La misteriosa accademia dei giovani geni: la recensione della bella serie su Disney Plus

La Misteriosa Accademia Dei Giovani Geni è una serie originale Disney Plus rilasciata con cadenza settimanale  dal 25 giugno e composta da otto episodi.

Il misterioso mister Benedict raggruppa, dopo un’accurata selezione, quattro ragazzini: l’obiettivo è quello di fronteggiare l’Emergenza, evento catastrofico che si sta abbattendo sul mondo. Dovranno quindi infiltrarsi in un altro istituto, il VIVI, e sventare la minaccia di livello mondiale…. e solo loro sembrano destinati a poterlo fare.

Prendete gli X-Men (che nonostante siano assenti dall’MCU, sono fonte di ispirazione per buona parte della serialità contemporanea non supereroica), un po’ di Umbrella Academy by Netflix e la composizione cromatica legata al gusto per l’inquadratura di Wes Anderson: le dosi non sono facili da bilanciare, ma se si fa attenzione ecco che il risultato è La Misteriosa Accademia Dei Giovani Geni.

E benché la serie originale Disney sembri essere un prodotto tipicamente young adult, bastano le prime immagini del primo episodio, anche solo l’antefatto prima della (bella) sigla, a parlare chiaro e a dire che il prodotto non è né tirato via né semplice o semplicistico, ma vera e propria boccata d’aria fresca per un’opera che nello stesso tempo recupera la freschezza e l’ingenuità dell’infanzia ma anche la stratificazione di significato destinata ad un pubblico più smaliziato e scafato.

L’adattamento del primo libro della tetralogia di best seller di Trenton Lee Stewart riesce a parlare ad un pubblico trasversale evitando le trappole tipiche del genere: scansa infatti ogni tipo di retorica e buonismo, svetta per originalità e stupisce per la leggerezza sofisticata e intelligente, così per come accentua e stimola lo spirito critico di chi vive la storia.

Come in ogni prodotto di qualità che si rispetti (specialmente oggi, in un panorama seriale così affollato e concorrenziale), i due creatori Matt Manfredi e Phil Hay mettono insieme tutto quello che deve essere la buona televisione, raccontando anche cose non banali. Come la necessaria e cinica constatazione che oggi anche i bambini subiscono gli effetti di una società che ti spinge verso una competizione distruttiva in cerca della prestazione perfetta.

In questo modo, The Mysterious Benedict Society saccheggia a man bassa clichè del genere avventuroso, ma li declina in maniera eccentrica e non vezzosa, originale ma mai forzata, restituendo un racconto veloce e colorato, pieno di sfumature (per chi le vuole cogliere) e inserti grafici immaginifici, attori perfetti (non si può non sottolineare la presenza di una strepitosoa Kristen Schaal) e una scrittura arguta e sottile, che sa quando essere prevedibile -all’inizio, per accompagnare poi lo spettatore in medias res– e sbizzarrirsi dopo, scorrazzando tra colpi di scena e misteri affascinanti, personaggi a tutto tondo e dribblando, come si è detto sopra, tutti gli stereotipi dell’intrattenimento under 18.

Addirittura: il nucleo fondante della trama (una non meglio specificata, all’inizio, Emergenza) porta dietro di sé una scia di suggestioni ed emozioni che non possono che riportarci, in maniera lieve ma non superficiale, a quanto vissuto negli ultimi due anni: sdoganando, attraverso l’utilizzo di bambini come protagonisti, qualcosa di cui troppo spesso sembra dover vergognarsi, ovvero il diritto ad aver paura.

Sono allora questi improvvisi e inattesi lampi di critica sociale che convincono più di tutto, sapientemente incastrati tra i rivoli narrativi di una storia che prende il sapore -e il colore- della fiaba ma alla fine vince: per aver trattato con intelligenza e delicatezza temi considerati troppo “adulti” per essere inseriti nell’audiovisivo dichiaratamente young.

Proprio come scovare una perla la dove non avremmo mai pensato di poterla o doverla cercare.