Pasolini, un delitto italiano (1995) è un film diretto da Marco Tullio Giordana e interpretato da Carlo De Filippi, Nicoletta Braschi e Andrea Occhipinti. Ambientato nel pieno degli Anni di Piombo, parla dell’inchiesta sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini. Un film alla ricerca della verità per uno dei grandi delitti irrisolti della storia italiana.
È stato prodotto e distribuito da Cecchi Gori Group.
Oggi, il film è disponibile sul canale Infinity di Prime Video.
La trama
Roma, novembre 1975. Il corpo massacrato di Pier Paolo Pasolini viene ritrovato all’Idroscalo di Ostia. A distanza di poche ore, un giovane ragazzo di vita, Pino Pelosi, viene arrestato e confessa l’omicidio. Ma la sua versione è debole, contraddittoria, piena di zone d’ombra. A vent’anni esatti dalla morte dell’intellettuale, Marco Tullio Giordana in Pasolini, un delitto italiano (1995), ricostruisce non solo il delitto, ma soprattutto il processo a Pelosi, mettendo in luce le lacune, i silenzi e le manipolazioni istituzionali che hanno seppellito per sempre la verità.
Un’opera civile, non solo giudiziaria
Il film, tratto dal libro-inchiesta Profondo nero di Carla Benedetti e Gianni Borgna, si muove tra ricostruzione documentaristica e tensione drammatica. Cinque anni prima de I cento passi e otto prima de La Meglio Gioventù, grandi opere sociali e politiche sull’Italia del passato, Giordana firma un lavoro sobrio, asciutto, ma di forte impatto etico, ambientato negli anni Settanta. Il processo a Pelosi diventa così simbolo di un paese che forse non ha mai voluto davvero scoprire chi ha ucciso Pasolini – e soprattutto perché.
Il film evita lo spettacolo, preferendo la denuncia. Le immagini d’archivio, le deposizioni, le testimonianze fanno emergere un clima plumbeo, in cui Pasolini – intellettuale scomodo, omosessuale, comunista non allineato – viene giudicato più per ciò che rappresentava che per quanto gli è accaduto.
Una regia rigorosa e un cast efficace
Giordana sceglie una regia quasi televisiva, facendo parlare soprattutto il testo e il contesto. Non c’è morbosità, né ricorso al romanzo. La sceneggiatura, scritta con Sandro Petraglia e Stefano Rulli (da quel momento suoi collaboratori fissi) mantiene un tono rigoroso e incalzante.
Carlo De Filippi (che morirà solo un anno dopo l’uscita del film per overdose), tratteggia un Pelosi ambiguo e contraddittorio, evitando la caricatura.
Ma la vera protagonista sembra quasi l’assenza: quella della verità, quella della giustizia, ma soprattutto quella di Pasolini stesso, presente-assente per tutta la durata del film.
Perché vederlo oggi
A quasi cinquant’anni esatti dalla morte di Pasolini, Un delitto italiano resta un documento imprescindibile. Non solo per gli amanti del cinema civile, ma per chiunque voglia interrogarsi su come lo Stato possa coprire, distorcere, archiviare.
Potete vedere il film con la settimana di prova gratuita su Prime Video (canale Infinity Selection) o su Infinity.