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Lucca Film Festival

‘Atropia’, di Hailey Gates una riflessione sulla guerra tra realtà e simulazione

Dopo il successo al Sundance 2025, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria, Atropia di Hailey Gates arriva in Italia in anteprima europea.

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“War is God’s way of teaching Americans geography.”

“La guerra è il modo in cui Dio insegna la geografia agli Americani.”

Hailey Gates sceglie questo esergo dello scrittore e giornalista statunitense Ambrose Bierce per introdurre il suo lungometraggio di esordio Atropia. Il film, prodotto da Luca Guadagnino, verrà proiettato in anteprima nazionale alla 21ª edizione del Lucca Film Festival.

Completare gli obiettivi, imparare la cultura e restare vivi sono questi i compiti che dovranno affrontare i soldati americani inviati in missione nella città di Atropia. Un nome che sa di luogo lontano, eppure non compare su nessuna mappa. Non esiste in Iraq, non esiste in America, non esiste in nessuno degli angoli del mondo lacerati dalla guerra. Atropia è un’invenzione, un fantasma cartografico che diventa teatro di addestramento e simulacro di conflitti reali.

Atropia set

È il 2006. Sono passati solo 5 anni da quell’11 settembre che ha aperto una frattura irreversibile nella storia contemporanea. Da quel giorno il mondo si è scoperto fragile, vulnerabile, attraversato dalla paura. L’attacco alle Torri Gemelle non ha trascinato con sé soltanto migliaia di vite, ma ha anche interrotto quell’illusione di inviolabilità del mondo occidentale. Da quel giorno la guerra non è più rimasta un altrove remoto. Ha invaso le case attraverso le immagini, si è insinuata nei linguaggi quotidiani, ha modellato i dispositivi di controllo che regolano le nostre vite.

In questo scenario si inserisce il film di Gates che non mette in scena soltanto un addestramento militare, ma la metamorfosi del modo in cui gli Stati Uniti hanno imparato a pensarsi, difendersi e ri-definirsi. La fittizia città di Atropia con le sue mura, i mercati e le moschee diventa emblema di una realtà rovesciata, di uno spazio in cui ci si prepara a combattere contro un nemico senza volto, un nemico che non si è ancora incontrato, ma che già abita l’immaginario della paura in una scenografia che diventa permanente.

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Atropia, una love story che nasce tra maldestri addestramenti

La città di Atropia non è altro che un villaggio iracheno simulato nel deserto californiano, tanto realistico quanto surreale. Qui Fayruz (Alia Shawkat), giovane attrice americana di origini irachene, si aggira tra botteghe e soldati in assetto da combattimento, partecipe volontaria di quella che si rivelerà essere un’esercitazione bellica. Lì incontra Abu Dice (Callum Turner), un soldato reduce dall’Iraq che interpreta un finto iracheno. Tra i due nasce una storia d’amore che sovverte le regole del gioco. Gates fonde commedia nera e tensione drammatica, scrutando l’inevitabile frattura tra finzione e realtà in tempo di guerra.

Atropia matrimonio

La regista gioca con lo humour nero ma senza rinunciare a una riflessione profonda sulla contemporaneità. Tanti sono, in America, i villaggi costruiti dove vengono mandati soldati ragazzini costretti a sottostare a questo strano gioco di ruolo. Tra scherzi puerili e rituali patriottici, l’atmosfera del film ricorda un videogame militare in salsa comica. Eppure, nonostante alcuni filmati di repertorio che intervallano la finzione, i protagonisti, immersi in un set di cartapesta, riescono a provare emozioni più che reali creando uno shock visivo capace di infrangere la finzione. In questo modo, siamo noi tutti costretti a confrontarci con la brutalità nascosta dietro il teatro della simulazione.

Atropia, tra villaggi-fantasma e conflitto reale

Il meccanismo narrativo di Atropia si basa su eventi storici reali. Negli anni 2000 l’esercito statuintense aveva infatti costruito nel deserto californiano interi villaggi simulati per preparare i soldati ai combattimenti urbani – come Fort Irwin – popolati da attori di origine mediorientale e veterani di guerra. Ed è qui che la simulazione militare diventa una potente metafora. Dietro ogni porta dipinta viene smascherata la cruda realtà di un conflitto che si sta svolgendo lontano dal set.

In tal senso Atropia invita a riflettere non solo sulla Guerra in Iraq, ma anche a ciò che sta accadendo in questi ultimi anni. I riferimenti al conflitto russo-ucraino e a ciò che sta accadendo sulla striscia di Gaza sono inevitabili.

atropia love story

La carica emotiva delle immagini riesce poi a trovare maggior forza nella storia d’amore tra Fayruz e Dice che si traduce nella messa in scena della stupidità della guerra. Ogni battuta nasconde, dietro un sorriso amaro, un dolore latente. Ogni ridicolo rituale militare porta con sé la consapevolezza di tragedie che mai come oggi sembrano inevitabili nella loro evitabilità.

Atropia, una satira amara per riflettere sulla contemporaneità

Il film si chiude senza offrire redenzione. Nonostante i giovani soldati non siano pronti, la partenza per l’Iraq è programmata. L’addestramento è finito ed è qui che la consapevolezza svela l’amara sconfitta. L’addestramento in quel set bellico rende ancora più visibili le future ferite che la guerra vera provocherà.

Atropia tv

Lo stile da tragedia greca lascia impietriti di fronte alla quotidianità che vediamo attraverso le nostre bolle social. Atropia ci costringe a fare i conti non solo con il passato, ma con la nostra storia quotidiana, con un presente sempre più terrificante, nascosto dietro il velo di un’esercitazione in 4D.

La regista ci obbliga a ripensare ciò che stiamo vivendo e a fare i conti con una sofferenza che sembra non avere fine. Hailey Gates con questo suo esordio ci lascia con domande a cui non è possibile dare risposta: qual è il costo umano della guerra? Fino a che punto siamo disposti ad accettare questo?

Atropia

  • Anno: 2025
  • Durata: 103'
  • Distribuzione: Memento International
  • Genere: Commedia, Dramma, Guerra
  • Nazionalita: USA
  • Regia: Hailey Gates