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‘Cutting through rocks’ di Sara Khaki e Mohammadreza Eyni, scalfire la roccia per aprire la via

Dal basso e con tenacia, anche i più piccoli cambiamenti possono stravolgere i macrosistemi

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Cutting through rocks di Sara Khaki e Mohammadreza Eyni è il film che ha vinto il Gran Premio della Giuria al Sundance Festival 2025, raccogliendo affetto e supporto: la storia di Sarah è un esempio egregio di come la resistenza, in quei paesi dove la tradizione è ancora schiacciante, si realizza attraverso una astuta collaborazione con il sistema locale. Coraggio e… tanta faccia tosta.

Un film che apre gli occhi, che ci allontana dal “solito” Iran della capitale, e ci mostra una terra ricoperta da polvere sulle strade e nelle relazioni umane.

La storia di Sarah

Girato in un lasso di tempo di oltre 7 anni, Cutting through rocks racconta dell’emancipazione di Sarah Shahverdi, ostetrica di un villaggio Hazari nel nord-ovest dell’Iran. Cresciuta in una famiglia numerosa da un padre che si aspettava un maschio, ha potuto beneficiare di una educazione fuori dalla norma. Guida la motocicletta e mette i pantaloni, ma soprattutto, dopo aver fatto nascere 400 fanciulli della sua comunità, si candida alle elezioni locali. E finisce per essere eletta, in compagnia di altri quattro invidiosissimi colleghi (tra cui il fratello).

Da quel momento per Sara inizia un periodo di attivismo politico che la espone ai giudizi delle famiglie più tradizionaliste. E nell’adoperarsi per il bene della collettività, si interessa alla sorte delle ragazze del posto, ancora vittime di matrimoni precoci(ssimi) e programmi futuri senza alcuna libertà di scelta.

“If you want to see the heaven first you need to pass the evil: and Sara did so.” [il regista Eyni]

Un lavoro lungo che veicola un messaggio impegnato

La regista Khaki ha diligentemente spiegato come la prima scena ammicchi al titolo e all’atteggiamento della protagonista che investe anima e cuore per realizzare quello in cui crede; si trattasse di tagliare la roccia per fissare un cancello instabile (ciò che si vede dalle prime inquadrature), o sfidare i pregiudizi per far fare un giro in bicicletta alle adolescenti del paese. La scena di apertura, è il benvenuto ufficiale che lei riserva non solo al pubblico che inizia proprio lì il suo viaggio; ma anche ai suoi concittadini. Viene naturalmente da riprendere Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, perché lo spazio della sua casa diventerà un centro importante di creazione di cambiamento.

La battaglia che conduce è così altruista da essere un incoraggiamento a combattere in prima persona.

Pensa alla vita come una montagna di rocce. Se si riesce a scalfire un po’ di roccia ogni giorno, ci si può aprire una via. [Sarah Shahverdi]

Cutting Through Rocks di Sara Khaki e Mohammadreza Eyni – foto stampa dal DMZ Docs

Tra la polvere e le montagne

Cutting through rocks si avvale di panorami delicati e profondità di campo notevoli, gioca con la luce forte della sabbia assolata e si lascia condurre spesso dalla motocicletta che Sarah guida da una parte all’altra della sua terra. I suoi vestiti atipici, le sue prese di posizione quasi surreali, potrebbero raccontarci della freak del villaggio. Invece è l’avanguardia, la resistenza civile, l’eroe del suo popolo e del pubblico.

Il film è stato accolto con grandissimo calore sia al Sundance che al Giffoni, dimostrando che c’è bisogno di storie con un lieto fine. Anche se questo implica battaglie stancanti e, talvolta, compromessi sofferti.

Nel villaggio di Sarah la tradizione è ancora così radicata, che qualcuno riesce a trascinarla in tribunale per chiederle un cambio di genere! Una situazione assurda, anacronistica, soprattutto per lei che si batte anima e cuore per e con le donne.

Anche nei momenti in cui sembra che l’ombra del regime e della tradizione abbiano la meglio sul buon senso, Sarah non si perde d’animo e reagisce con humour e vigore intellettuale. C’è sempre una soluzione possibile, e una alternativa per l’empowerment delle sue concittadine.

Il film ci regala un insight tutto speciale sull’Iran, una realtà così articolata dove l’approccio moderato ma sfacciato di Sarah ci aiuta a meglio elaborare. Dal basso e con tenacia, anche i più piccoli cambiamenti possono stravolgere i macrosistemi.

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