‘C’è un posto nel mondo’ di Francesco Falaschi

Il lungometraggio C’è un posto nel mondo di Francesco Falaschi arriva al Cinema dal 13 Novembre dal Valdarno Film Festival 2025 . Il Film esplora le scelte di vita di tre personaggi in un contesto toscano.

Con Cristiana Dell’Anna, Luigi Fedele, Daniele Parisi, Alessandra Arcangeli, Alessia Barela.

distribuito da Garden Film.

C’è un posto nel mondo: una storia d’incastri

Il film C’è un posto del mondo, del 2024, diretto da Francesco Falaschi, racconta tre storie di ripartenze: un giovane neolaureato (Luigi Fedele), insegnante in un’altra città, che saluta la sua famiglia,; un insegnante di filosofia (Daniele Parisi) costretto a lasciare i suoi affezionati studenti nel paese natale per andare in una metropoli, e infine una giovane insegnante (Cristina Dell’Anna) che torna al paese natio per chiudere un cerchio. Storie di ambiziosi progetti, di affetti lasciati e di emozioni incastonate, difficili da raccontare. Il film esalta il borgo italiano, in cui tre piccole storie prendono forma.

Il borgo luogo simbolico di una vita andata

Ciascuna delle tre narrazioni ci fa osservare il paesino da un punto di vista diverso. È la spiaggia in cui i sogni finiscono, il nido da cui è difficile emigrare, il luogo infestato in cui abita il passato. Il marchio filosofico-concettuale del film consente allo spettatore di imbattersi in una rete complessa di emozioni, immedesimandosi in una condizione familiare, che molti conoscono o che temono di affrontare. La fotografia di Giuseppe Pignone realizza cromaticamente una dimensione angosciante: la luce entra negli appartamenti ma fatica a riscaldare i toni. Non c’è forse più niente di rassicurante nel luogo di un’intera vita.

Il poliprospettivismo per una nuova luce

Il giovane ragazzo tenta di ricordare tutti scattando loro foto, passeggiando tra i vicoli di una vita vissuta con tutto l’ardore di chi vi è stato adolescente. Il professore vive con più maturità il distacco, ma con il rimorso di non poter seguire i suoi allievi, che da lui dipendono più di quanto si possa pensare. La donna, psicoterapeuta, ha la sicurezza di tornare in luogo amico, conosciuto, per chiudere i conti con il suo passato, per poi scoprire di non averlo mai capito davvero. Il film lascia liberi di spaziare tra temi e sotto tracce, ma riesce in una soluzione narrativa: il cambio di prospettiva per una maggiore chiarezza. Uno sguardo d’insieme a tre lenti su una condizione comune. Si chiude la porta e ci si scopre grandi.

“C’è sempre una via d’uscita.”

spiega la psicoterapeuta a una sua paziente. Scoprirlo è il primo passo per la libertà.

Alla ri-scoperta dei borghi toscani

Il film è prodotto da Kahuna Film srl in collaborazione con TVedo tv, Storie di cinema Aps, Rumont e Dado Produzioni, anche con il supporto di realtà locali come la cooperativa di comunità Il Borgo di Montelaterone e i comuni di Santa Fiora, Arcidosso e Castel del Piano, dove è stato interamente girato. L’idea del lungometraggio nasce inoltre nell’ambito del progetto PNRR Attrattività dei Borghi ottenuto nel 2023 dal comune di Santa Fiora, che ha fornito la base e lo stimolo per raccontare in immagini un contesto più ampio, anche per aver un maggiore spessore narrativo e una maggiore visibilità.

Il film come profondo mosaico emotivo

Cosa resta degli addii? Che fine fa nella mente il capitale simbolico del nostro passato? Come ci si convive? Questi sono i dubbi  a cui sono sottoposte le vite umane quando scendono dal treno consueto per prenderne un altro. Il flusso scosceso di rancori, disillusioni si incontra con la voglia ardente, senza età, di avere una seconda possibilità. Ad ogni fase di vita, ricominciare è sempre la scelta giusta.