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Focus Italia

Di notte sul mare: dalla burrasca al mare calmo della vita

Il primo film diretto da Francesca Schirru racconta le difficoltà del mondo dei ragazzi stretto tra il dover fare i conti costantemente con un violento mondo adulto e con i propri sogni.

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Di Notte sul Mare è un film breve, prima opera scritta e diretta da Francesca Schirru, con Angela Curri, Nicolas Orzella, Domenico Fortunato, prodotto da Cesare Fragnelli, Altre Storie in collaborazione con Rai Cinema. Disponibile dal 29 aprile su RaiPlay.

Dagli abissi delle nostre storie un film che riporta in superficie i sogni di ognuno di noi.

Guarda il trailer e leggi altri approfondimenti di Sandra Orlando.

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Di notte sul mare

Monica e Mattia sono due ragazzi diciottenni che cercano la strada per rimettere in equilibrio le loro vite segnate da episodi violenti di cui sono stati protagonisti, ma l’equilibrio che trovano è molto fragile e verrà presto messo a dura prova.

È in realtà una storia in cui si tende all’equilibrio, tutti i personaggi sono in cerca di un equilibrio. Ognuno a suo modo. Per i due ragazzi, Monica e Mattia, l’equilibrio è la felicità. Già Mattia ha scelto di trasferirsi dalla Puglia, dove è ambientata la storia, a Milano. Ma non sembra avere completamente trovato quello che cercava. Il suo legame con la terra di origine è anche forzato da un episodio che gli costa l’odio del padre di Monica, un malavitoso locale, anche padre della sua ragazza: Monica. Lei ha scelto di restare, di lavorare nel ristorante del padre. E di amare Mattia. La sua felicità è quella: amare il ragazzo che la fa sognare. E così l’intreccio drammatico si snoda lungo il film. Un film breve. Tutto ambientato sul mare.

Il mare e l’amore

Il mare rappresenta lo sfondo generale della vicenda narrata in “Di notte, sul mare”. È sempre presente fin dai titoli di testa, prima che le immagini comincino a presentarsi sullo schermo. Il mare è il richiamo costante per i personaggi che non riescono, nonostante tutto, ad abbandonarlo, è il luogo in cui avvengono gli episodi principali del film. Una presenza costante e non può che rimandare a Moby Dick di Melville, riferimento non casuale, per questo lavoro, della regista Francesca Schirru.

Oltre al mare c’è l’amore. È questo l’altro pilastro portante del film. L’amore tra i due protagonisti è un amore complicato, da tanti fattori. È però un amore incondizionato. Monica dimostra una grande forza e capacità di amare: insuperabile in questo aspetto la potenza del film. “La sua storia rappresenta per me il ‘coraggio delle donne’: lottare con tenacia e gentilezza per cambiare il mondo”. Così la regista, Schirru. E il mondo, Monica e Mattia, provano a cambiarlo soprattutto grazie all’amore. “Omnia vincit amor”. Anche nel finale troviamo, dopo una ellissi che segue un importante colpo di scena, il più grande riferimento all’amore che muove il film e il mondo dei personaggi principali.

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“Perdonami”.

“Lasciami amare Mattia”.

La fotografia e la regia

Il mare non fa da sfondo solo all’amore, ma le vicende sono di varie tonalità, anche molto cupe. La messa in scena favorisce sicuramente le scene notturne, ma anche la fotografia, firmata da Giorgio Giannoccaro, evidenzia con caratteri contrastanti questo aspetto: spesso l’illuminazione mette insieme colori caldi e freddi. E tutto il film si gioca, anche narrativamente, su questa dicotomia.

La macchina da presa della Schirru, invece, è sempre mobile. Anche quando le immagini sembrano fisse c’è sempre un micro movimento che la fa sentire. È l’occhio del narratore, ma è anche lo sguardo dello spettatore che viene così trascinato dentro gli eventi per osservarli da vicino, per partecipare con i propri dolori agli episodi, rispecchiando un po’ il lavoro che gli attori hanno raccontato di aver fatto lavorando proprio sulle tecniche di recitazione che coinvolgono il passato dell’attore stesso. Così è per lo spettatore.

