”.
In un presente pervaso da episodi di violenza sessuale, Mitchell Lichtenstein, il figlio della Pop Art, rispolvera l’atavica fobia della castrazione maschile con un “taglio” tragicomico.
Basandosi sul mito della vagina dentata, una tesi diffusa in diverse culture nonché oggetto d’interesse dello stesso Freud, confeziona un horror-comedy che lancia un irriverente sguardo sulla società americana del “Silver Ring Thing”. Dawn (Jess Weixler) è la giovane liceale protagonista di questo teen movie, in apparenza innocuo, la quale comprende di possedere dentro di sé un’arma letale soltanto durante uno stupro. L’immane scoperta crea in lei un cambiamento che la trasforma da convinta attivista per la tutela della verginità a vendicatrice spietata che non esita ad utilizzare questo potere pur di proteggere la propria integrità. A farne le spese, fra gli altri, sarà anche il fratellastro Brad (John Hensley) l’inquieto adolescente visto nella serie Nip/Tuck il quale aggiungerà al film anche il tema dell’incesto. Ma qual è il confine tra abuso/abusato, necessità/capriccio, fra vittima e carnefice? Di certo per capirlo dovremo guardare fino alla fine senza chiudere gli occhi.
Positivo, dunque, l’approccio narrativo che evidenzia, come per le “genesi degli eroi”, un’atmosfera carica di quiete e sofferenza dove spicca l’interpretazione della Weixler, migliore attrice al Sundance Festival 2007. Il film, insomma, si difende “con i denti”, ritagliandosi il proprio spazio e lasciandone uno per decantare, in chiave allegorica, la donna ed i cambiamenti che ne hanno reso possibile l’ascesa nella società.
G. M. Ireneo Alessi
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