Con il trailer nella sezione extra, CG Entertainment (www.cgentertainment.it) porta in dvd Se c’è un aldilà sono fottuto di Simone Isola e Fausto Trombetta. E il sottotitolo parla chiaro: Vita e cinema di Claudio Caligari. Perché è di questo che si tratta. Un viaggio alla scoperta di colui che, prematuramente scomparso a sessantasette anni, ha costruito la propria trentennale carriera cinematografica su tre soli lungometraggi di finzione. Se escludiamo i suoi primi documentari a sfondo politico-sociale come Parte bassa, di cui viene mostrato anche qualche frammento. Colui che, con Pier Paolo Pasolini sempre a portata di citazione e il desiderio perenne di raccontare gli ultimi sullo schermo, era una persona complicatissima.
Una persona propensa ad una solitudine che, probabilmente, non disprezzava del tutto. Una persona che Maurizio Calvesi, direttore della fotografia del suo ultimo film, descrive come individuo dal modo di essere asciutto e con poche parole.
Quel suo ultimo film che è stato lo splendido Non essere cattivo, distribuito postumo nel 2015 e le cui tappe della lavorazione costituiscono buona parte di quest’opera. Man mano che i protagonisti Luca Marinelli, Alessandro Borghi, Silvia D’Amico, Roberta Mattei e Manuel Rulli prendono la parola insieme ad altri componenti della troupe. Dal montatore Mauro Bonanni agli sceneggiatori Francesca Serafini e Giordano Meacci, fino all’autore della colonna sonora Paolo Vivaldi e all’assistente alla regia Simone Spada. Ma è nell’Ottobre 2014 che apre Se c’è un aldilà sono fottuto. Quell’Ottobre 2014 in cui Valerio Mastandrea, che sotto regia caligariana interpretò L’odore della notte, lesse una particolare lettera nella sede del quotidiano Il Messaggero.
Una lettera aperta rivolta al Maestro della Settima arte Martin Scorsese nell’intento di portarlo a conoscenza della situazione di Caligari. Situazione di un cineasta da sempre outsider ignorato dai produttori e allora fermo alla sua opera seconda, datata 1998. Quindici anni dopo il discussissimo esordio Amore tossico, interpretato da veri dipendenti dalle droghe e dei quali troviamo qui interpellati alcuni. Tra questi, lo scomparso Roberto Stani, la Pamela Schettino che fu nel film Er Donna e Michela Mioni. Che racconta delle iniezioni di acqua distillata nella finzione scenica e del fatto che ogni mattina il medico personale di Marco Ferreri portava il metadone sul set.
Mentre non mancano neppure filmati del Cesare Ferretti che morì di AIDS solo sei anni dopo le riprese della pellicola. Oltre a curiosità cinefile, vecchie fotografie in bianco e nero e progetti lungamente preparati ma mai realizzati.
Inclusi Anni rapaci e una produzione riguardante le baby squillo. Senza contare interventi di Marco Risi, degli attori Marco Giallini, Giorgio Tirabassi, Emanuel Bevilacqua e Francesca d’Aloja. E ancora il giornalista e critico cinematografico Fabio Ferzetti e il pittore e musicista Nicola Pankoff. Sebbene una delle testimonianze maggiormente preziose sia indubbiamente quella offerta dall’anziana mamma Caligari, Adelina Ponti. Mamma che parla di un figlio timido, abituato a vivere con poco e umilmente, all’insegna della sua grandissima passione nei confronti della celluloide. Arricchendo ulteriormente il molto materiale inedito che rende Se c’è un aldilà sono fottuto un interessante e giustamente commovente omaggio. Un atto dovuto ad un talento che, sempre ostacolato, si è dovuto accontentare di aver regalato al pubblico un autentico trittico di gioielli. A causa di un sistema marcio tutto italiano destinato a sfornare, di giorno in giorno, invece, tonnellate di mestieranti incapaci di svolgere il loro compito.