È la pietas la protagonista di Ofelia, per la regia di Pierfrancesco Bigazzi, prodotto da Sayonara Film.
Il corto (ma sarebbe più corretto definirlo uno short- docu?) si apre con Burgheresi Ofelia, una vecchietta che cammina a piccoli passi e si racconta, rispondendo alle domande di un interlocutore off. Sposata due volte, a seguito della morte del primo marito, non ricorda i nomi di entrambi. Prova, invano, a canticchiare una filastrocca per bambini. Dimentica, poi, gran parte delle strofe del brano Vivere, canzone del ’37, scritta da Cesare Andrea Bixio, diventata famosa nel ’50, per l’interpretazione di Tito Schipa.
Vivere di Bixio come contrasto all’irrimediabile avanzare dell’età
Gli evidenti buchi cognitivi dimostrano che anche la memoria anterograda è fortemente deficitaria. In un momento di sconforto, Ofelia dichiara che spera di allontanarsi da “questo pezzo di terra che non le dice più nulla”.
L’intervistatore le mostra una foto nella quale compaiono il figlio, la nipote Chiara e il figlio del suo secondo marito, ma lei non riconosce nessuno dei tre. Sul finale, alcuni filmati amatoriali la mostrano giovane, mentre è sulla spiaggia e a Piazza San Marco e dà da mangiare ai piccioni.
Un’opera di difficile classificazione che evoca alcune riflessioni. La prima rimanda a Lisbon story di Wim Wenders. La vicenda narra di un regista Friederich Munro, in crisi creativa, perché consapevole che, ormai, tutte le immagini sono state già mostrate. Nel corso del film vagheggia il ritorno a una sorta di non più realizzabile “verginità dello sguardo”.
La seconda fascinazione deriva dalle opere dell’artista della pop art, Andy Warhol che, provocatoriamente, produce nel 1962 diverse tele che raffigurano i barattoli di zuppa Campbell.
Bigazzi sembra, quindi, voler ribadire che in un’epoca dove tutto è stato già filmato e documentato, non resta che filmare l’infilmabile, ovvero quelle storie semplici, che, per la loro ordinarietà e assenza di spettacolarità, non attirano l’attenzione dello spettatore.
Sul finale il magico brano Conchiglie di Andrea Lazlo De Simone.