‘Flight Risk’ L’omaggio di Mel Gibson agli action movie

Photo Credit: Courtesy of Lionsgate

Mel Gibson torna in cabina di regia con Flight Risk, distribuito in sala da Eagle Pictures dal 24 aprile. La pellicola è stata girata nel periodo del famoso sciopero SAG-AFTRA, per lo più in Alaska, ed è uscito a gennaio 2025 negli Stati Uniti, ricevendo però critiche piuttosto negative. Eppure, ci troviamo dinanzi a un action divertente e pulito, che non ha pretese di sorta e che alla fine tiene alto il livello di attenzione.

Sarà la bravura degli attori in cartellone – Mark Wahlberg, Michelle Dockery e Topher Grace – o sarà l’idea alla base, debitrice in qualche modo di tanti cult del genere (ai quali rende omaggio), fatto sta che Flight Risk funziona, a patto di non alzare troppo le aspettative.

Flight Risk | La trama

Madolyn Harris (Dockery) è una U.S. Marshal tornata in azione dopo un lungo periodo di assenza. Grazie alla fiducia del suo capo, la donna ha avuto l’incarico di scovare un testimone chiave e di scortarlo a New York per il processo contro una famosa famiglia malavitosa, i Moretti. Dall’Alaska, dove Winston (Grace) si era nascosto, ad Anchorage, Madolyn deve sfruttare il passaggio, a bordo di un charter privato, di Daryl Booth (Wahlberg).

Sapevo che mi sarei divertito con te.

Quest’ultimo appare subito un personaggio alquanto particolare, ma solo una volta saliti ad alta quota e nel bel mezzo della traversata, svela le sue vere intenzioni. L’uomo tenta di mettere knockout Madolyn, ma con l’aiuto di Winston l’agente ha la meglio. Almeno sino a quando non si rende conto che ora spetterà a lei pilotare l’aereo.

Michelle Dockery as Madolyn in Flight Risk. Photo Credit: Courtesy of Lionsgate

Punti di forza di un action semplice ma efficace

L’ironia è la chiave di volta di Flight Risk: mantenere una leggerezza di fondo permette di non prendersi troppo sul serio e di giocare con tutta una serie di canoni senza paura di risultare irrispettoso o incongruente. Esperto in materia e sicuramente appassionato, Gibson realizza un action movie semplice ma efficace, affidandosi a ciò che conosce meglio e non esagerando in alcun modo. I suoi attori risultano credibili e simpatici, tutti nessuno escluso, portatori di valori precisi e riconoscibili.

Volevo tutto facile.

Se i colpi di scena non sono tra i punti di forza della pellicola, sicuramente lo è la curiosità di sapere come andrà a finire la vicenda. Potrebbe sembrare facile, ma riuscire a intrattenere il pubblico con tre soli personaggi in un ambiente piccolo e ristretto a disposizione risulta apprezzabile, soprattutto perché stiamo parlando di un action. Ovviamente, ad aiutare nello scopo ci pensa la sceneggiatura di Jared Rosenberg, che dà sostanza ai personaggi: nel momento in cui Madolyn e Winston si aprono e si confidano, scopriamo qualcosa in più su di loro, mentre su Daryl si può solo intuire o supporre cosa si nasconde dietro alle sue azioni.

Topher Grace as Winston in Flight Risk. Photo Credit: Courtesy of Lionsgate

Il passato, cuore e motore della narrazione, a cui si legano temi quali quello della fiducia, delle seconde occasioni, della redenzione e del rimpianto, offre una prospettiva interessante, che impreziosisce il progetto.

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