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Focus Italia

‘Se venisse anche l’inferno’ primi ciak per il nuovo film di Samuele Rossi

Un partigiano rimane solo nell’inverno tra il 1944 e il 1945, la Resistenza come atto di umanità e attaccamento alla vita, durante l’abisso della guerra: ritorna la memoria storica e l’impegno civile nel nuovo lavoro del regista toscano - dopo il successo del documentario su Enrico Berlinguer

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se venisse anche l'inferno

Sono iniziate le riprese di Se venisse anche l’inferno, il nuovo lavoro di Samuele Rossi, prodotto da Echivisivi con Solaria Film e MYmovies, che racconterà la storia del partigiano Gio, nome di battaglia, deciso a sopravvivere dopo essere rimasto da solo a presidiare un rifugio di montagna sulle Alpi a seguito di un feroce rastrellamento nazi-fascista. Di fronte a lui il terribile inverno del 1944, uno dei più freddi della storia italiana ed uno dei peggiori della guerra ormai esplosa in tutta la sua drammaticità. I primi ciak sono programmati in Località Saumont (Aosta), il principale parco della città di Aosta, situato lungo il torrente Buthier. La troupe si sposterà poi a quasi duemila metri in un alpeggio in disuso all’Arp De Praz, nel Comune di Doues (AO), sotto la suggestiva conca di Champillon.

Il nuovo film di Samuele Rossi: Se venisse anche l’inferno

Se venisse anche l’inferno è il primo film di finzione prodotto da Echivisivi, e segue il successo di Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer (candidato nel 2025 ai David di Donatello e ai Nastri d’Argento). È prodotto da Samuele Rossi, Giuseppe Cassaro e Emanuele Nespeca ed è una produzione Echivisivi con Solaria Film e MYmovies, con il contributo di Fondazione Film Commission Vallée d’Aoste, con il sostegno della Regione Emilia-Romagna attraverso Emilia-Romagna Film Commission, realizzato con il contributo del PR FESR Toscana 2021-2027 bando per la concessione di sovvenzioni a fondo perduto per la produzione di opere cinematografiche e audiovisive – Anno 2024, con la collaborazione di Toscana Film Commission, con il sostegno di BCC Valdostana e la collaborazione di Lo Conte Edile Costruzioni.

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Echivisivi e il cinema di finzione

Il film sottolinea il passaggio di Echivisivi al cinema di finzione dopo oltre 10 anni di esperienza nella produzione di cinema documentario definendo un importante allargamento della sua piattaforma creativa in un momento storico molto complesso per il cinema italiano. Il progetto segna anche una tappa significativa nel percorso evolutivo di MYmovies: Se venisse anche l’inferno è il primo progetto co-prodotto dal principale sito di cinema in Italia, che accompagna l’opera dalla sua ideazione fino alla distribuzione sulla piattaforma MYmovies ONE. Una scelta che riflette pienamente l’identità editoriale di MYmovies, da sempre orientata alla valorizzazione del cinema di qualità.

Samuele Rossi, il cinema di finzione e il cast

Samuele Rossi con questo film torna al cinema di finzione dopo anni di documentario sociale e impegnato. Ispirato a fatti realmente accaduti, il film ricostruisce un viaggio in un’Italia abbandonata a se stessa e sconvolta dall’orrore della guerra e dalla ferocia nazi-fascista, dalle sue terribili solitudini, dalla fame, dalla paura e dalla miseria. Il titolo Se venisse anche l’inferno è tratto da un adattamento partigiano del canto alpino Su pei monti vien giù la neve risalente alla prima guerra mondiale.

Nel cast, figurano il giovane Luca Tanganelli, per la prima volta protagonista, (nel cast di Alla festa della rivoluzione, il nuovo film di Arnaldo Catinari) , e accanto a lui Luca Vergoni, apprezzato all’ultima Mostra del Cinema di Venezia in Orfeo, Giorgio Colangeli, nei panni di un internato scappato dai campi di concentramento, e Giusi Merli, nel ruolo di una vedova di guerra. Al suo esordio come attore, la partecipazione straordinaria del cantautore Cisco (ex Modena City Ramblers), all’anagrafe Stefano Bellotti, voce della Bella ciao più ascoltata. Poi gli attori valdostani come Alice Vierin, Andrea Damarco e Giada Bessone.

Alcune dichiarazioni e le prime immagini di Se venisse anche l’inferno

La Resistenza, non solo come fatto storico, ma come sentimento attivo e necessario, mi è sembrata l’unica storia che avesse senso raccontare in questo momento. È una sfida che mi fa sentire vivo e parte della realtà che ci troviamo ad affrontare quotidianamente, ed è l’unica cosa che mi fa credere che il cinema possa continuare a fare la sua parte in questo difficile presente.

dichiara Samuele Rossi.

Le prime immagini del nuovo lavoro arrivano dalla Valle D’Aosta, dove la storia è ambientata. La troupe proseguirà poi per le sessioni invernali anche sull’Appennino tosco-emiliano, nei luoghi attraversati dalla linea gotica, nel Comune di Fanano sull’appennino modenese, poi in Toscana nei comuni dell’Abetone-Cutigliano e Cantagallo, vicino Prato, dove saranno coinvolte due ville storiche: Villa Niccolini e Villa Guicciardini, di proprietà dell’imprenditore Manuele Lo Conte, che con la sua azienda sostiene il progetto.

Il film è tratto da un soggetto originale di Samuele Rossi ed è scritto in collaborazione con Lorenzo Bagnatori, che dopo il successo di Zvanì. Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli e Il conte di Montecristo continua a lavorare sul racconto storico. La fotografia è di Marco Minghi, la scenografia di Lucrezia Tacchella, i costumi di Sara Pellegrini, il trucco di Lisa Pascucci. Si aggiungono il montaggio di Ilaria Cimmino e le musiche di Giuseppe Cassaro.

L’uscita del film nelle sale è prevista per l’autunno 2026.