Il Concorso internazionale cortometraggi del Lucca Film Festival, curato da Laura Da Prato e Dario Ricci, ha selezionato dodici opere tra oltre 800 lavori provenienti da tutto il mondo. Le proiezioni si terranno a Lucca il 25 e 26 settembre e includeranno due anteprime mondiali, un’anteprima europea e, per la prima volta, un documentario. Oltre ai corti in concorso, il programma prevede eventi speciali dedicati ai registi e la proiezione di quattro corti fuori concorso.
A giudicare i film, una giuria d’eccezione composta dall’attrice e regista Chiara Caselli, dal regista e sceneggiatore Lamberto Bava e dal regista belga Fabrice Du Welz.
Tra i cortometraggi in concorso spicca il documentario inglese Beyond Eden, diretto e fotografato da Al Johnstone, che racconta, cinquant’anni dopo, la storia di un gruppo di lesbiche negli anni Settanta negli Stati Uniti, rifugiate nella natura per costruire un mondo senza uomini. L’anteprima mondiale di The Cat Ice, produzione cinese-giapponese diretta da Hang Yang, segue le indagini di un detective su un uxoricidio, riportando alla luce un misterioso incidente avvenuto dieci anni prima. Sempre in anteprima mondiale, il franco-statunitense Chloé di Madeline Stephenson riporta nello scenario della Normandia del 1944, con la storia di una bambina di dieci anni che uccide un uccellino e viene punita dalla nonna sullo sfondo della guerra imminente.
Dal Belgio arriva Daniel Van Den Berg is dead di Ali Baharlou, una storia kafkiana in cui il protagonista, dichiarato morto per errore dal sistema pensionistico, deve dimostrare di essere ancora vivo. La Russia è rappresentata da Do Whatever di Farid Aziz, che esplora le differenze tra le persone in modo metaforico, seguendo due individui costretti a condividere la stessa famiglia e poi confinati insieme in situazioni sempre più surreali. Dalla Germania, The Good Woman di Masha Mollenhauer racconta di un’artista rimasta incinta contro la propria volontà, costretta a fare i conti con leggi restrittive sull’aborto.
La Francia è presente con En Beauté di Rémi Mardini, che racconta la fine pianificata della vita di una coppia dopo cinquant’anni insieme, e Papya di Constance Delorme ed Erwan Dean, storia di un nonno appassionato di ornitologia che riceve la visita dei nipoti per le vacanze. In anteprima europea, il corto indiano Moti di Yash Saraf segue un cane che si trasforma in un ragazzo, affrontando i mutamenti e le perdite legate alla sua evoluzione. Dal Taiwan, Stills Moving di Kevin Tsung-Hsuan Yeh narra la lotta di una scultrice contro la SLA, riversando tutto nella sua prossima opera. Infine, la co-produzione statunitense, messicana e olandese Synthesize Me di Bear Damen racconta la tensione tra una giovane musicista e il padre, mentre l’inglese Watch Me Burn di Sofia Spotti segue Rue, quasi sorda dopo un incidente, che trova amicizia in un gruppo di ragazze con conseguenze drammatiche.
Il concorso offre così un panorama internazionale e variegato, capace di mostrare le nuove tendenze del cortometraggio mondiale, tra sperimentazione, sensibilità e diversità stilistica.