La Puglia e le periferie italiane

La regista chiarisce che l’ambientazione è pugliese, ma che la vicenda può essere rivissuta da tutti quelli che abitano le periferie delle città e infatti questo è il lavoro lasciato alla lettura dello spettatore. Il film fa vibrare quelle corde che non solo chi vive in una città di mare, o vive il mare, riesce a sentire, ma chiunque abbia conoscenza e esperienza dei problemi delle periferie. La voglia di libertà, la voglia di vita, la voglia di amare, la voglia di fuggire, talvolta: tutti sentimenti che dal profondo degli abissi del vissuto risalgono in superficie alla visione del film. Suona come un invito a non abbandonare i propri sogni, piccoli o grandi che siano, anche nelle circostanze apparentemente più insormontabili. Mai tutto è perduto e mai fuggire vuol dire dimenticare: il proprio passato, le proprie ferite, i propri sogni, gli odori, i sapori e i profumi delle nostre terre di origine.

Francesca Schirru firma la sua prima opera, contenitore di tutti questi messaggi in bottiglia, si potrebbe dire, dopo aver studiato la danza ed essere approdata al mondo del cinema per esempio proprio con Domenico Fortunato quando nel 2017 segue come delegato di produzione le lavorazioni del film “Wine to love”, opera prima di Domenico Fortunato, e nel 2020 come coautrice in “Bentornato Papà”.

La violenza e il silenzio

Uno dei temi portanti in “Di notte, sul mare” è il rapporto tra i giovani e la violenza che viene messo in prospettiva dalla regista in termini di relazione quotidiana tra le due cose:

“Il rapporto con il mondo violento è centrale in questa storia e credo riguardi moltissimo i giovani che devono fare tutti i giorni i conti con questo contesto violento, in tutte le forme, anche sul web”.

Il film è poco dialogato, le battute riservate agli attori dalla sceneggiatura sono scarse, il silenzio della voce, mai quello del mare e dell’ambiente, è un altro protagonista del film. “Il lavoro che è stato fatto è sull’intensità”, sostiene Arianna Gambaccini che nel film interpreta Anna. “Il cinema è il non detto”, sottolinea anche il produttore Fragnelli insieme a Domenico Fortunato: “il silenzio è il cinema, e il personaggio di Nunzio parla poco perché deve essere rispettato e lavora sullo sguardo. Ci sono momenti in cui non c’è bisogno di parlare tanto”.

Il montaggio e il sapore del mare

Per quanto riguarda il montaggio, in “Di notte, sul mare” centrale è il montaggio alternato, a sottolineare le varie dicotomie presenti all’interno del film: la poesia e il dramma, i giovani e gli adulti. Lo stile del montaggio alternano sottolinea questa dimensione dicotomica del film. La regista Schirru racconta a Taxidrivers, riflettendo sul tema insieme a Carlo Cerofolini, della valenza fortemente duale del film: “c’è il contrasto tra la violenza del mondo degli adulti e la dolcezza e l’amore del mondo dei ragazzi, nello stesso luogo in una sola notte. Il montaggio alternato mi ha permesso di trasmettere la convivenza di questi due mondi, sotto la stessa notte. Il mare è fotografato in modo romantico, poi si arriva sulla terra che ha una inquietudine di fondo, ma è anche un luogo romantico e di felicità”.

Un film in cui si soffre molto con i personaggi protagonisti, ma si vive intensamente anche i loro sogni e la voglia di farcela e lascia il sapore ricco di salsedine della forza con cui ogni giorno si può superare qualunque ostacolo la vita ci metta davanti, lasciare il mare burrascoso per approdare ad un mare calmo che ci può cullare anziché scuoterci.

 

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Di notte sul mare

  • Anno: 2021
  • Durata: 33'
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Italiana
  • Regia: Francesca Schirru