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Sogni al neon e lacrime in prima serata: i 10 migliori drama televisivi degli anni ’80

I gloriosi anni '80 non smettono di sorprenderci

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Gli anni ’80 sono stati un decennio turbolento, fatto di spalline, sintetizzatori e identità culturali in evoluzione, e i drama televisivi hanno rispecchiato questa turbolenza con audaci sperimentazioni. È stato il decennio in cui i drama televisivi si sono evoluti oltre le formule prevedibili, trasformandosi in soap opera tentacolari, crudo realismo di strada e melodrammi patinati e ad alto rischio.

Le serie che hanno caratterizzato l’epoca non solo hanno dominato gli ascolti Nielsen, ma hanno anche spinto la televisione verso il territorio cinematografico. Ecco i dieci migliori drama che hanno caratterizzato il decennio e rimodellato il modo in cui le storie potevano essere raccontate sul piccolo schermo.

La supremazia delle soap opera: Dallas e Dynasty

Se una coppia di show incarnava il glamour, l’avidità e i deliziosi eccessi degli anni ’80, quella era Dallas (1978-1991) e Dynasty (1981-1989). Ewings, ricco di petrolio, trasformò la pugnalata alle spalle in una forma d’arte e regalò all’America il cliffhanger più famoso di tutti i tempi con “Chi ha sparato a J.R.?”.

Dynasty, nel frattempo, raddoppiò la dose di alta moda e risse tra donne, con Alexis Carrington interpretata da Joan Collins che trasformò la cattiveria in un’arte performativa di altissimo livello. Insieme, questi show perfezionarono la soap opera della sera: scandalosa, avvincente e vestita Armani.

Dallas

Law and Disorder: Hill Street Blues, Cagney & Lacey e L.A. Law

I drammi legali e polizieschi degli anni ’80 rimodellarono per sempre le convenzioni televisive. Hill Street Blues (1981-1987) introdusse l’idea di una serie poliziesca corale con trame serializzate e casi moralmente complessi, definendo il modello per tutto, da The Wire a NYPD Blue. Cagney & Lacey (1981-1988) aprì nuove strade con due donne al centro: detective tenaci che conciliavano lavoro e vita privata, aprendo la strada ai drammi polizieschi guidati da donne.

Poi arrivò L.A. Law (1986-1994), con i suoi astuti avvocati yuppie in abiti Armani che affrontavano temi sociali scottanti. Insieme, questi show trasformarono l’aula di tribunale e il distretto in campi di battaglia culturali.

Hill Street Blues

Ospedali, umanità e cuori infranti: St. Elsewhere e China Beach

I medical drama fiorirono negli anni ’80, ma St. Elsewhere (1982-1988) era qualcosa di diverso: cerebrale, cupamente divertente e surreale. L’ambientazione ospedaliera di Boston divenne il palcoscenico per una narrazione corale che non temeva la tragedia o l’assurdo, culminando in uno dei finali più famigerati della televisione.

China Beach (1988-1991) si spinse oltre, concentrandosi sulle donne che lavoravano come infermiere e intrattenitrici durante la guerra del Vietnam. Con la sua narrazione onirica e la sua straziante onestà, colmò il divario tra il dramma di prestigio e le convenzioni della rete, un antenato di ER e Grey’s Anatomy.

Neon e Noir: Miami Vice e Magnum P.I.

Poche serie hanno incarnato l’estetica degli anni ’80 come Miami Vice (1984-1989). Il poliziesco di Michael Mann, intriso di neon, era tutto abiti pastello, motoscafi e Phil Collins nella colonna sonora, ma sotto lo stile si celava una sensibilità noir su corruzione e compromessi morali.

Nel frattempo, Magnum P.I. (1980-1988) regalò al pubblico gli iconici baffi e le camicie hawaiane di Tom Selleck, mescolando un’evasione spensierata con le sfumature più cupe del malessere post-Vietnam. Queste serie dimostrarono che la televisione ricca d’azione poteva essere sia un intrattenimento patinato che un commento sul suo momento culturale.

Magnum pi

Il palcoscenico della vita: Fame

A chiudere il decennio con un’esplosione di energia fu Fame (1982-1987), un dramma ambientato in un liceo di arti performative di New York. Offriva un caleidoscopio di ambizioni adolescenziali, sofferenze e musica, catturando il sogno della celebrità e riconoscendone la grinta.

A differenza delle sue contemporanee soap opera, Fame celebrava la resilienza e la lotta artistica, incarnando sia lo spirito ambizioso che le ansie della gioventù dell’epoca.

Perché gli anni ’80 contano ancora

I drammi degli anni ’80 rimangono fondamentali perché hanno osato oltrepassare i confini del primetime. Hanno sperimentato la narrazione a puntate (Hill Street Blues), ridefinito icone culturali (Dallas) e infuso i palinsesti delle reti sia con un crudo realismo che con un glamour sfacciato.

Se la “televisione di prestigio” di oggi sembra rivoluzionaria, vale la pena ricordare che la rivoluzione è iniziata qui, con Ewings, detective, dottori e sognatori che hanno aperto la strada sotto la luce dei neon e l’ombra dell’eccesso.

 

 

Fonte: Collider