Chiamami col tuo nome arriva nelle sale italiane il 25 gennaio. Sono già diversi mesi che si parla, soprattutto in Italia, del film di Luca Guadagnino, cineasta che in passato ha già lavorato con produzioni stranieri (è suo A Bigger Splash con Tilda Swinton, Ralph Fiennes e Dakota Johnson, presentato nel 2015 alla Mostra del cinema di Venezia). Da pochi giorni il film è anche candidato agli Oscar: Miglior Film, Miglior Sceneggiatura Adattata (James Ivory), Attore Protagonista (Timothée Chalamet) e Canzone Originale (Sufjan Stevens con The Mystery of Love), tappa che il film raggiunge dopo un lungo percorso cominciato al Festival di Berlino a inizio 2017, per poi proseguire con tante altre nomination tra cui 4 Bafta (ricevendo il premio come Miglior Regista); 1 Screen Actor Guild Award a Chalamet; 6 Indipendent Spirit Awards; 4 Gotham Awards (ottenendo i premi nelle categorie Miglior Film e Attore Protagonista) e, infine, le tre candidature ai Golden Globes.
Chiamami col tuo nome ha rapito e affascinato gran parte della critica italiana e internazionale; all’Hotel De Russie a Roma, Luca Guadagnino racconta l’idea che ha accompagnato la genesi del film: “Non è un film su una storia d’amore gay. È il film sull’aurora sentimentale di una persona che alla fine di un’esperienza cambia e diventa un’altra persona. È un film sul desiderio e come tale non conosce definizione di genere” – continua il regista – “con questo film mi sono avvicinato a un conone per me molto importante, quello disneyano, con al centro la famiglia come luogo in cui ci si migliora a vicenda”.
La sceneggiatura del film è scritta da James Ivory ed è un adattamento cinematografico del romanzo Chiamami col tuo nome di André Aciman. Ambientato nel nord Italia nel 1983, il film racconta la storia d’amore tra Elio (Timothée Chalamet), un diciassettenne residente in Italia, e lo studente americano Oliver (Armie Hammer).
“Luca ha un grande equilibrio sul set e con gli attori, è in grado di farti lavorare in grande libertà” – racconta Armie Hammer – “a differenza di molti registi che si intromettono molto e ti dicono come e quanto muoverti sul set, lui la capacità di lavorare con una sola mdp da 35mm che una volta posizionata ci lasciava liberi di muoverci sul set e seguire il notro flusso, e se la cosa funzionava andavamo avanti senza problemi, mentre se notava qualcosa su cui intervenire, sempre in modo non invadente, ti faceva delle domande che ti riportavano dove dovevi essere, al centro della scena”.
Elio, un musicista più colto e sensibile dei suoi coetanei, ogni estate trascorre le vacanze nella villa di famiglia. Il padre, un professore universitario (Lyle Perlman), come ogni anno ospita uno studente straniero per lavorare alla sua tesi di post dottorato. L’arrivo di Oliver, ventiquattrenne statunitense, per la sua bellezza e i modi disinvolti, sconvolge la vita di Elio.
“La cosa che mi fa sorridere quando penso a Elio è che io non ricordo di aver mai avuto una storia d’amore con questa passione, con tappe significative come quella che racconta il film” – racconta Timothée Chalamet – “ho cercato di interpretare un ruolo che va al di là della sessualità, indipendentemente se gay, etero o con le pesche… Più riusciamo ad amare liberamente, senza confini ed etichette, più saremo liberi e capaci come Elio di impegnarci nell’amore, compresa la sofferenza che comporta, senza aggiungerci altro dolore”.
Chiamami col tuo nome esce finalmente in sala, ma l’attesa, adesso, è tutta rivolta al 4 marzo, quando scopriremo se il film si aggiudicherà i premi come Miglior Film, Miglior Sceneggiatura Adattata, Attore Protagonista e Canzone Originale.
“Siamo felici e orgogliosi di questa opportunità. Condividiamo le nomination con tutta la troupe e con tutti coloro che ci hanno aiutato a realizzare il film. Il nostro è stato un percorso pacato, ma anni fa – e vi prego di prendere questo aneddoto nel modo leggero e scanzonato -, durante gli studi universitari, mentre eravamo in autobus e si vedeva il Vaticano in lontananza, dissi a una mia amica: «Magari non diventerò mai papa… ma una nomination all’Oscar potrei ottenerla»”.