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Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

Jeannette Muñoz: il cinema sperimentale per raccontare i luoghi

Jeannette Muñoz sarà ospite alla 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro

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La 61esima edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema, organizzata dalla Fondazione Pesaro Nuovo Cinema, è in programma a Pesaro dal 14 al 21 giugno 2025.

Tra i numerosi ospiti di questa edizione, ci sarà la regista cilena Jeannette Muñoz, una delle esponenti più innovative del cinema sperimentale degli ultimi venti anni, cui la rassegna dedicherà un omaggio.

Biografia di Jeannette Muñoz

Jeannette Muñoz, nata a Santiago del Cile nel 1967, ha studiato belle arti all’Università del Cile, prima di accettare una borsa di studio a Parigi negli anni ’90, grazie al quale scopre il cinema sperimentale.

“Il disegno e la fotografia erano i miei interessi. Per un periodo ho fatto fotografia sperimentale, realizzando le mie emulsioni”

Nel 1998 si trasferisce a Zurigo, dove realizza le sue prime riprese cinematografiche: documentari, film d’animazione e altro ancora, con una cinepresa portatile Super 8. Nel 2001, quando inizia a usare una cinepresa Bolex 16 mm, sviluppa il suo stile personale.

Dalle sue registrazioni sono emerse due serie, Envíos (Dispatches) e Puchuncaví . Nel suo film, Puchuncaví , Muñoz esamina un sito indigeno omonimo sulla costa del Pacifico, a nord-ovest di Santiago del Cile, che era anche il capolinea meridionale del sistema stradale Inca.

Tra il 2011 e il 2012, Muñoz lavora a due progetti di cortometraggi, che ha realizzato in modo più tradizionale, non secondo il suo metodo. Il suo film Villatalla (2011) documenta un remoto villaggio in Liguria, dove rimangono solo pochi residenti e il lavoro scarseggia. Nel 2012 realizza Strata Of Natural History. La sua ultima pellicola è Fragments of Love (2018)

I cortometraggi di Jeannette Muñoz

Il cinema secondo Jeannette Muñoz

Il cinema, secondo la regista cilena, è frammentario. L’idea di frammentazione si percepisce nei suoi lavori, la regista si ferma in un luogo per vedere cosa succede, come si muovono le cose, riprendendole attraverso l’inquadratura fissa. Come ha dichiarato:

“Giro a frammenti; ho tre minuti, e al loro interno li ricompongo o li presento come frammenti validi di per sé”

La regista sostiene che il cinema è comunicazione, uno strumento, un intero linguaggio che si è sviluppato fin dagli albori. Muñoz ha girato per anni in luoghi chiedendosi il motivo per cui facesse cinema. La risposta è stata quella di condividerlo con un pubblico, con una persona, e condividere le proprie visioni.

Il suo cinema è caratterizzato da elementi appartenenti alla narrativa come il rallentatore, sovrimpressioni, inquadrature sfocate, tecniche che fanno parte del linguaggio convenzionale.

La regista non lavora con il sonoro, se non in rare occasioni. Il sonoro non supporta il film, ne è indipendente, e li presenta insieme per vedere cosa succede tra di loro, perché non le interessa manipolare la situazione. La Muñoz offre un cinema purista, mostrando l’immagine in quanto tale.