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Florence Queer Festival

‘Queens of the Dead’: drag, zombie e un cognome che pesa

Tra glitter, caos e zombie irregolari, Tina Romero prova a rinnovare il mito familiare

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A tenere in piedi questa notte di glitter e apocalisse ci pensa un cast decisamente vivace: Katy O’Brian, Jaquel Spivey, Riki Lindhome, Cheyenne Jackson, Margaret Cho e un gruppo di performer drag e club–kids che Tina Romero mette al centro della scena senza paura.

Portare il cognome Romero in un film sugli zombie è un po’ come entrare in un locale dicendo di chiamarti Hendrix e chiedere una chitarra: le aspettative sono alte, e ogni tuo gesto viene misurato col metro del padre.
Tina Romero lo sa e, con Queen of the Dead, decide di non scappare dal peso dell’eredità, ma di portarlo dentro una nuova miscela: drag queen, club culture e apocalisse zombie.
Un’idea forte, apparentemente perfetta per scuotere un genere che da anni si ricicla sempre uguale, e che arriva in Italia proprio attraverso il Florence Queer Festival, cornice ideale per un film che gioca apertamente con identità, comunità e reinvenzione dei codici del genere.

Trama: una festa queer che si trasforma in incubose

La storia si apre durante una serata underground a Brooklyn: musica, neon, performance drag, glitter che volano e drammi personali tra un drink e l’altro. È una comunità rumorosa, viva, orgogliosamente queer.
Poi, come tradizione vuole, qualcosa si rompe. Un’infezione zombie fa esplodere il caos, trasformando la festa in una corsa disperata alla sopravvivenza tra tacchi, sangue e colpi improvvisati.

Tina Romero mette insieme due mondi solitamente distanti: la ballroom queer e l’horror classico dei morti viventi. Forse un tentativo di reinterpretare l’eredità del padre in chiave contemporanea, e in effetti questa volontà nel film si sente: i personaggi queer non sono decorazioni, ma la vera ossatura della storia.

Gli zombie: un omaggio, strano, nostalgico e un po’ “fuori fuoco”

Qui tocchiamo il punto che divide: gli zombie non hanno l’andatura classica che ci aspettiamo.
Non sono i morti che si trascinano cupi e lentissimi; non sono nemmeno gli zombie sprint degli anni 2000. Sono… irregolari.

A volte si muovono come rallentati, persi. Un attimo dopo schivano un colpo come se fossero vivi e vegeti.
È una scelta che rompe quei codici “fisici” che i fan del genere conoscono a memoria.

Il trucco richiama moltissimo i primi film del padre: pelle grigia, cerone televisivo e cheap, look da TV anni ’60, quasi un omaggio diretto a La notte dei morti viventi. Però, e qui lo dico senza cattiveria, l’effetto finale è un po’ ambiguo. È nostalgico, sì, ma rischia di sembrare più un cosplay vintage che una reinterpretazione contemporanea.

Il film vuole essere politico, ma non sempre ci riesce

Tina Romero tenta di riprendere il cuore politico dei film del padre: lo zombie come metafora dei marginali, degli invisibili, di chi vive fuori dagli spazi concessi.
L’idea c’è: la comunità queer in fuga ricorda, in modo nuovo, gli outsider dei film originali.
E questa intuizione, la catastrofe vista dal punto di vista di chi è abituato a essere giudicato o escluso, è uno degli elementi più interessanti del film.

Il problema è che la storia non ha abbastanza mordente per reggere tutta questa ambizione.
Il concept è forte, ma la sceneggiatura sembra non voler mai affondare del tutto: né nel camp, né nell’horror, né nel messaggio sociale.

È come se Romero avesse messo sul tavolo due immaginari potentissimi, drag queen e morti viventi,  ma poi li avesse fatti dialogare solo a metà.

Un cameo che scalda il cuore dei fan: Tom Savini

Piccola chicca per i fan: c’è un cameo di Tom Savini, storico collaboratore del padre, l’uomo degli effetti speciali più iconici del genere e leggenda del gore.
Vederlo apparire, anche solo per pochi secondi, è un regalo e dà un brivido di familiarità.
È un ponte con il passato, un sorriso al pubblico che conosce la storia del genere.

Conclusioni: un film che si lascia guardare, ma non morde

Queen of the Dead intrattiene, diverte, ha ritmo, ha una sua anima glitterata che può piacere a chi cerca qualcosa di diverso dal solito zombie-movie.
Però non affonda, non scuote, non lascia quel “sapore” che i buoni zombie–movie dovrebbero avere.

Se lo prendi come una serata leggera, con un tocco queer e un omaggio al padre, funziona.
Se invece ti aspetti l’erede spirituale dei morti viventi del ’68… allora no, è un’altra cosa.
Bella a tratti, simpatica, vivace, ma non indimenticabile.

Quello sì: il cognome Romero resta, e questa volta pesa più della storia che racconta.

Queens of the Dead

  • Anno: 2025
  • Durata: 1h 41m
  • Distribuzione: Shudder, IFC Films
  • Genere: Horror/commedia
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Tina Romero
  • Data di uscita: 24-October-2025