Caucaso e Ligne 7
in collaborazione con Rai Cinema e Manufactory Production
presentano
La sorpresa italiana dei festival di primavera:
Shelter
Farewell to Eden
un film di Enrico Masi
Il film documentario in Concorso al Festival di Copenhagen
presentato al Cinéma du Réel di Parigi
e al BFI Flare di Londra
Tre grandi appuntamenti europei per il racconto dell’odissea di un corpo nell’Europa di oggi.
In uscita nelle sale italiane in primavera
Una produzione Caucaso e Ligne 7
In collaborazione con Rai Cinema e Manufactory Production
Una distribuzione Istituto Luce Cinecittà
In allegato comunicato e foto del film
Un’annata particolarmente felice per il cinema italiano nei festival invernali – con gli exploit di presenze a Berlino, Rotterdam, Göteborg – prosegue in questo principio di primavera con un piccolo clamoroso caso, quello di Shelter – Farewell to Eden, il nuovo film documentario di Enrico Masi, che in pochi giorni infila la partecipazione in tre prestigiosissimi appuntamenti europei: il Festival di Copenhagen (20-31 marzo), ossia il terzo maggiore appuntamento mondiale per il cinema documentario, dove il film ha la sua prima in concorso; lo storico Cinéma du Réel di Parigi (15-24 marzo), giunto alla 41ma edizione, che ospita documentari da tutto il mondo nella cornice del Centre Pompidou, doveShelter viene presentato in Competizione internazionale; e il BFI Flare, a Londra (21-31 marzo) che sotto l’egida del mitico British Film Institute ospita il meglio della produzione internazionale a tematiche LGBT.
E notizia dell’ultim’ora, il film è stato nominato per il DOC ALLIANCE AWARD che verrà presentato a Cannes quest’anno. Ogni anno i 7 festival più prestigiosi del documentario (Copenhagen, Dok Leipzig, Vision du Reel, Fid Marseille, Doc Lisboa …) selezionano un film ciascuno che concorre per il Doc Alliance Award, iniziativa che aumenta la circuitazione dei film e promuove la cultura internazionale del documentario.
Coproduzione tra Italia e Francia, prodotto da Caucaso e Ligne 7 in collaborazione con Rai Cinema e Manufactory Production, il film di Enrico Masi uscirà nelle sale italiane nella tarda primavera, distribuito da Istituto Luce Cinecittà,che presenta anche all’estero la storia clamorosa di Pepsi, un’anima e un corpo in transito nell’Europa di oggi, una terra alle prese con un epocale movimento di esseri umani fuori e dentro i suoi confini, fisici e non solo fisici.
IL FILM
Shelter è la storia di Pepsi, militante transessuale nata nel Sud delle Filippine in un’isola di fede musulmana. Dal Mindanao alla giungla di Calais, Pepsi rincorre il riconoscimento di un diritto universale, vivendo l’odissea dell’accoglienza in Europa. Pepsi è un individuo in transizione alla ricerca di un impiego stabile come badante, dopo aver lavorato per oltre 10 anni nella Libia di Gheddafi come infermiera, prima di essere costretta a seguire il flusso dei rifugiati. Ha cambiato più volte nome. Nel film non rivela il suo, e decide di non mostrare il proprio volto. Il suo racconto diventa quello di una maschera, mentre lotta per la propria identità.
Pepsi ha sostenuto il colloquio per la richiesta del diritto d’asilo a Bologna, dove ha ottenuto un primo riconoscimento. Non è riuscita a fermarsi. Ha proseguito per la Francia, oltrepassando il passo della morte sulle alture di Ventimiglia, forte della propria esperienza nelle montagne del Mindanao, isola del sud delle Filippine. Raggiunge Parigi, dove acquisisce una seconda identità e trova lavoro clandestinamente facendo massaggi; e condividendo, dopo aver esplorato foreste, montagne, la ‘giungla’ di Calais, gli spazi interstiziali con rifugiati afghani, nigeriani, sudanesi, tra le architetture severe della metropoli.
