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‘The Sea’ Il film israeliano agli Oscar

La reazione del ministro della Cultura di Tel Aviv

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The Sea

È The Sea il film che rappresenterà Israele agli Oscar. Scritto e diretto da Shai Carmeli Pollak racconta la storia di un ragazzo di dodici anni residente a Ramallah, in Cisgiordania, che cerca di raggiungere per la prima volta nella sua vita il mare. Schivando posti di blocco militari e polizia, viene fermato dalle forze occupanti israeliane, che glielo impediscono.

The Sea: il cast formato da palestinesi

Vista la vicenda la scelta non sarà stata gradita all’attuale governo d’Israele, infatti Miki Zohar, il ministro della cultura, ha annunciato tagli per gli Ophir Awards, l’Accademia del cinema, che ha scelto il film di Shai Carmeli Pollak, assegnandoli il principale riconoscimenti e altri riconoscimenti in categorie minori.

The Sea è interpretato da quasi tutti attori palestinesi residenti a Israele, come Muhammad Gazawi, il giovanissimo protagonista, vincitore del Premio Miglior Attore.

La cerimonia di premiazione si è svolta con doverosi appelli contro la guerra e all’urgenza della pace. Il vincitore del premio al Miglior Attore Protagonista, nel suo discorso di ringraziamento:

vivere e sognare senza guerre”

La reazione del governo di Netanyahu

Khalifa Natour, invece, premiato come Miglior Attore Non Protagonista, non ha preso parte all’evento ma ha condannato il conflitto in corso con una dichiarazione letta a suo nome: “Dopo l’ingresso dell’esercito a Gaza e il genocidio che spaventa profondamente, non riesco a trovare le parole per descrivere la portata dell’orrore, e tutto il resto diventa secondario per me. Persino il cinema e il teatro“.

In una dichiarazione rilasciata dal ministero, Zohar ha definito “vergognosa” la vittoria di The Sea, sottolineando che il film ritrae i soldati israeliani ‘in una luce negativa’. “Non c’è schiaffo più grande in faccia ai cittadini israeliani dell’imbarazzante e distaccata cerimonia annuale degli Ophir Awards”, ha affermato il ministro nella nota riportata dal Times of Israel. “A partire dal bilancio 2026, questa patetica cerimonia non sarà più finanziata con i soldi dei contribuenti. Sotto la mia supervisione, i cittadini israeliani non pagheranno di tasca propria una cerimonia che sputa in faccia ai nostri eroici soldati”.

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