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Alice nella città

‘The other side of summer’, l’estate come sospensione

Il film di Vojtěch Strakatý ad Alice nella città come sospensione tra adolescenza ed età adulta, tra inizio e fine.

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the other side of summer

C’è un momento, nella vita, in cui l’estate smette di essere sinonimo di libertà e diventa invece una stagione sospesa, un tempo che non scorre e in cui si comincia a intuire che qualcosa sta per finire. È precisamente in quel limbo che si muove The Other Side of Summer di Vojtěch Strakatý, in concorso quest’anno ad Alice nella città

Un film ceco che si inserisce nella scia più intima del cinema coming-of-age europeo, ma con una delicatezza e una misura che lo rendono unico. Strakatý non racconta l’adolescenza come scoperta, ma come perdita lenta: di illusioni, di infanzie, di un equilibrio fragile che il tempo non permette di mantenere.

Le protagoniste, Bětka (Lucie Fingerhutová) e Alma (Nikola Kylarová), due quindicenni che trascorrono l’estate in una casa sul lago sotto la tutela distratta della sorella maggiore di Bětka, Marie (Eliška Bašusová), vivono giorni che sembrano ripetersi uguali, immersi in una calma che ha il sapore dell’attesa. Tutto si consuma nei gesti minimi:  i bagni nel lago, i pomeriggi caldi, le chiacchiere a mezza voce. Ma sotto la superficie quieta cresce un’urgenza: Alma sta per partire e la separazione imminente si insinua come una crepa silenziosa.

Il fantastico ed il reale: sospensione tra adolescenza ed età adulta

Strakatý filma questi passaggi con una pazienza quasi documentaria. La sua macchina da presa osserva, non invade, lascia che la realtà si depositi sui corpi e sugli oggetti. Ogni inquadratura è un atto di resistenza alla velocità, un tentativo di trattenere il tempo prima che svanisca. Il regista costruisce così un cinema della percezione, dove il reale e l’immaginario si sfiorano fino a confondersi. L’incontro con Aneta, una ragazza misteriosa che conduce le due amiche verso un’isola e un “pond” che si dice capace di trasportare altrove chi lo attraversa, introduce un elemento di fantastico che non rompe la logica del racconto, ma la amplifica, la carica di metafora e simbolo.

Quel laghetto diventa il simbolo di un desiderio collettivo. Fuggire, cambiare, essere altrove, ma anche il punto in cui la fantasia si misura con il limite del reale. Strakatý non concede illusioni: il suo “altrove” non è un portale, è una proiezione interiore. È l’adolescenza stessa, con la sua fame di possibilità e la sua paura di restare.

The other side of summer è un attesa che vuole attendere ancora

È un cinema che vive di riflessi, di sensazioni, di silenzi più eloquenti di qualsiasi dialogo. Dialoghi che nel film avvengono col corpo e con gli occhi più che con le parole. Ogni gesto delle protagoniste è sospeso tra innocenza e consapevolezza, come se l’infanzia non volesse morire ma sapesse di doverlo fare. The Other Side of Summer non cerca il dramma: lo lascia insinuarsi nei piccoli vuoti, nelle attese, nelle parole non dette. È un film che richiede disponibilità e ascolto, che non teme la lentezza né la ripetizione, perché proprio in quella circolarità trova la sua forza

Nella parte finale, la sospensione raggiunge il suo culmine: la promessa di attraversare il lago, di oltrepassare la soglia, resta indecisa, come indeciso è ogni passaggio all’età adulta.

The Other Side of Summer parla di un’estate che non vuole finire ma sa di essere al tramonto, e di un’età che non ha ancora un nome, quella in cui ci si scopre vulnerabili e affamati di futuro. Strakatý firma un’opera (una conferma dopo After Party) di rara coerenza stilistica, in cui ogni scelta, dal ritmo narrativo alla composizione visiva, concorre a restituire la fragile verità di un passaggio di vita. Non è un film che cerca di piacere, ma un film che chiede di essere vissuto. Come certe giornate d’estate, lente, in cui non accade nulla eppure, a un certo punto, ci si accorge che tutto è cambiato.

The other side of summer

  • Anno: 2024
  • Durata: 84'
  • Distribuzione: ArtHood Entertainment
  • Nazionalita: Repubblica Ceca
  • Regia: Vojtěch Strakatý