‘The Conjuring: il Rito Finale’, l’esangue addio della celebre saga horror

Esce in sala il quarto capitolo della saga The Conjuring diretto da Michael Chaves e scritto da Ian Goldberg, Richard Naing e David Leslie Johnson-McGoldrick. La tetralogia è stata concepita da James Wan, e dal primo capitolo del 2013 sono derivati ben nove tra sequel e spinoff, il cosidetto Conjuverse che a oggi ha fruttato più di 2.2 miliardi di dollari. Qui Wan torna da produttore con la sua Atomic Monster insieme a New Line Cinema, Domain Entertainment e The Safran Company. Anche stavolta al centro della trama troviamo un caso affrontato dai coniugi Lorraine ed Ed Warren (Vera Farmiga e Patrick Wilson), controversa e celebre coppia di indagatori del paranormale attiva negli Stati Uniti nel secolo scorso.

I giovani coniugi Warren (Orion Smith e Madison Lawlor) © Warner Bros

The Conjuring: il Rito Finale – la trama

1964. i giovani coniugi Warren vengono chiamati a indagare l’attività paranormale di uno specchio orribile che sta tormentando la famiglia di un orologiaio da poco deceduto. Si tratta del loro primo caso, Lorraine è in gravidanza avanzata e si trovano ad avere a che fare con un male decisamente fuori portata. In qualche modo i due se la caveranno, ma lo scontro è solo rimandato. Pennsylvania, 1986. Il maligno è tornato per tormentare brutalmente la sventurata famiglia Smurl, forse in modo da attirare l’attenzione dei Warren?

The Conjuring: il Rito Finale – il trailer

L’estrema unzione di un franchise di successo

Siamo arrivati alla pensione, decisamente provati. Questo è quello che sicuramente pensano i Warren per tutto il nuovo The Conjuring. Un film che non manca mai un’occasione di ricordarci che si tratta dell’ultimo caso dei Warren e poi basta. Si comincia sottolineando come il cuore di Ed e la psiche di Lorraine ormai siano al limite, rendendo impossibile nuovi esorcismi a domicilio. Viene da chiedersi se i jumpscare per l’INPS sono un parametro per considerare un lavoro usurante. L’unica chiamata che potrebbe irretirli è un richiamo dal passato, il loro primo caso. E anche stavolta il maligno si manifesterà attaccando una famiglia proletaria bianca (preda prediletta dei demoni d’America). E’ come se gran parte dell’elettorato conservatore fosse cresciuta nella paranoia e nel fanatismo religioso! Inoltre, la romanticizzazione della ciarlataneria è al solito presente, seppur in coda si ammetta che non è andata come nel film. Infatti, si riconosce che i casi dei Warren siano effettivamente controversi, ma che hanno fatto anche cose buone (“aprire gli occhi della scienza al paranormale!”).

Una zuppa riscaldata con le fiamme dell’inferno

Sin dalle prime scene siamo di fronte alla consueta cura di scenografie e look dei personaggi, abbracciati dalla fotografia granulosa che dona l’abituale atmosfera vintage. La scarsità di spiegazioni che accompagna la prima parte è apprezzabile, con le presenze a casa Smurl (che chiaramente appaiano a colpi di jumpscare carpiati) inizialmente definite senza particolare scrittura. La voglia comunque di”gran finale”  porta il film a sbrodolare a inutili 135 minuti per introdurre personaggi sciapissimi (la figlia Judy, Mia Tomlinson, e il fidanzato Tony, Ben Hardy) ripetendo allo sfinimento gli spaventi e le amenità da famiglia felice, unico baluardo contro il male. Che poi i demoni non tormentano mai i single, quindi fatevi due domande. Davvero sorprendente, infine, l’assenza di ì tridimensionalità del villain, che di fatto denuncia l’assenza di interesse editoriale per nuovi spinoff. L’espansione del Conjuverse è arrivata al limite, un’estremunzione arrivata probabilmente non sul più bello. Andate in pace.