«Metti un doposcuola di quelli che piacciono a Gus Van Sant, rarefatti e invisibilmente inquietanti, aggiungi cortocircuiti tra realtà, adolescenza e video a bassa risoluzione. Mescola senza cura e ottieni “Afterschool”».
Metti un doposcuola di quelli che piacciono a Gus Van Sant, rarefatti e invisibilmente inquietanti, aggiungi cortocircuiti tra realtà, adolescenza e video a bassa risoluzione. Mescola senza cura e ottieni Afterschool, presente nella selezione ufficiale di Cannes 2009 e diretto dal ventiquattrenne Antonio Campos.
Robert (Ezra Miller) è un giovane studente, disadattato a malincuore, di una prestigiosa high school della East Cost. Divide la stanza con Dave, principale fornitore di alcool e di droghe della scuola, e il suo computer, di fronte al quale sta spesso incollato, cibandosi di video amatoriali tra il porno e il violento. Per sfiga o fortuna, tramite un corso di audiovisivi, Robert può dare sfogo alla sua passione e vagare per la scuola rubando immagini e, tra queste, anche la morte per overdose di due ragazze. Apparenze perbeniste e solitudine per scelta saranno da quel momento minate.
Antonio Campos già si era dedicato al tema portante di Afterschool con il corto Buy it now su un adolescente che vende la propria verginità su eBay. Con questo lungo, opera prima, facendo proprie inquadrature sobrie, lasciando spazio a semplici conversazioni tra personaggi e ad un ragazzo in una stanza, Campos ribadisce i suoi intenti. In una società igienicamente perfetta e apparentemente protetta, il contatto con la morte non filtrata da uno schermo ha potenziali conseguenze devastanti. Avvezzi a controllare la realtà a distanza e a percepire che questa con i suoi strumenti insegua noi, talvolta ci si ritrova, pur nella tragedia, a vivere finalmente.
Natasha Ceci
Scrivere in una rivista di cinema. Il tuo momento é adesso!
Candidati per provare a entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi drivers