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KUSAMA – INFINITY, nelle sale dal 4 marzo con Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema

Yayoi Kusama, icona giapponese per eccellenza, è una delle artiste più influenti della storia dell’arte contemporanea, colei che ha fatto delle sue allucinazioni un’arte diventando l’artista donna più venduta al mondo. KUSAMA – INFINITY esplora la sua ascesa verso il successo mostrandone da vicino il talento, le ossessioni, la malattia mentale e le difficoltà incontrate. Dal 4 Marzo al cinema con Wanted

Pubblicato

il

KUSAMA – INFINITY

di Heather Lenz

USA, 2018, 78’

Documentario

In sala dal 4 marzo

con Wanted Cinema e Feltrinelli Real Cinema

CAST ARTISTICO

REGISTA:
Heather Lenz

PRODUTTORI:
Heather Lenz, Karen Johnson, David Koh, Dan Braun

PRODUZIONE ESECUTIVA:
Stanley Buchthal, Josh Braun, Ryan Brooks, Brandon Chen, Jessica Latham, Troy Craig Poon, Alice Koh, Simone Haggiag, Hajime Inoue

MONTAGGIO:
Keita Ideno, Shinpei Takeda, Carl Pfirman, Heather Lenz, Sam Karp, John Northrup, Nora Tennessen

MUSICHE:
Allyson Newman

 

 

SINOSSI
Yayoi Kusama, icona giapponese per eccellenza, è una delle artiste più influenti della storia dell’arte contemporanea, colei che ha fatto delle sue allucinazioni un’arte diventando l’artista donna più venduta al mondo. Il film esplora la sua ascesa verso il successo mostrandone da vicino il talento, le ossessioni, la malattia mentale e le difficoltà incontrate, e permette di comprendere la sua importanza artistica e culturale.

Utilizzando materiale d’archivio e inedito, viene raccontata in modo intimo la storia di Kusama, attraverso le sue stesse parole e le toccanti interviste a direttori di musei, galleristi, curatori, critici, collezionisti, amici e collaboratori. Esito di oltre un decennio di attività della regista, il documentario getta una nuova luce su una protagonista assoluta dell’arte contemporanea del Novecento e della nostra epoca.

La sua storia personale e professionale si intrecciano: il trauma di essere cresciuta in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale in una famiglia che ne scoraggiava le ambizioni creative, gli esordi non facili in Patria, il trasferimento a New York dove ha dovuto affrontare sessismo e razzismo che caratterizzavano il mondo dell’arte a cavallo degli anni ’60, e infine i problemi connessi con la sua salute mentale fino a giungere ai giorni d’oggi. Divenuta ormai l’artista donna più popolare al mondo, ideatrice di abbaglianti e fantasiose creazioni a pois e conosciuta ai più per le enormi zucche colorate e le sue Infinity Room, Kusama continua a dedicarsi all’arte a tempo pieno realizzando innumerevoli opere e abbracciando svariate discipline, dalla pittura alla scultura, dall’arte performativa al design. In ognuno di questi ambiti le sue mostre registrano sempre record di pubblico nei principali musei di tutto il mondo.

NOTE DI REGIA

Ho conosciuto per la prima volta l’arte di Kusama mentre mi laureavo in Storia dell’Arte. All’epoca, studiavo su tomi enormi ma che raramente contenevano anche solo un paragrafo sull’arte prodotta dalle donne. Quando ho visto per la prima volta i lavori di Kusama, ho immediatamente percepito un legame istantaneo con la sua arte. Mentre imparavo di più sulla vastità di lavori che Kusama ha creato durante la sua vita, in particolare a New York tra il 1958 e il 1973, ho compreso che i suoi contributi al mondo dell’arte non erano stati adeguatamente riconosciuti. Successivamente, mentre facevo un Master in Cinema alla University of Southern California, ho deciso di fare un film su questa straordinaria artista giapponese per condividere la sua storia con un pubblico più ampio. All’epoca non avrei mai potuto immaginare che Kusama sarebbe diventata l’artista femminile più venduta al mondo! Ma nonostante sia ormai famosissima per la sua parrucca rossa e i suoi pois colorati, ho pensato che far conoscere anche il lato oscuro della sua storia personale potesse aiutare a trasmettere al pubblico quella parte della sua vita e della sua persona onde evitare che venisse dimenticata. Volevo che chiunque sapesse che quella di Kusama è la storia di una pioniera che ha dovuto superare il sessismo, il razzismo e la malattia mentale per perseguire il sogno di essere un’artista. Spero perciò che le persone trovino stimolante il film.

BIOGRAFIE

Yayoi Kusama (Artista)

Yayoi Kusama ha avuto una carriera a dir poco lunghissima e straordinaria e che ha attraversato due dei più importanti movimenti artistici del XX secolo: la Pop art e il Minimalismo. Le sue creazioni, che hanno avuto una enorme influenza sugli artisti a lei contemporanei, comprendono dipinti, performances, stanze a grandezza naturale, installazioni scultoree en plen air, lavori letterari, film, moda, design e hanno la caratteristica comune di alludere a universi microscopici e macroscopici.

Ormai una delle artiste più famose al mondo, Kusama continua ad attirare un numero record di visitatori alle sue mostre a livello internazionale mentre le foto delle sue Infinity Mirror Room spesso diventano virali sui social media.

Kusama, che attualmente vive a Tokyo, continua irrefrenabilmente a creare arte e partecipare a mostre. Negli ultimi anni i suoi lavori sono stati esposti presso prestigiose istituzioni internazionali tra cui il Centre Georges Pompidou, la Tate Modern, il Whitney Museum of American Art, il National Centre of Art di Tokyo e il Museo di Hirshhorn. Nel 2017 Kusama ha aperto il suo museo personale a Tokyo con la mostra inaugurale “Creation Is a Solitary Pursuit, Love is What Brings You Closer to Art”.

Heather Lenz (Regista e Produttrice)

Scrittrice, regista e produttrice, Heather Lenz è appassionata di documentari e film biografici. È attratta dalle storie di persone con menti creative che non hanno imboccato un sentiero battuto (esempio perfetto proprio Yayoi Kusama). Il suo primo cortometraggio su un inventore di biciclette, Back to Back, è stato nominato per gli Academy Awards studenteschi ed è stato proiettato in festival cinematografici di tutto il mondo.

Lenz ha una laurea in Storia dell’Arte presso la Kent State University e ha conseguito un Master in Cinema presso la University of Southern California. Quando nei primi anni ‘90 ha visto per la prima volta il lavoro dell’artista giapponese è stato amore a prima vista. Ha capito subito che i contributi di Kusama nei confronti del mondo dell’arte americano erano stati in gran parte trascurati e per questo ha voluto dedicarle un film. Durante la realizzazione del documentario, Lenz si è peraltro sposata con un giapponese e questo l’ha umanamente avvicinata ancora di più a Kusama. Infatti il suocero (un ministro buddista della 17esima generazione) e la suocera (esperta dell’arte morente della cerimonia del tè giapponese) provengono entrambi dalla zona di Hiroshima e, come i genitori di Kusama, hanno avuto un matrimonio combinato. Il nonno di suo marito è stato ucciso dalla bomba atomica caduta su Hiroshima. È anche per questo che per Lenz è molto importante che il suo film su Yayoi Kusama contenga i dettagli del lato oscuro della sua infanzia durante la guerra, in modo che sia tramandato ad una generazione più giovane e si eviti che venga dimenticato.