Essi Vivono, liberamente ispirata al racconto Eight O’Clock in the morning, è una pellicola action scritta e diretta da John Carpenter nel 1988. L’opera è senz’altro la più sovversiva e anticonformista dell’autore, deciso a criticare nella maniera più esplicita possibile ogni tipo di istituzione nel contesto socioculturale statunitense. Di natura estremamente politica, l’opera rispecchia a tutto tondo lo spirito anti-istituzionale del regista, sublimandone la poetica.
Sotto la maschera degli uomini
John Nada (Roddy Piper) è un uomo semplice, vive alla giornata, si accontenta di ciò che la vita gli offre. Emigrato dal Messico a Los Angeles, trova occupazione presso un cantiere della metropoli statunitense. Sul luogo di lavoro conosce Frank Armitage (Keith David) lavoratore disposto a tutto per aiutare la propria famiglia. Sarà proprio Frank a ospitare John nella sua comunità di senza tetto in periferia. Nelle zone limitrofe al campo, sorge una chiesa che desta sospetti ai passanti, qualcosa di insolito accade nelle mura del sacro luogo.
L’armonia del campo viene bruscamente interrotta una notte estiva. Decine di poliziotti sgomberano il centro di accoglienza, arrestando chiunque gli capiti sottomano. John fugge alla barbarie, rinvenendo l’indomani mattina, ben nascosti nella chiesa, degli strani occhiali da sole. Una volta indossati, il mondo che lo circonda appare per come è davvero, grigio e spoglio, amministrato da creature aliene che si fingono essere umani. John, sconvolto da ciò che vede, inizia a opporsi fermamente alle forze aliene. Una rivoluzione è scoppiata tra i bassi fondi di Los Angeles: tutti devono sapere, tutti devono vedere.

Il velo del consumo
Carpenter condanna aspramente il capitalismo, trattandolo come un sistema che tramite lo sfruttamento degli ultimi e l’alienazione degli stessi, consente a una minima porzione elitaria di mantenere il potere. Similmente analizza il modello consumistico alla base dell’economia statunitense, proponendo una visione pessimistica del consumatore. Infatti, il singolo individuo atto al consumo subisce le influenze di una casta elitaria con fine manipolatorio. L’autore mostra il passaggio da consumatore attivo, ciò che il singolo crede di essere, a pedina del tutto passiva con gusti e personalità alterati da voleri terzi. In un mondo dove tutto è finzione e inganno, Carpenter richiama la coscienza, smascherando un sistema calcificato nelle fondamenta statunitensi. Gli alieni, utilizzati come metafora corporea dell’élite economica e politica americana, ricercano un fascino estetico tra non-morto e soprannaturale, rendendoli impattanti e iconici.

L’autore non cade in moralismi stucchevoli, diversificando il substrato della sua critica in sotto concetti molto più ramificati del semplice “male e bene”. La propaganda attuata dagli alieni è subdola e invisibile, nascondendosi dove la si può sempre osservare. Manifesti pubblicitari recitano “Consumate, Guardate la Tv, Non pensate, Il denaro è il tuo Dio”, affermazioni che scuotono la moralità del singolo, incapace di osservare sotto una prospettiva differente il contesto che lo circonda.
John Nada rispecchia in pieno stile l’eroe carpenteriano. Nonostante la mancanza di mezzi critici lo renda estraneo all’ordinario, John vede e comprende gli inganni strutturali del modello statunitense. La provenienza da un altro Paese gli dona la capacità di analizzare in maniera distaccata Los Angeles, notando dettagli celati nelle periferie. Ancora una volta Carpenter pone al cuore della sua narrazione un emarginato, rendendolo eroe dai principi di gran lunga più nobili rispetto alla controparte elitaria e agiata. L’intento di John è il medesimo dell’autore, aprire gli occhi a chi non riesce o non vuol vedere, smascherare gli intrighi che quotidianamente ci manipolano, urlare a gran voce che essi vivono.
Estetica e coscienza
L’estetica dell’opera muta di pari passo con la narrazione. Nelle sequenze dove John indossa gli occhiali l’aspetto della città è grigio e desaturato. Il bianco e nero utilizzato trasmette decadenza e oppressione, metafora per rappresentare l’occlusione della società. L’alternarsi tra colori e neutro è uno strumento narrativo spiazzante e coinvolgente, utile per creare distacco visivo tra realtà e finzione. La regia si serve frequentemente della soggettiva di John per far crescere lo stupore dello spettatore di pari passo con quello del personaggio, rafforzando il punto di vista autoriale dalla prospettiva di chi sta vivendo la narrazione.
Lo stile tipicamente carpenteriano viene riproposto, ottimizzandone le caratteristiche: semplice e funzionale, inquadrature lineari, geometriche e precise restituiscono un affaccio verista sull’universo dell’opera. Nello svolgersi di alcune sequenze – esempio principe la barbarie delle forze di polizia – Carpenter utilizza una regia simil documentaristica, restituendo un senso di realismo tangibile.

Per conciliare l’intrigo politico alla base della pellicola con l’horror, l’autore alterna momenti concitati a situazioni di suspence. Il connubio tra tensione e azione si declina meravigliosamente nel cosmo narrativo, marcandone l’incessante ritmo. L’accompagnamento musicale autoprodotto è classico dell’autore: ipnotico, minimalista e incessante, eccelso narratore abituato ad accompagnare il plot in ogni pellicola firmata da Carpenter. La cinematografia, curata da Gary B. Kibbe, privilegia contrasti netti e spiazzanti per marcare ancor di più il concetto di alienazione sociale.
Essi Vivono converte un ideale in opera, prendendo fortemente posizione a tutela delle classi sociali meno abbienti. Carpenter dona tutto sé stesso per confezionare un’opera che possa far discutere, riflettere e unificare sotto la bandiera della verità. Mostrando nella maniera più diretta possibile l’abuso e la crudeltà dell’uomo, un concetto chiave erge su tutti gli altri: loro vivono, noi dormiamo.