Tra i film in concorso al Riff anche il primo lungometraggio di Miguel J. Vèlez. "Time for love" è un'agrodolce storia sentimentale che ruota intorno ad un amore impossibile, ma per il quale vale comunque la pena lottare perché potrebbe riservare sorprese inaspettate.
La storia inizia con la decisione di Mikołaj Lis (Marcin Franc) di salire a bordo di un treno sprovvisto di biglietto, solo perché affascinato da una ragazza. Il protagonista, vedendo questo volto angelico, ne rimane abbagliato e decide di seguirla, senza pensarci due volte, a bordo di un treno. Una volta sopra il mezzo in partenza realizza di non avere il biglietto. Questo non lo fa desistere, anzi cerca di risolvere il problema a modo suo, prendendo le sembianze del capotreno, temporaneamente tenuto sotto chiave. Una volta indossata la sua uniforme tutto sembra semplice, finché il treno non si ferma improvvisamente e diventa compito di Mikołaj sistemare la faccenda. A fare da sfondo alle sue “avventure” alcuni passeggeri che, spaventati, incuriositi, addormentati mettono indirettamente i bastoni tra le ruote al giovane, ma anche membri del personale che cercando di capire qualcosa in più sulla sua presenza sul treno.
L’amore in diverse forme.
Al centro di Time for love c’è indubbiamente l’amore. È l’amore la molla dalla quale inizia tutto. Per amore Mikołaj sale sul treno e sempre per amore decide di restare e fingersi capotreno. L’amore guida il protagonista all’interno di quella che si trasforma in una vera e propria avventura. Ma l’amore che Mikołaj prova per la donna che ha rincorso a bordo del mezzo è solo una delle tante sfaccettature che questo sentimento porta con sé. E il regista è molto abile nel trasferirne buona parte sullo schermo. In Time for love ci sono tanti tipi di amore che vengono mostrati attraverso i vari personaggi che Mikołaj e lo spettatore incontrano. Non c’è un amore universale, un amore giusto, ma ci sono tante sfaccettature.
Tanti personaggi mai lasciati al caso.
Sono molti i passeggeri con i quali Mikołaj ha a che fare, direttamente o indirettamente. E ognuno di loro si dimostra portatore di un valore preciso e specifico. Dai due genitori che si scontrano a proposito della supervisione (e dell’amore) per i propri figli alla giovane Edyta (Marta Sutor), addetta alle bevande sul treno, che sembra cadere tra le braccia di molti uomini. Ma ancora l’uomo che cerca disperatamente di far addormentare la propria piccola al capotreno, il signor Nowak (Jacek Kałucki), alla ricerca di serenità e soprattutto di affetto. E tutto ci riporta al giovane Mikołaj che, in una confessione obbligata, racconta qualche dettaglio in più della propria vita che fa ben comprendere il suo stato d’animo e le sue decisioni. Nessun personaggio introdotto è lasciato al caso. Nessun personaggio è inserito nella storia senza motivo. Ognuno ha un significato ben preciso, per sé stesso, ma soprattutto per il percorso di crescita che Mikołaj compie all’interno del treno.
Un viaggio di formazione.
Grazie all’aiuto e all’intervento di Edyta, Mikołaj cercherà di capire meglio ciò che vuole. Non è semplice mettere a posto la propria vita, ma i due, spalleggiandosi e fidandosi l’uno dell’altra, proveranno a far tornare tutti i pezzi. Il Mikołaj che sale a bordo del treno all’inizio della storia cambia completamente con l’andare avanti della vicenda. Le persone e le situazioni con le quali ha a che fare lo cambiano inevitabilmente. Al termine non è più lo stesso dell’inizio. È un uomo nuovo e, come lui, anche tanti altri personaggi. Inizialmente è lui che seguiamo con più interesse perché attorno a lui sembra svilupparsi la vicenda che ha inizio proprio a seguito della sua decisione di salire sul treno. Non prestiamo quasi per nulla attenzione a tutto il resto perché si ha la sensazione che sia solo di contorno alla sua ricerca spasmodica dell’amore. Perché, come dice il signor Nowak:
Di solito sono gli infelici ad attirare l’attenzione
E Mikołaj è l’infelice per eccellenza. Con l’andare avanti della storia, però, comprendiamo che, in realtà, sono tutti infelici. Tutti hanno bisogno di una mano e tutti hanno bisogno di essere seguiti. Per questo ognuno merita la giusta attenzione.
La giusta ironia pungente.
Una degli elementi che contribuiscono maggiormente a far apprezzare Time for love è la pungente ironia inserita nella giusta dose al momento opportuno. Il film è disseminato di battute e strizzate d’occhio allo spettatore, con frasi, espressioni e situazioni che fanno riflettere e ironizzano, sempre in maniera brillante, su determinati fatti contribuendo a rendere la storia ancora più piacevole. Al di là dell’aspetto tecnico, che merita di essere citato per alcune interessanti sequenze, soprattutto nella parte iniziale, con lunghi piano sequenza che ben si prestano ad evidenziare la situazione che si crea nel corridoio di un treno, ma anche la scena allo specchio dove Mikołaj si esercita per tentare di conquistare la bella ragazza, sono le tematiche e il modo in cui vengono presentate a suscitare interesse. E a dare speranza allo spettatore. L’amore è in grado di avere sempre la meglio.
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