IL 29 maggio scorso è uscito nelle sale del Regno Unito, ma prossimo ad una distribuzione internazionale, il documentario musicale diretto da Ajoy Bose e Peter Compton dal titolo The Beatles and India. Prodotto da Reynold D’Silva per Silva Productions Limited / RenoirPictures e distribuito da Abacus Media Rights.
Il film è la cronaca della singolare e duratura storia d’amore tra la celeberrima band di Liverpool e l’India. Rari filmati d’archivio, fotografie e testimonianze oculari, insieme a riprese in location in tutta l’India, danno vita all’affascinante viaggio di George, John, Paul e Ringo, dalle loro vite sull’Olimpo della fama in Occidente a un remoto ashram himalayano in cerca di spiritualità e beatitudine.
Disintossicarsi dal successo
Nel 1968 infatti, forse a causa della loro enorme popolarità e successo, i Beatles si trovarono spiritualmente esausti.
Paul McCartney in seguito ha ricordato:
«Siamo stati i Beatles , il che è stato meraviglioso. Avevamo cercato di non montarci la testa e stavamo andando abbastanza bene. Ma penso che in generale ci fosse una sensazione di: ‘Sì, beh, è fantastico essere famosi, è bello essere ricchi, ma a cosa serve?’»
Il gruppo ha cercato di trovare la risposta attraverso il maharishi, cioè il saggio, Mahesh Yogi, leader del movimento di Meditazione Trascendentale. L’incontro con il guru portò a una visita all’ashram, il luogo di meditazione di Mahesh Yogi, a Rishikesh nel febbraio 1968, cosa che divenne un importante evento mediatico. L’esperienza indiana non solo ha portato ai Beatles un risveglio spirituale attraverso la meditazione, ma si è rivelata uno dei loro periodi più creativi: secondo quanto riferito, hanno scritto 48 canzoni, la maggior parte delle quali sono finite in The Beatles (noto anche come White Album), pubblicato nello stesso anno. Il soggiorno di tre mesi pianificato dalla band nell’ashram fu interrotto, tuttavia, a seguito di accuse di cattiva condotta sessuale a carico del maharishi Mahesh Yogi.
«Abbiamo fatto un errore lì. Crediamo nella meditazione, ma non nel maharishi e nella sua scena. Pensavamo che fosse qualcosa di diverso da quello che era»
ha detto Lennon in seguito.
Dell’esplosione senza precedenti di creatività di quel periodo, e del numero sorprendente di canzoni della band ispirate all’India, ne dà un assaggio la pubblicazione di un album di 19 cover ispirate al film dal titolo ‘The Beatles and India: Songs Inspired by the Film’ che accompagnerà la diffusione internazionale del documentario.
La cover di India, India di John Lennon eseguita da Nikhil D’Souza.
The Beatles and India è la prima seria esplorazione di come l’India abbia contribuito a plasmare l’evoluzione dell’iconica band e di come abbia contribuito a collegare due culture molto diverse.
Presentato già a numerosi festival internazionali The Beatles and Indiaha vinto il premio del pubblico e quello per le musiche all’UK Asian Film Festival.
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