Il film è stato prodotto fra Sardegna, Emilia, Liguria, le Alpi Marittime e Parigi. Nel corso di tre anni, con un totale di quasi 90 ore di girato, oltre a materiale d’archivio e pellicole originali girate in 8 e 16mm, Shelter rappresenta il capitolo finale di una trilogia iniziata nel 2012, dedicata all’impatto dei ‘Mega Eventi’.
Qui i temi centrali sono l’identità, le frontiere, il paesaggio e il corpo in transizione. Un intimo diario, nel quale il dramma personale si riflette all’interno di paesaggi naturali e suburbani, e può farsi riflesso di un dramma e una sfida collettivi.
NOTE DI REGIA
Il nostro interesse per Pepsi si è manifestato in una piazza alla periferia di Parigi. L’impossibilità di riprendere il suo volto ci ha portato a costruire la narrazione seguendo i modi di un’antica parabola o di un mito. Per questo il mito d’Europa, con il rapimento e lo stupro di una giovane avvenuto in un’isola del Mediterraneo e compiuto da Giove, nelle sembianze di un toro bianco, ha trovato posto nel cuore della struttura narrativa. Shelter, in qualità di film e quindi di oggetto chiuso in se stesso, a sua volta corrisponde ad un rifugio, un luogo sicuro che custodisce la storia di Pepsi, ciò che lei ha voluto raccontare a noi, ciò che è accaduto sulla sua pelle. La strada che percorre si insinua in un territorio internazionale indistinto, tra il Nord Italia, le Alpi Marittime e Parigi, attraversando confini, città, montagne e foreste, in un medioevo tecnologico che supera la divisione tra natura e urbanità. Pepsi è cresciuta in un’isola del sud delle Filippine, all’interno di un movimento di combattenti d’ispirazione musulmana, da cui è fuggita, attraversando l’Asia e l’Africa per arrivare in Europa. Il suo cammino diventa un sussulto, un’emanazione del conflitto post-coloniale che si trasferisce, grazie alle sue richieste di riconoscimento identitario, nella decadenza lenta e inesorabile di un grande impero occidentale, in cui nuove culture mondiali penetrano e si assimilano. All’interno del documentario non vengono presentate tesi. La storia di Pepsi, narrata direttamente dalla sua voce, diventa corpo e azione seguendo i vari territori che ha attraversato. L’assenza del suo volto nella costruzione drammaturgica eleva la sua voce da racconto particolare a canto collettivo. Shelter è il terzo capitolo di una trilogia, dopo The Golden Temple (2012) e Lepanto (2016), dedicata alla resistenza e alla resilienza. (Enrico Masi)
SHELTER
scritto e diretto da Enrico Masi
prodotto da Stefano Migliore
co prodotto da Lamberto Mongiorgi e Lois Rocque
Una produzione Caucaso e Ligne 7
In collaborazione con Rai Cinema e Manufactory Production
Una distribuzione Istituto Luce Cinecittà
con Pepsi, Catherine Wihtol De Wenden e Gabriel James Patiag
direttore della fotografia Stefano Croci
montaggio Giuseppe Petruzzellis
compositore Patrizio Barontini
suono Jacopo Bonora
musiche Zende Music, Fabrizio Puglisi e Laura Loriga
assistente alla regia Alessandra Lancellotti
supervisione scientifica Prof. Piergiorgio Degli Esposti (Alma Mater Studiorum)
assistenti al montaggio David Kajman, Carlotta Guaraldo, Federica Giacomini
comunicazione Rosanna D’Aloisio
media partner Radio3 RAI
con il sostegno di
Film Commission Emilia-Romagna
Fondazione Sardegna Film Commission
Comune di Bologna, Comune di Ventimiglia
in collaborazione con
MIT – Movimento Identità Transessuale, Un geste pour tous – Nice, Caritas – Ventimiglia e Bologna, Utopia 56 – Paris, Association Migrants Wilson – Paris, Prefettura di Imperia, Prefettura di Bologna, Questura di Modena, Préfecture de Paris