È stato proiettato al festival Front Doc il documentario The Trials, della regista italiana Marta Massa.
Il cortometraggio racconta di Maja T., attivista tedescə non-binary, detenutə nel carcere di Budapest. L’accusa è quella di aver preso parte nel 2023 a un attacco verso un gruppo di neonazisti, durante la commemorazione del Giorno dell’Onore. Maja T. si trova in isolamento, costrettə a vivere in condizioni disumane da più di 200 giorni. Nonostante le numerose richieste da parte della sua famiglia per ottenere gli arresti domiciliari, Maja resta ancora in carcere, con il rischio di condanna a 24 anni.
Uno sguardo diretto alla realtà
Attraverso il suo documentario, Massa decide di portare alla luce le condizioni inumane nelle quali l’attivista è costrettə a vivere, per lanciare un appello a tutto il mondo. Sono molti gli scenari ripresi dalla regista: un raduno di militari ungheresi, i manifestanti tedeschi che protestano per ottenere l’estradizione dell’attivista, Maja nel tribunale di Budapest incatenatə, la sua famiglia che racconta delle continue richieste degli arresti domiciliari. Tutto ciò viene mostrato senza nessuna spiegazione da parte della regista, nessuna descrizione. Sono presenti solo le voci delle persone che entrano nell’inquadratura, che gridano in piazza o che espongono alla telecamera i propri pensieri. Sono situazioni che si raccontano da sole, che vengono lasciate allo spettatore in modo che si possa rendere partecipe degli avvenimenti.
Dare una voce a parole mute
A dividere queste scene, riprese di paesaggi e della città, alberi spogli a suggerire inquietudine, strade piene che rappresentano la vita fuori dal carcere. Questi momenti sono accompagnati da una voce fuori campo, che legge le parole scritte da Maja nella cella buia e sporca che lə tiene isolatə.
“All’inizio ero scioccatə, inorriditə dalla brutalità e desolazione che regnano qui. Ma ora lo sono raramente, mi manca la forza”
“Vacillo tra disperazione e gioia sfrenata”
Queste sono solo alcune delle frasi che l’attivista utilizza per descrivere una situazione disperata, una condizione di vita crudele, in cui spesso si sente persə, senza speranza. Massa decide di dare una voce a questi pensieri, di mostrare il punto di vista di Maja per creare solidarietà nello spettatore.
Un appello mondiale
Come afferma Maja in una sua lettera “Non è il momento giusto per rimanere in silenzio” ed è proprio questo che cerca di fare Massa con il suo documentario. The Trials si impegna a mettere in luce un caso europeo di ingiustizia politica, per far sì che lo slogan “Free Maja” scritto sui manifesti tedeschi diventi un canto collettivo, mondiale, che possa rendere giustizia all’attivista antifascista.