Stephen King sa bene cosa rende una storia avvincente. Il maestro dell’horror terrorizza i lettori da quasi cinquant’anni e Hollywood non riesce ancora a smettere di adattare i suoi romanzi.
Ma quando gli è stato chiesto di condividere i suoi 10 film preferiti di tutti i tempi (e sì, ha gentilmente escluso i suoi adattamenti), la lista di King ha rivelato più dei suoi semplici piaceri cinematografici proibiti: ha mostrato il suo occhio attento per la narrazione al di fuori della casa stregata.
Da flop al botteghino a tesoro di culto
King inizia con Sorcerer (1977) di William Friedkin, un film che ha avuto un clamoroso flop all’uscita, in gran parte grazie a una piccola opera spaziale intitolata Star Wars che gli ha rubato la scena.
Ma il tempo è stato clemente: oggi Sorcerer è acclamato come uno dei trionfi più personali di Friedkin. King non si limita a citare nomi, ma si schiera dalla parte del perdente, del film che è riemerso dalle macerie per diventare un classico di culto.
Il potere degli anni ’70
Non sorprende che la lista di King si basi principalmente sul decennio che lo ha plasmato come scrittore. Stiamo parlando de Il Padrino – Parte II di Coppola, del crudo Mean Streets di Scorsese e del doppio successo di Spielberg composto da Lo Squalo e Incontri ravvicinati del terzo tipo.
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Per un uomo che praticamente definisce l’horror moderno, è significativo che i suoi riferimenti cinematografici siano intrisi di paranoia, grinta e dell’ascesa del blockbuster.
Bogart due volte, De Niro due volte, Dreyfuss due volte
Se si strizza l’occhio alla lista di King, emergono degli schemi ricorrenti. Humphrey Bogart compare sia in Casablanca che in Il tesoro della Sierra Madre; Robert De Niro è presente in Mean Streets e Il Padrino – Parte II; e Richard Dreyfuss fa il doppio gioco in Lo Squalo e Incontri ravvicinati.
King ha chiaramente un suo genere, e non è il “maniaco con la motosega”, ma attori che hanno reso il cinema dagli anni ’40 agli anni ’70 una vera e propria bomba.
Una commedia romantica nel mezzo della follia
E poi c’è Ricomincio da capo. Sì, la commedia romantica in loop temporale con Bill Murray e Andie MacDowell si colloca proprio al centro della lista di King di gangster, UFO e desperados noir.
Ma onestamente, ha senso: cosa c’è di più terrificante che rivivere lo stesso giorno più e più volte? L’orrore sotto mentite spoglie, avvolto dall’umorismo impassibile di Murray.
Libri dietro i film
Ecco il punto: più della metà delle scelte di King sono nate come romanzi. Il Padrino, L’uomo che ha scommesso sul tempo, The Getaway, Sierra Madre, Lo squalo e La fiamma del peccato sono tutti nati dalla pagina. È uno specchio fedele della carriera di King, un promemoria di come letteratura e cinema siano in una danza costante.
King ha anche chiarito cosa non sarebbe stato incluso nella lista. Sì, ha escluso i suoi più grandi successi (Misery non deve morire, Stand By Me, Le ali della libertà, Il miglio verde), ma sono le assenze che bruciano. Shining di Kubrick, che King notoriamente odiava, non si trova da nessuna parte. E persino Carrie, il film che ha lanciato il suo regno dell’horror, non riceve nemmeno un cenno. Il che dimostra che, anche quando sceglie i suoi preferiti, Stephen King ama tenerci sulle spine.
Fonte: Deadline