Scomparso nel 2009 all’età di settantacinque anni, Paul Naschy (all’anagrafe Jacinto Molina Alvarez) è stato, senza alcun dubbio, uno dei volti più amati dai seguaci irriducibili della celluloide fanta-horror iberica.
Con oltre cento apparizioni nel curriculum, è ricordato soprattutto per essersi calato più volte nei panni del lupo mannaro Waldemar Daninsky, ma ha in realtà preso parte a pellicole rientranti un po’ in tutti i generi e tra le quali vi è Crimson, diretto nel 1976 da Juan Fortuny e con inclusa nel cast la Silvia Solar che lo aveva affiancato l’anno precedente ne Il licantropo e lo yeti.
Una curiosa miscela di gangster movie e film dell’orrore in cui Naschy veste i panni di un criminale che, a capo di una banda di malviventi reduci da un furto, si ritrova in fin di vita a causa di una grave ferita al cranio; fino al momento in cui un medico dalle idee piuttosto discutibili esegue su di lui un trapianto di cervello.
Rendendo, di conseguenza, chiari i riferimenti alle figure dei mad doctor molto gettonati dalla Settima arte popolare risalente agli anni Trenta e Quaranta e al mito di Frankenstein; tanto più che, proprio sulla falsariga della creatura nata dalla penna di Mary Shelley, il protagonista si risveglia rivelandosi ancor più pericoloso e incontenibile, desideroso esclusivamente di uccidere.
Ed è in particolar modo nel corso della fase conclusiva dei circa novantaquattro minuti di visione che si scatena la follia di questo atipico titolo spagnolo che Sinister Film (www.cgentertainment.it) propone in dvd in edizione restaurata in 4K, oltretutto reintegrato delle diverse sequenze di sesso che furono assenti nella videocassetta italiana (infatti, era più breve di nove minuti).
Ma non si tratta dell’unica interessante riscoperta effettuata dalla label, che, spostando il tiro verso la fantascienza d’autore, recupera dal dimenticatoio anche Kosmos anno 2000, poco conosciuto racconto pessimistico per immagini che richiama l’impostazione del super classico Ultimatum alla Terra di Robert Wise.
Datata 1973 e con al timone di regia il russo Budimir Metalnikov, un’operazione destinata a prendere il via da un ufo che approda sul nostro pianeta in missione di pace ed al cui interno si trova una pattuglia di alieni proveniente dal tecnologicamente più avanzato Oraina, dove ogni violenza è stata bandita da secoli e solidarietà e progresso sono valori condivisi da tutti.
Alieni il cui interlocutore ideale si rivela essere il dottor Evans, incarnato da un superlativo Sergey Bondarchuk ed impegnato in avveniristici studi sulla longevità; sebbene ai loro occhi la diffidenza, l’odio e l’ingiustizia sembrino apparire gli unici modelli di comportamento della società terrestre, tutt’altro che pronta al confronto con una civiltà maggiormente evoluta, in quanto accecata dal pregiudizio e dalla aggressività degli uomini.
Perché è evidente che, confezionato sfruttando a dovere i modesti mezzi tecnologici di cui disponeva allora la cinematografia sovietica, il lungometraggio non intenda puntare all’intrattenimento e alla spettacolarità che ci si aspetterebbe da vicende dello stesso tipo, bensì alla realistica riflessione di taglio autocritico nei confronti della frequente predisposizione all’autodistruzione manifestata dai residenti del globo.
Entrambi i dischi sono corredati di galleria fotografica nella sezione riservata ai contenuti speciali.
Francesco Lomuscio