Withnail & I è uno di quei rari film che non ti abbandonano mai una volta entrato nel flusso sanguigno, come i postumi tossici di una bella serata a cui sei sopravvissuto a stento. Il classico cult del 1987 di Bruce Robinson, in streaming su Prime Video, basato sulle sue disperate esperienze di attore in difficoltà, rimane un mix esuberante di commedia, tragedia e intossicazione teatrale.
Iscriviti a Prime Video per un periodo di prova gratis di 30 giorni.
Con Richard E. Grant e Paul McGann nei panni di due attori disoccupati che precipitano verso il fondo nella Londra di fine anni ’60, il film è invecchiato come il miglior vino rosso, preferibilmente rubato, non pagato.
Un film cult che ha inciampato nell’immortalità
Ambientato alla fine degli anni ’60, Withnail & I racconta la storia di Withnail, un aspirante attore palesemente alcolizzato, e del suo amico più cauto e senza nome (semplicemente “I”), mentre fuggono dalla sporcizia di Camden per la “deliziosa” campagna. La trama è notoriamente esile – una vacanza finita male – ma la ricchezza sta nei dialoghi, nelle interpretazioni e nell’insopportabile tensione tra il comico e il tragico.
La sceneggiatura di Robinson è un teatro dell’assurdo dipinto con un realismo macchiato di nicotina. Frasi come: “Siamo andati in vacanza per sbaglio!”, o: “Pretendo un po’ di alcol!” sono ormai impresse nel lessico degli appassionati di cinema britannico. Eppure, nonostante le risate, c’è un doloroso senso di sogni perduti. Questa non è solo una commedia: è un elogio alla giovinezza, all’ambizione e alla peculiare malinconia di essere lasciati indietro.
La campagna inglese come antagonista assurdo
Il Lake District di Withnail & I non è solo una location: è un oppressore, un paesaggio che incombe con una sorta di comica malvagità. Laddove la maggior parte dei film tratterebbe la campagna come un rifugio, qui è qualcosa a cui sopravvivere. La pioggia è costante, la gente del posto è ostile e le mucche sono, letteralmente, aggressive. È come se la terra stessa provasse risentimento per questi due maldestri cittadini.
Eppure, la bellezza aspra del paesaggio sottolinea la tragedia del film. Questi uomini sono così consumati dai loro fallimenti a spirale che non riescono a vedere la redenzione pastorale che li circonda. La campagna diventa un personaggio a sé stante, che rimane stoicamente indifferente al loro dramma.

Richard E. Grant in una scena sopra Haweswater Reservoir nella Cumbria, per il film ‘Withnail & I’, 1986. (Foto di Murray Close)
La Swinging London e l’ombra degli anni Sessanta
Sebbene ambientato nel 1969, Withnail & I sembra un film girato durante la sbornia degli anni Sessanta, un’epoca in cui l’idealismo si trasformava in delusione. Cattura un momento culturale appena prima che la Gran Bretagna thatcheriana ridefinisse l’umore nazionale, e lo fa con una trama notevole. I personaggi sono figli di un sogno bohémien già in rovina.
Il film condivide una parentela tonale con la New Wave britannica dei primi anni Sessanta – il realismo da cucina di Sabato sera e domenica mattina (Karel Reisz, 1960) o The loneliness of the long distance runner (Tony Richardson, 1962) – ma qui la sporcizia è impregnata di ironia e autodistruzione. Withnail & I è al tempo stesso un discendente e un’elegia per il cinema dei giovani arrabbiati.
Richard E. Grant e il ruolo che lo ha reso intramontabile
È impossibile parlare di Withnail & I senza inginocchiarsi di fronte all’interpretazione di Richard E. Grant. Nei panni di Withnail, è un uomo in costante, teatrale protesta contro la propria mediocrità. Ciò che rende il ruolo ancora più sorprendente è che Grant, all’epoca astemio, interpreta in modo convincente uno degli ubriaconi più iconici della storia del cinema.
Dopo aver festeggiato di recente il suo compleanno, Grant continua a essere una meraviglia di ampiezza e grazia, ma Withnail rimane il suo segno indelebile: una creazione così sfacciatamente tragica da diventare mitica. Che esiga vini pregiati in un pub di campagna o minacci di combattere un bracconiere con un bollitore, Withnail è una creazione di portata shakespeariana. Lo si deride, poi si soffre per lui, poi ci si rende conto di poter essere lui.

Richard E. Grant e Paul McGann
Un brindisi agrodolce al fallimento
Nonostante la sua sguaiataggine, Withnail & I parla in definitiva di una perdita. La perdita dell’amicizia, della giovinezza, delle illusioni sul futuro. La scena finale – il personaggio di McGann che si allontana sotto la pioggia mentre Withnail interpreta Amleto ai lupi allo zoo di Regent’s Park – è tra gli addii più toccanti del cinema. È la fine di un capitolo che non si erano mai resi conto di chiudere.
Ciò che Robinson cattura così splendidamente è il momento appena prima che l’età adulta diventi irreversibile. Questi personaggi non sono ancora del tutto adulti, ma sanno di aver perso la loro occasione. È questo che conferisce a Withnail & I la sua potenza duratura. Non si tratta di essere ubriachi, al verde o infreddoliti: si tratta di sapere di essere stati quasi qualcosa, e ora non lo sarai mai.
Alla migliore follia
Withnail & I è il tipo di film che non si limita a intrattenere, ma diventa parte della tua vita. Dà un linguaggio a cose che non sapevamo di dover esprimere: la paura del fallimento, l’umorismo della disperazione e la strana poesia dell’amare i propri amici anche quando ci si allontana. È un film che non dovrebbe funzionare: è troppo triste, troppo strano, troppo specifico. Eppure funziona come un bicchierino del vino più pregiato: ricco, cupo e indimenticabile.
Guardare Withnail & I è come prendersi una vacanza per sbaglio e rendersi conto, alla fine, di non voler più tornare.
Editing Giulia Radice.