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La stand-up comedy Hannah Gadsby: Nanette su Netflix per parlare di Omofobia, violenza, educazione

Disponibile sulla piattaforma Netflix, Nanette (o Hannah Gadsby: Nanette) è una stand-up comedy dalle tematiche importanti, delicate e complesse, quali per esempio l'identità sessuale, la violenza, l'educazione, il racconto di una vita, che ha trionfato al Melbourne International Comedy Festival.

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Disponibile sulla piattaforma Netflix, Nanette (o Hannah Gadsby: Nanette) è una stand-up comedy dalle tematiche importanti, delicate e complesse, quali per esempio l’identità sessuale, la violenza, l’educazione, il racconto di una vita.

Nanette | Dalla Tasmania arriva Hannah Gadsby

A curare lo show è appunto Hanna Gadsby, comica australiana forse troppo poco nota in Italia, scrittrice e interprete sul palcoscenico della Sydney Opera House – in quell’occasione la performance, di poco più di un’ora, è stata infatti ripresa per poi riproporla su altre piattaforme.

Nata nel gennaio del 1978 in una piccola e remota cittadina della Tasmania, all’età di dodici anni Hannah ha un esaurimento nervoso.

Dopo aver frequentato l’università nell’isola di origine prima e nella più grande Australia poi, comincia a lavorare come commessa in una libreria, diventa proiezionista e trascorre due anni coltivando vegetali e piantando alberi lungo la costa est del continente.

Fin quando non si ritrova senza fissa dimora e se la vede brutta per una pancreatite che la costringe a lungo in un letto di ospedale. Decide quindi di tornare in patria, a casa dei suoi, dove viene accolta a braccia aperte ed inizia a pensare a ciò che di lì a poco si trasfomerà in uno spettacolo essenziale sotto numerosi punti di vista.

Tutto ciò serve solo a creare un quadro quanto più breve ma esaustivo possibile su chi sia il personaggio di cui stiamo per parlare, quali siano i suoi trascorsi e che valore quindi abbia il suo lavoro.

Nanette | Un’ancora di salvezza

Nanette diventa un’ancora di salvezza per la Gadsby, che supera ogni ferita del passato e raggiunge il suo pubblico al cuore senza voler in alcun modo condizionare niente o nessuno.

Il messaggio è chiaro e semplice: conta solo la storia da raccontare.

Perché in fondo è la sua storia ad avere importanza, a dare senso alle sue parole e alle emozioni che da esse si sprigionano, inondando la grande sala e oltrepassando anche i confini dello schermo. E non è necessario condividere le esperienze di cui la performer è stata protagonista, basta semplicemente ascoltarla, oltre i pregiudizi e le apparenze, per arrivare a sentire qualcosa smuoversi dentro.

Man mano che ci si addentra nello show, l’alternanza tra commedia e dramma pende sempre più per quest’ultima, come se nel mezzo di una riflessione ad alta voce si giungesse improvvisamente ad un’illuminazione non così rosea, e si sentisse il bisogno di avventarcisi contro.

La rabbia, il risentimento, la frustrazione appaiono come un fulmine a ciel sereno, ma anche giustamente.

Per questo motivo le premesse erano fondamentali:

la Gadsby è cresciuta in un luogo in cui per anni l’omosessualità è stata considerata un crimine, in cui si è lottato per far sì che venisse legalizzata, sebbene il 70% della popolazione fosse contraria.

Nanette di Hannah Gadsby

Nanette | Nascita di una stand-up comedy senza precedenti

Cresciuta da omofoba mentre dentro sentiva l’attrazione per persone del suo stesso sesso, Hannah ha dovuto affrontare un conflitto interiore assolutamente inimmaginabile. Vittima (ma solo su carta, perché guai a definirla in tal modo!) di un’aggressione mai denunciata, ha canalizzato tutto il suo vissuto e lo ha reso un canovaccio per una stand-up comedy.

Ma pensiamo a cosa voglia dire star davanti a un pubblico di migliaia di sconosciuti e parlare di cose così intime, personali, drammatiche, riuscendo contemporaneamente a suscitare il riso.

Il pubblico, insieme alla sua performer che fa da guida, stimolo e supporto, vive o meglio sperimenta un percorso, durante il quale si diverte, si commuove, si indigna e infine si alza per applaudire. Ed è un applauso che viene dal fondo dell’anima, che non è e non vuole essere ruffiano, ma che ha invece il sapore dell’amore incondizionato.

Proprio come quello della mamma, quando le dice che “la cosa di cui mi pento è di averti cresciuta come se fossi etero […] E ora so di aver fatto peggio. Ho fatto peggio perché io volevo che tu cambiassi, perché sapevo che il mondo non lo avrebbe fatto”. Una confessione straziante, dolorosa, intrisa di un sentimento che più potente non si potrebbe e nata dall’istinto materno che riesce a ferire nell’atto di proteggere.

Nanette | Picasso e la riflessione sul colore blu

Insieme a questo, tra i momenti più alti (e illuminanti) dell’intero spettacolo c’è la riflessione sul colore blu, da un lato simbolo di libertà e colore associato alla serenità emotiva, dall’altro utilizzato per indicare il giorno più deprimente dell’anno, il cosiddetto blue monday.

Per uno strano scherzo del destino o per una velata scelta artistica, uno dei pittori nominati dalla Gadsby è Picasso, che di blu ebbe un intero periodo stilistico.

Ma attenzione perché da vera e appassionata storica dell’arte quale è, la Gadsby si scaglia contro chi sostiene che l’artista fosse un modello in tutto e per tutto, sottolineando non solo il suo maschilismo quanto soprattutto la sua moralità non proprio immacolata.

Nanette ha trionfato al Melbourne International Comedy Festival grazie al suo carico di energia, vita e vitalità; più di una semplice stand-up comedy, all’altezza di un vero e proprio capolavoro, perché di altro non si tratta.

Attraverso la sua creatura, il lavoro fatto su se stessa e l’impegno apposto per arrivare sino a quel palcoscenico, Hannah delizia il suo pubblico, lo scuote conducendolo a riflettere prima che a sentire, mettendolo (e mettendosi) completamente a nudo, talvolta a disagio, e invitandolo, in qualche modo, a divenire testimone della sua storia.

Dal 26 maggio su Netflix è disponibile la sua seconda opera, Douglas.

Sono Sabrina Colangeli, se vuoi sapere il mio punto di vista su altri Film in streaming clicca qui!

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