Festival di Roma

‘Vie Privée’ è un film irresistibile!

Una psichiatra, la sua paziente suicida, la connessione tra vite passate.

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Direttamente dall’ultima edizione del Festival di Cannes, arriva in Grand Public della Festa del Cinema di Roma, Vie Privée di Rebecca Zlotowski. Titolo ispirato dall’omonimo film di Louis Malle che ha ossessionato la regista. Quel titolo, simbolico,  nella mente della Zlotowski, aveva indossato più storie, convinta che esprimesse una verità a sé stante da scoprire. Fino a quando la scrittrice e sceneggiatrice Anne Berest le passò una sceneggiatura che aveva scritto tempo fa: il Vie Privée da tanto metabolizzato, aveva trovato la sua storia.

Al centro, Lilian (la sempre straordinaria Jodie Foster) una psichiatra americana che vive a Parigi, convinta che dietro l’apparente suicidio della sua paziente Paula (Virginie Efira, una garanzia) si celi un omicidio.

Un’indagine sulla crisi di identità

Vie Privée oscilla abilmente tra il fuori e il dentro, tra una esteriorità (professionalità e razionalità sono le basi su cui Lilian da sempre vive la propria vita) e una interiorità fatta di crepe che affiorano improvvise, nella miccia dell’avvenimento del suicidio di Paula. Qualcosa dentro Lilian si spezza. Malvoluta dal vedovo di Paula (il “cattivo” e sempre speciale Mathieu Amalric), convinto che sia lei la responsabile della morte di sua moglie, stalkerizzata dalla figlia (l’ipnotica Luana Bajrami) della suicida, che vuole conoscere l’intimità della madre, Lilian è sempre più certa che i conti non tornano. Si mette alla ricerca delle prove di questo presunto delitto coinvolgendo il suo ex marito oculista (un Daniel Auteuil in versione “orsacchiotto” sorprendente).

Nella suspense improvvisata e a tratti comica di una caccia al sospetto, supportata da un ritmo irresistibile grazie alla musica di Robin Coudert alias ROB, storico collaboratore di Rebecca Zlotowski, Vie Privée è un bel viaggio dentro i confronti esistenziali.

Chi parla e chi ascolta

Il film ha al centro questa dicotomia: il silenzio e il segreto di una morte, l’ascolto di chi lo pratica per professione. La verità e il gioco delle parti. Lo scontro tra razionale ed irrazionale, il mistero della ipnosi, quel lato “profondo e pericoloso” da attraversare e risalire. Sempre estremamente rivelatore. Una porta nascosta e resa visivamente utilizzando in maniera congeniale immagini realizzate dall’intelligenza artificiale su sequenze sceneggiate.

Il perno di Vie Privée è Jodie Foster. Che recita in un francese impeccabile. Padrona assoluta del suo personaggio, lo esplora senza alcun timore nella catarsi che attraversa, riuscendo a catturare i cambi di percezione e a tradurre in linguaggio ed espressione, l’indefinibile.

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