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‘Left-Handed Girl’: la tenera ode di Shih-Ching Tsou alla famiglia e alla sopravvivenza

Da ‘Take Out’ al centro dell'attenzione

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Dopo anni di lavoro al fianco di Sean Baker, in particolare co-regista del gioiello indipendente Take Out, la regista Shih-Ching Tsou torna alla ribalta con Left-Handed Girl. Il film, da lei scritto e diretto, è stato scelto come candidato ufficiale di Taiwan agli Academy Awards 2025.

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Tsou è al suo debutto da solista, ma la sua collaborazione con Baker permane: lui ha co-sceneggiato e montato il film, assicurandosi che il loro caratteristico stile social-realista rimanesse intatto, pur consentendo alla prospettiva di Tsou di emergere.

Una storia di madri, figlie e mercati

Ambientato sullo sfondo vibrante e caotico dei mercati notturni di Taipei, Left-Handed Girl segue una madre single, Shu-Fen (Janel Tsai), e le sue due figlie che tornano in città dopo anni trascorsi in campagna per aprire un piccolo chiosco di cibo. È una storia di resilienza e reinvenzione, in cui la sopravvivenza dipende non solo dalla grinta economica, ma anche dal delicato gesto di tenere unita una famiglia divisa.

Eppure, sotto la superficie di questo racconto pragmatico si nasconde qualcosa di più intimo: la figlia più piccola, mancina, diventa il centro di un conflitto generazionale quando il nonno le proibisce di usare quella che chiama la sua “mano diabolica”. Questo divieto riporta alla luce segreti di famiglia sepolti, costringendo il trio ad affrontare sia lotte esterne che ripensamenti interiori.

Lo sguardo di una bambina su un mondo adulto

Uno degli elementi più sorprendenti del film è la sua prospettiva. Sebbene Left-Handed Girl si snodi tra le preoccupazioni della madre e i sacrifici della figlia maggiore, la narrazione è ancorata agli occhi della figlia più piccola, interpretata con sorprendente vitalità da Nina Ye, una bambina di cinque anni. Il suo punto di vista trasforma le difficoltà quotidiane in momenti di meraviglia e confusione, rivelando la durezza dei conflitti adulti attraverso la lente dell’innocenza.

I critici che hanno visto il film per la prima volta a Cannes hanno elogiato la capacità di Tsou di bilanciare realismo e poesia, trascinando il pubblico in un mondo al tempo stesso dolorosamente autentico e silenziosamente magico.

Realismo con un tocco di vitalità

Come le opere più note di Baker (The Florida Project, Red Rocket), il debutto di Tsou vive negli spazi in cui le famiglie della classe operaia si affannano per sbarcare il lunario. Eppure il suo approccio è decisamente personale. C’è meno dell’atmosfera americana satura di neon che definisce la tavolozza di Baker e più delle texture vivaci e vissute di Taipei: bancarelle di cibo sfrigolanti, vicoli affollati e l’onnipresente brusio della sopravvivenza.

La regia di Tsou conferisce al film un’energia inquieta senza mai perdere di vista il suo nucleo tenero: una famiglia che cerca di resistere, di amare, di rimanere unita anche se le tradizioni e le realtà economiche pesano a loro sfavore.

Speranze per i premi e oltre

La première del film alla Settimana della Critica di Cannes è stata accolta con elogi entusiastici, in particolare per le sue interpretazioni naturalistiche e la sua risonanza emotiva. La decisione di Tsou di affidare a una bambina il ruolo di ancora emotiva della storia rischia di cadere nel sentimentalismo, ma al contrario, radica il film nell’autenticità.

Con Left-Handed Girl che si avvia ora alla stagione dei premi come candidato taiwanese agli Oscar, rappresenta non solo la continuazione di una partnership creativa con Sean Baker, ma anche l’affermazione sicura di Tsou come voce cinematografica unica.

Uscita e dove guardarlo

Left-Handed Girl uscirà nelle sale cinematografiche statunitensi il 14 novembre, prima di debuttare in streaming globale su Netflix il 28 novembre.

Per il pubblico, offre non solo uno sguardo alla vivace vita dei mercati notturni di Taipei, ma anche una riflessione universale sulla famiglia, la memoria e il modo in cui i bambini ereditano – e resistono – al peso della tradizione.

 

 

Fonte: IndieWire