
Salvato dal suicidio dal bonario sacerdote Don Gaetano Morelli (Piero Mazzarella), l’ex calciatore Bruno Marangoni (Tomas Milian) lo ripaga approfittando della sua ospitalità, vivendo alle sue spalle e mettendo a segno una serie di truffe e furti; fino al momento in cui il prete, per fargli rimettere la testa a posto, lo nomina allenatore della sua piccola e amatoriale squadra di calcio.
Facente parte del poker di pellicole interpretate da Milian (le altre tre sono Uno contro l’altro praticamente amici, Un uomo dalla pelle dura e Il figlio dello sceicco) che 01 distribution ha provveduto a lanciare su dvd nell’ambito del suo lavoro di riscoperta dei titoli provenienti dalla library Titanus, Il diavolo e l’acquasanta propone l’ennesima variante – con immancabile voce del mitico Ferruccio Amendola – del romanesco personaggio del Monnezza.
Variante che l’attore di origini cubane e il fido regista Bruno Corbucci girarono tra Delitto sull’autostrada, dell’anno precedente, e Delitto in Formula uno, risalente al 1984, tirando questa volta in ballo l’argomento calcistico, spesso al servizio delle nostre commedie (basterebbe citare Il tifoso, l’arbitro e il calciatore di Pier Francesco Pingitore e L’allenatore nel pallone di Sergio Martino).
Ciò che ne viene fuori è una favoletta sportiva che, forse meno divertente rispetto alle avventure del maresciallo Giraldi dei vari Squadra e Delitto, sfrutta uno script – concepito dallo stesso Corbucci insieme al solito Mario Amendola – costruito da un lato sulle grottesche imprese truffaldine proto-Squadra antitruffa (1976), dall’altro su un’idea che sembrerebbe spostare all’interno del campo di calcio quella che, l’anno precedente, fu alla base di Bomber di Michele Lupo.
Non a caso, perfino la colonna sonora per mano di Guido e Maurizio De Angelis è riciclata da quella che gli stessi composero per il film in cui Bud Spencer, ex pugile e marinaio disoccupato, si ritrovava ad allenare un giovane boxeur per un imminente incontro in una palestra gestita da un americano dedito a loschi traffici.
Francesco Lomuscio