L’opera si candida anche tra i favoriti alla corsa per l’Oscar al miglior documentario. La regista è stata tra le prime afroamericane a vincere il premio per la migliore regia di un documentario al Sundance Film Festival.
Trama
E’ la storia appassionata e quantomai attuale, in mesi di Black lives matter, della lotta quotidiana di Sibil Fox Richardson, anche conosciuta come Fox Rich, classe 1971 che ha lottato 21 anni per far uscire di prigione il marito Robert, condannato nel 1999 a 60 anni di prigione, senza possibilità di libertà vigilata, condizionale o sospensione della pena, per aver commesso una rapina. Crimine a cui aveva partecipato anche Sibil come autista dell’auto. Insieme avevano deciso di compiere quel passo per salvare il loro negozio: . La donna però aveva accettato un patteggiamento a 12 anni e dopo una piccola parte della pena scontata in carcere era potuta tornare a crescere e guidare nelle scelte giuste i suoi sei figli, tutti maschi.
Un percorso di riscatto e coraggio scandito dai filmati amatoriali in vhs girati negli anni da Fox Rich, proprio per rendere il marito, sempre amatissimo, partecipe delle loro giornate, che Garrett Bradley ha intessuto nel racconto armonizzandoli nel bel bianco e nero di tutto il film.
Entriamo così nella vita di una donna capace di diventare a New Orleans, un’imprenditrice di successo come rivenditrice d’auto e una voce di riferimento nell’attivismo contro un sistema giudiziario e carcerario che penalizza sistematicamente gli imputati e i condannati di colore. “Ci sono oltre 2 milioni di persone vittime dell’incarcerazione e della povertà” spiega Fox. La “nostra famiglia ha un’immagine pubblica molto forte – dice il figlio più grande, Remington – ma dietro ci sono molte ferite, molto dolore”.
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