La caduta degli angeli ribelli è un film drammatico italiano del 1981, diretto e sceneggiato da Marco Tullio Giordana, con l’interpretazione di Vittorio Mezzogiorno e Alida Valli, vincitrice per la sua interpretazione del David di Donatello. Il titolo prende spunto dal celebre dipinto Caduta degli angeli ribelli di Pieter Bruegel il Vecchio. Nel suo primo film, Maledetti vi amerò del 1980, il regista aveva raccontato la generazione reduce dal Sessantotto, nel periodo verso la fine degli anni Settanta. Con questo film Giordana rimane sul tema della profonda crisi d’identità determinata dall’impossibilità delle grandi ideologie di rapportarsi con la realtà. Con Clio Goldsmith, Vittorio Mezzogiorno, Yves Beneyton, Alida Valli, Francesca Rinaldi, Vittorio Marchetti.
Sinossi
Cecilia, benestante signora dell’alta borghesia milanese, rimane sconvolta dalla notizia della malattia terminale del padre. Mentre vaga senza meta in autostrada, incontra casualmente Vittorio, uno sconosciuto con cui intreccia un’appassionata relazione. Vittorio è in realtà un terrorista, forse ex, braccato dalla polizia e dai suoi ex compagni di militanza. Inizia per i due amanti una fuga senza scampo.
Presentato in concorso alla Mostra di Venezia, La caduta degli angeli ribelli testimonia la passione di Marco Tullio Giordana per la politica, in questo caso ambiguamente contaminata con una storia di insana passione. Il tratteggio scomoda elementi artistici importanti: dalla visione pittorica di angeli che si ribellarono a Dio, intravediamo sprazzi di una generazione armata e disperata, tesa a un bisogno estremo di cambiare lo stato delle cose. Diverse citazioni (Luchino Visconti, Bernardo Bertolucci) in questa visione di un Paese alla deriva. L’appartenenza del film al filone melodrammatico è testimoniata da elementi pressoché costanti nel genere, che si ritrovano anche ne La caduta degli angeli ribelli: il dialogo costante tra il parlato e la musica, il rapporto amoroso e passionale tra i protagonisti, amanti che appartengono a mondi inconciliabili, un rapporto che fa presa sullo spettatore e che spesso indirizza l’attenzione verso discorsi di ordine morale, ideologico ed esistenziale; e, infine, lo scontro delle forze antitetiche del Bene e del Male e la prevalenza di quest’ultimo (Lucia Cardone, citata da Marco Olivieri e Anna Paparcone in Marco Tullio Giordana, Una poetica civile in forma di cinema, Rubbettino 2017).