Rosa è una donna abituata a mettere sempre al primo posto i bisogni degli altri, della sua famiglia, le questioni legate al lavoro, senza curarsi mai dei propri bisogni e delle proprie necessità. Così decide di invitare il fratello e la figlia nel paese di origine di sua madre come testimoni del suo matrimonio. Ma non ci sarà nessuno sposo: Rosa si sposa con se stessa. Non sarà facile, però, riprendere il controllo della propria vita.
Il Matrimonio di Rosa è candidato a otto premi Goya.
Il matrimonio con se stessi
La pratica di sposare se stessi è ciò che permette alla regista di approfondire il tema importante della conoscenza di sé.
Spesso siamo tutti troppo persi dietro le vite degli altri al punto da dimenticare totalmente la nostra stessa vita. Ne Il Matrimonio di Rosa si cerca di rimettere al centro la propria esistenza. Icíar Bollaín lo fa dirigendo una commedia femminista: osserva il mondo femminile, fatto di donne che spesso vengono “da una cultura secolare in cui devono compiacere e prendersi cura degli altri, provvedendo ai loro bisogni mettendosi al secondo posto”. Questo chiaramente vale anche per gli uomini, sottolinea la regista, ma trova nelle donne la maggiore propensione a spostare l’attenzione costantemente sugli altri.
Spesso questi altri sono i membri della famiglia, come avviene ne Il Matrimonio di Rosa.
Qui si innesta il secondo tema principale del film di Bollaín: la difficoltà, già insita nel ricominciare tutto da zero, di gestire le persone che gravitano attorno alla vita di ognuno e che interferiscono con questo lavoro di ripartenza da sé.
“Ci sono molte Rosa tra noi, nella nostra routine quotidiana, e ognuno di noi ha dentro una parte di Rosa. Conoscere ciò che vogliamo veramente e non rinunciarci mai, è uno dei compiti più difficili che tutti affrontiamo nella nostra vita, e che spesso non riusciamo a realizzare.”
(Icíar Bollaín)
Icíar Bollaín
L’idea del film
Lo spunto per iniziare le ricerche per girare Il Matrimonio di Rosa viene da un articolo di giornale letto dalla regista insieme ad Alicia Luna, la co-sceneggiatrice. È
un articolo che fa riferimento al “solo-wedding”, che in Giappone è una pratica estetica, più che psicologica. Le donne dimostrano, sposandosi da sole, di poter avere diritto a una giornata da sogno e di poter fare belle foto anche senza avere un uomo al loro fianco.
Ma nel resto d’Europa, Spagna inclusa, si è diffusa la stessa usanza tra le persone desiderose di cominciare a impegnarsi con se stesse.
Così, da sole o con la compagnia di parenti e amici, celebrano il matrimonio in solitaria con tutti i simboli rituali del classico matrimonio di coppia: non solo fotografie, ma anche anello, abito e luna di miele.
Qui il trailer de Il Matrimonio di Rosa:
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