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Festival dei popoli

‘Better Go Mad in the Wild’: la selvaggia poesia di due gemelli

In concorso al Festival dei Popoli, 'Better Go Mad in the Wild' rappresenta il mondo interiore di due gemelli sopra le righe

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Solitamente, la natura fa da sfondo alle storie che vediamo sullo schermo, ma qui diventa una vera e propria protagonista. Better Go Mad in the Wild di Miro Remo, presentato in concorso al Festival dei Popoli (qui il programma), parte da una domanda tanto semplice quanto destabilizzante: cosa accade quando si rinuncia alla civiltà non per perdita, ma per scelta? Il risultato è un’opera che sembra essere nata dai sussurri del vento della foresta ceca e che ci costringe a mettere in discussione ciò che crediamo imprescindibile.

Co-scritto e diretto dal regista slovacco Miro Remo, il documentario esplora le vite dei folli gemelli Klišík, due sessantenni legati dal sangue che fin troppo spesso finiscono per litigare. Dietro a questa sovversiva facciata di stranezza, i due nascondono una forte connessione con la natura, ferite profonde comuni e un passato che continua a perseguitarli. Il film è ispirato all’omonimo libro di Aleš Palán.

BETTER GO MAD IN THE WILD : MiroRemo - FILMS

Better Go Mad in the Wild: la poetica della natura e dell’amore-odio

“Gioia a tutti gli esseri coscienti, inclusa la pietra” – František Klišík

I protagonisti di Better Go Mad in the Wild sono František e Ondřej Klišík, gemelli sessantenni che vivono nella Selva Boema, al confine fra Repubblica Ceca, Austria e Germania. Ex oppositori del regime comunista, poi dimenticati ed isolati dal resto del mondo, hanno trascorso una vita senza spostamenti altrove, senza sposarsi con qualcuno di speciale e senza costruire una “carriera”. Si insultano, si proteggono, si stringono come due superstiti ostinati di un’epoca mai davvero esistita. Non sono santi né eremiti romantici: sono due uomini che hanno scelto, o forse subito, un microcosmo emarginato da tutto ciò che sta fuori.

Miro Remo li filma senza filtri, mostrandoci la loro stramba quotidianità. Ogni giorno, i due vivono da contadini, prendendosi cura della loro piccola fattoria composta da diversi animali, come mucche, tori (di cui una, Nandy, ha il ruolo di narratrice nel documentario) e galline. Momenti spensierati di litigi tra fratelli e bevute rinvigorenti si alternano ad attimi di silenzio e poesia, per poi passare attraverso la violenza verso gli animali e scorci di nudità rituali. Non si tratta, però, di qualcosa di volgare: è tutto condensato in un’atmosfera semplice, umile e realistica. Una vita priva di giudizi e colma di libertà, certo, ma che nasconde anche lati più oscuri.

La spensieratezza che non va perduta

I gemelli Klišík sono tanto bizzarri quanto umani. Se inizialmente il loro stile di vita ci viene presentato in modo estremo, creando un chiaro contrasto con la vita tipica della società, poco a poco impariamo a conoscere il motivo di una scelta così radicale. L’isolamento e la mancanza di inibizioni rendono i protagonisti dei grandi sognatori, e anzi, più che limitarli, come si potrebbe pensare, ciò li aiuta a guardare il mondo con curiosità e innocenza. Quasi fossero eterni spiriti di bambini, corrono, scherzano e si prendono in giro. La loro allegria è immediatemente contagiosa e contribuisce ad immergere lo spettatore in un clima fiabesco e singolare, circondato da una rigorosa foresta. Attraverso una filosofia di vita romantica e pura, i due fratelli condividono poesie e ispirazioni artistiche da un lato, soprattutto grazie alla passione di František, mentre dall’altro stabiliscono una forte cosapevolezza della loro condizione di anziani contadini, che rivediamo nell’atteggiamento nichilista di Ondřej.

Eppure, le difficoltà non tardano ad arrivare: in un luogo di questo tipo, proprio perchè situato lontano da sguardi “esterni”, le differenze appaiono più enormi che mai.

Better Go Mad in the Wild (2025) | IDFA Festival

Dietro alla maschera dell’abitualità

František e Ondřej non possono vivere lontani, o almeno, non ci hanno mai nemmeno provato. Sono come due facce della stessa medaglia, due metà che si completano e che si capiscono subito, senza bisogno di parole inutili. Sono identici (nonostante a uno dei due manchi un arto), caratterizzati dalla stessa barbetta folta e dallo stesso sguardo malizioso. Ma la loro, è una dipendenza reciproca tanto affascinante quanto claustrofobica. Un’esistenza che interroga lo spettatore: vivere isolati in questo modo è sinonimo di liberazione o di resa? È fedeltà a sé stessi o paura del mondo?

Alla fine, anche i due fratelli, per quanto possano sembrare impavidi, convivono con una paura che non li lascia mai davvero. La dipendenza che hanno l’uno per l’altro rende impossibile la formazione di rapporti genuini con altre persone. Ciò significa che le uniche connessioni all’interno della loro bolla sono con la natura e tra loro stessi. Concentrati sulle proprie illusioni e sui propri sogni irraggiungibili, i gemelli sono consapevoli che moriranno in quel luogo che non hanno mai lasciato, senza aver trovato l’amore. František, il più visionario e romantico dei due, ha passato gli ultimi vent’anni a inseguire l’idea impossibile di una macchina volante a moto perpetuo. Un sogno a occhi aperti che sembra voler colmare, almeno in parte, la ferita lasciata dalla perdita di un braccio in un incidente in segheria. Ondřej, invece, è pragmatico fino al cinismo. Nasconde le proprie insicurezze dietro un alcolismo che spesso accende i loro litigi, rivelando una fragilità che lui stesso fatica ad ammettere.

Una presenza eterna, racchiusa in Better Go Mad in the Wild

Poche ore dopo la vittoria di Better Go Mad in the Wild al Festival di Karlovy Vary, tenutosi dal 4 al 12 luglio 2025, František è stato trovato morto in un laghetto vicino a Praga. Una fine improvvisa che rende ancora più potente tutto il senso del lungometraggio. Il film assume un significato ulteriore a quello di mero documentario: diventa un addio involontario, un segno indelebile, un ricordo eterno. La piccola tragedia contemporanea resterà, quindi, sepolta tra alberi e silenzi della Selva Boema.

Better Go Mad in the Wild non consola e non giudica. Resta addosso come un brivido, che si radica nella terra tra Repubblica Ceca, Austria e Germania. Non è una favola. Non è una denuncia. È un ritratto di libertà conquistate, amori perduti, utopie che si spezzano e sogni che insistono a sopravvivere, anche quando sappiamo di non avere nessuna possibilità.

Alla fine, la domanda non è se i due fratelli abbiano vissuto una vita piena. La domanda riguarda noi: abbiamo davvero il coraggio di vivere una vita scelta da noi, senza lamentarci, tentando almeno di amare ciò che ci resta?

Better Go Mad in the Wild

  • Anno: 2025
  • Durata: 83'
  • Genere: Documentario
  • Nazionalita: Ceca
  • Regia: Miro Remo