In anteprima nazionale è stato proiettato al Riviera International Film Festival ,The Hunt for Meral Ö, il primo lungometraggio di finzione diretto dal regista olandese Stijn Bouma.
Un graffiante ritratto di un dramma contemporaneo.
The Hunt Meral Ö La trama
Meral Özturk affronta una crisi finanziaria quando l’amministrazione fiscale olandese chiede, ingiustamente, il rimborso delle prestazioni per l’infanzia. Mentre la sua vita cade a pezzi, Meral scopre che un investigatore si sta infiltrando nella sua vita, costringendola a prendere misure drastiche per proteggere le sue figlie. [sinossi ufficiale]

Un fatto realmente accaduto
Dilan Yurdakul, nel ruolo di Marel, mamma divorziata con due bambine, è la protagonista di The Hunt for Meral Ö, un film incentrato su un dramma sociale realmente accaduto. Siamo nel 2009 in Olanda, dove il governo, senza nessun motivo apparente, chiede la restituzione di sussidi per l’infanzia. A ricevere l’ingiunzione di pagamento sono soprattutto famiglie d’origine straniere, come Marel nata in Turchia, ma da anni in Olanda con le sue due bambine, nate da un matrimonio ormai finito.
Tra mille sacrifici e doppi lavori Marel riesce a tirare avanti e crescere le figlie. Un giorno, però, ecco arrivare la cattiva notizia: l’amministrazione chiede la restituzione del sussidio, una somma che si aggira più o meno suoi 30 mila euro. Per Marel inizia un incubo, non le sembra vero. Ha le prove che quei soldi le aspettano e la richiesta di restituzione non ha senso. Per le Istituzioni, però, non è così e ogni tentativo va a vuoto, ogni volta che prova a far valere i propri diritti si ritrova a scontarsi contro un muro di gomma impenetrabile.
Un’inchiesta sociologica e politica
Su questa drammatica vicenda il regista Stijn Bouma si misura per la prima volta con il cinema di finzione, portandosi come dote la sua passata esperienza da documentarista. The Hunt for Meral Ö restituisce una precisa fotografia che cattura la realtà di uno spaccato sociale in un Paese europeo. Un’ inchiesta sociologica e politica in un contesto di democrazia, in cui vengono calpestati i diritti dei più deboli.
Marel è straniera, mussulmana e per giunta una mamma, senza un uomo accanto, la vittima perfetta. Ma per chi? In questo caso l’antagonista non si incarna in un un unico personaggio, ma prende una forma molto più complessa, perché i fatti esposti sono tratti dalla realtà e si sa la realtà è complessa per sua natura.
La protagonista di The Hunt for Meral Ö si ritrova a lottare con tutte le sue forze contro l’ingiustizia di un sistema, un mostro, spesso invisibile che, quando si palesa dinanzi alla nostra eroina, non lascia via di fuga e non fa sconti.
E così Marel si ritrova a vivere, anzi a sopravvivere in un inferno dantesco, diventando la versione femminile di Josef K. de Il processo di Franz Kafka, con un’ambientazione estremamente contemporanea.

Dilian Yurdakul in The Hunt for Meral Ö
Accanto alla resa della realtà il regista, che scrive il film insieme a Roelof Jan Minneboo, riesce a penetrare l’intimo della sua protagonista. Una donna vulnerabile, ma allo stesso tempo forte, con una corazza impenetrabile, come ogni mamma possiede. Marel non si dà per vita, ma i momenti di sconforto sono tanti e quando sembra cedere, una lacrima solca il suo viso, desiderando un totale annientamento di sé stessa. Come ogni mamma, la protagonista di The Hunt for Meral Ö deve vivere per i suoi figli e non importa se per farlo deve rinunciare alla propria dignità.
Questi sentimenti sono incarnati magistralmente da Dilan Yurdakul (Hartenstrijd), nata in Turchia, come il suo personaggio. L’attrice non sbaglia un colpo nella sua parte, riuscendo a vestire i panni di una mamma dolce e premurosa, di una donna indipendente e coraggiosa, quando occorre anche sensuale. È sul suo talento che il regista costruisce l’intero film, che riesce a restituire un fatto reale, arricchendolo con pochi, ma essenziali elementi fantasiosi, per incrementare la pietas dell’intera vicenda.
Quest’ultima, infine, viene sottolineata da una regia che maneggia il campo e il controcampo, visualizzando un itinerario quotidiano che si fa straordinario con protagonista l’amore di una mamma che diventa l’eroina di un dramma sociale accaduto in un passato, purtroppo, ancora presente.