Servant è una serie tv disponibile con le sue due stagioni sulla piattaforma Apple TV.
La storia segue Dorothy e Sean, due genitori che assumono una tata per accudire una bambola reborn. La bamnbola è servita a riportare Dorothy ad una parvenza di normalità dopo la morte del figlio Jericho, che la aveva portata ad uno stato catatonico.
Col passare del tempo, però, Dorothy inizia a pensare che la bambola sia proprio il bambino scomparso…

Servant era, nelle intenzioni, probabilmente il diamante grezzo della ex novella piattaforma streaming, Apple TV: serie horror di uno dei registi più discussi, amati e odiati dell’ultimo ventennio, M. Night Shyamalan, autore di capolavori altissimi (The Village, Signs) e fregnacce inguardabili (L’Ultimo Dominatore Dell’Aria).
Il regista indiano ha centrato l’obiettivo con la sua opera seconda (Il Sesto Senso) che è stato per lui un’arma a doppio taglio: un film grandissimo che non solo ha dato la stura ad un vero e proprio sottogenere dell’horror -ovvero quel tipo di opera dove il plot twist ti costringe a riguardare indietro vedendo la storia sotto un punto di vista diverso e quindi un differente significato-, ma ha anche segnato la sua carriera sia dal punto di vista autoriale che di quello del pubblico.
Che, a ragione o a torto, aspettava da lui una copia conforme del titolo più famoso: Shyamalan è riuscito a sottostare a questa regola, variandola in maniera anche eccellente e dirigendo due veri e propri capolavori (The Village è una pietra angola re del thriller politico antropologico, sempre più attuale dopo l’11 settembre), ma si è poi perso per strada quando ha tentato di rinnovarsi completamente, investendo sul fantasy (il flop totale di After Earth) e lo young adult.

Ha poi trovato una seconda giovinezza grazie a produzioni relativamente low budget come The Visit, reinventando il proprio passato e inventando una trilogia che completasse quel capolavoro imperfetto che era Unbrekeable: nel passaggio alla serialità televisiva, allora, è riuscito a portarsi dietro il suo stile creando un universo espanso coeso e perfetto in cui nulla è dato per scontato, e il colpo di scena rivoluzionario è sempre pronto a scoppiare in faccia allo spettatore.
Fortunatamente però Servant utilizza solo inizialmente i colpi di scena per riempire il racconto e dare il giusto incipit alla storia: lungo il percorso delle due stagioni uscite finora, lo show si è arricchito di uno stile sempre più centrato sul mezzo televisivo, intriso di quell’atmosfera di pericolo incombente senza rinunciare ad un ritmo compassato. Ma la cosa che si fa più apprezzare dal punto di vista della scrittura, è che Servant non cerca di fare paura (solo) attraverso ombre e jump scare, bensì inquadrando un dolore reale e lacerante e quindi affondando dentro la mente malata di una madre che ha perso i figlio, scivolando in quel territorio della quotidianità dove realmente può succedere di tutto, e un trauma sconvolgente può ridefinire la vita di chiunque.
Shyamalan conferisce alla serie un andatura elegante e volutamente meditabonda, disseminando indizi e particolari lungo una narrazione che riesce poi ad assemblare le sue piccole parti in un mosaico gigantesco e compatto, districandosi perfettamente anche nella costruzione dei diversi personaggi.

Ciò che rende Servant straordinario è comunque qualcosa di vecchio che si veste con qualcosa di nuovo: non sono nuovi i paragoni di Shyamalan con Hitchcock, e anche qua infatti l’autore di Signs mostra di conoscere alla perfezione il meccanismo del McGuffin teorizzato dal maestro del brivido inglese. Insomma, Servant è alla fine molto più della somma delle sue parti perché costruisce l’inquietudine sul vuoto, così come fa progredire una storia attraverso un percorso ellittico che usa i contrasti ma soprattutto l’assenza per evidenziare la presenza. Ed è qui, in questa perfetta e straordinaria sintesi di stile e tecnica, di significato e significante, di contenuto e contenitore, che Shyamalan stravince e rende Servant il trionfo di un sonno della ragione che genera (fin troppo conosciuti) mostri.