K9 – Squadra Antidroga, film diretto da John Stalberg Jr. (Crypto, Il rodeo dell’anima) e distribuito da RLJE Films arriva su Prime Video. Uscito al cinema negli Stati Uniti il 29 settembre 2023 e in Italia nel 2024, il film incentra il racconto sul rapporto simbiotico di un agente di polizia (Aaron Eckhart) dell’unità cinofila K9 e il suo cane.

K9 squadra antidroga: L’uomo è un animale sociale

“L’affetto per un cane dona grande forza all’uomo.”

(Lucio Anneo Seneca)

Amore incondizionato, fiducia, compagnia e complicità sono gli elementi che hanno sempre contraddistinto il legame tra uomo e cane.

Il cane riesce a portare gioia, calore, comprensione ed è un animale che, nel momento di difficoltà, riesce a stare vicino all’uomo e a portargli un po’ di sollievo.

Il protagonista del film, Jake Rosser (Aaron Eckhart) è un agente di polizia affetto da stress post-traumatico. Si è sentito per anni solo, arrabbiato ed incompreso, finché nella sua vita non è subentrato Ace, il suo cane.

Ace diventa il suo compagno di vita, lo assiste nel lavoro ed è, a tutti gli effetti, un “cane-agente” che Jake considera suo partner, figlio, amico e, per riassumere il tutto, un suo pari.

Le cose belle però, a volte, sono solo di passaggio. Infatti, la trama inizia a prendere una piega negativa per il protagonista, quando il suo cane viene ucciso in una sparatoria con trafficanti di droga.

L’agente Rosser non accetta la perdita del suo compagno ed è convinto che sia stato intenzionalmente assassinato. Per questo, vuole rintracciare i colpevoli e rendergli giustizia.

Per poter completare la sua missione però, ha bisogno di un altro partner. Non può fare tutto da solo, ed è qui infatti che entra in gioco Socks, nuovo cane-agente dell’unità K9.

PTSD anche per gli animali

Con l’arrivo del nuovo partner, vediamo un nuovo tipo di simbiosi tra i due protagonisti: entrambi sono affetti da Stress Post-Traumatico (PTSD) ed hanno un passato violento.

Sembrano essere l’uno lo specchio dell’altro e, proprio perché sono incredibilmente simili, hanno paura a fidarsi e ad aprirsi nuovamente a qualcuno.

Le alterazioni di stato d’animo, rabbia, attacchi di panico improvvisi, difficoltà nel relazionarsi con persone nuove, che sono caratteristiche dello PTSD, vengono infatti mostrate nel film più volte sia da parte di Jake che di Socks.

Ne abbiamo un esempio con il primo incontro tra i due: la rabbia mista a paura, viene mostrata con Socks che cerca di mordere l’agente Rosser, il quale riesce prontamente a tranquillizzarlo e a fargli capire che non gli farà del male.

Entrambi hanno bisogno di affetto e comprensione, ma non sempre riescono a gestire le proprie emozioni, che spesso vengono sopraffatte da ansia, scatti d’ira e agitazione.

Dunque, ogni cosa nel film ruota attorno al rapporto uomo-animale, al bisogno di avere qualcuno accanto, alla paura di sentirsi soli e alla necessità di avere giustizia.

Cosa non funziona

La trama si svolge in maniera piuttosto lineare, ma risulta banale, monotona, scontata, ricca di cliché: i dialoghi sono pieni delle cosiddette frasi fatte, e non riesce a coinvolgere emotivamente lo spettatore.

Anche Aaron Eckhart, che solitamente regala buone interpretazioni come quella ne Il Cavaliere Oscuro (2008), dove interpreta Harvey Dent/Due Facce, qui non riesce a fare del suo meglio, forse per colpa di una sceneggiatura debole e poco convincente.

Anche dal punto di vista delle scene d’azione e gli intrighi con i trafficanti di droga, qualcosa non torna mai. Niente nel film viene approfondito fino alla fine e tutto rimane sospeso, anche quando viene rintracciato il colpevole.

È vero che il centro della narrazione si basa sul rapporto bellissimo che si crea tra uomo e animale, ma se manca un contorno solido a sostenere tutto il resto del film, allora il rapporto tra Jake e Socks non basta a reggere la narrazione. E se a tutto quanto aggiungiamo dialoghi poco efficaci e interpretazioni un po’ blande, beh … il film risulta dimenticabile.