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Acqua alta a Venezia, la rabbia in musica dei Nadiè

I catanesi suonano orgogliosamente un rock alternativo che si amalgama alla perfezione con le sonorità indie anni novanta qui abilmente sciorinate, lasciando però spazio pure a forti rimandi ai settanta

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Nati nel 2005 in circostanze del tutto fortuite, i Nadiè festeggiano i loro dodici anni insieme con un nuovo album: Acqua alta a Venezia.

La band per sua natura presta un’attenzione meticolosa ai testi e in questa seconda opera, che segue il fortunato debutto datato 2009 Questo giorno il prossimo anno (oggetto di discreto successo di critica che permette loro di condividere il palco con grandi artisti come Afterhours, Tre allegri ragazzi morti, Max Gazzè e Verdena) non è stata fatta eccezione.

Parole e concetti che vengono ora urlati (Conigli), ora sussurrati (In discoteca) e caricati di una rabbia pura, autentica, velata sì dall’ironia, ma resa penetrante dall’intelligente uso di metafore e zero retorica. Acqua alta a Venezia abbonda di sentimenti, s’impregna di emozioni con cui la band si espone, critica, sbeffeggia, elargisce cinismo (forse troppo in alcuni casi), ma soprattutto passione.

I catanesi suonano orgogliosamente un rock alternativo che si amalgama alla perfezione con le sonorità indie anni novanta qui abilmente sciorinate, lasciando però spazio pure a forti rimandi ai settanta, anche se fortemente rivisitati, come per esempio nei singoli La bionda degli Abba e Breve esistenza di un metallaro.

Del primo è stato realizzato un video che ha per protagonista l’attore candidato al David di Donatello 2017 Massimiliano Rossi. Il testo ci racconta di un amore finito, con la bionda degli Abba atta a rappresentare la ragazza che ci spezza il cuore (tutti l’abbiamo avuta), e ci rinchiude in un labirinto fatto di illusioni e sofferenza. Chi non si è mai strutto per una bionda degli Abba?

Fadi Musa

https://www.facebook.com/nadieband/
https://open.spotify.com/album/3PlNDRjzcEH3Ob19NcI9yf

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