Trattare tematiche come quelle di genere e sessualità è sempre spinoso ma non se ti chiami Todd Haynes, che nel 1998 mette insieme un cast straordinario composto da Jonathan Rhys Meyers, Christian Bale, Ewan McGregor e Toni Collette su tutti, per raccontare una storia che mescola musica, moda, amore e dramma dando vita ad uno dei suoi film migliori e sicuramente uno dei migliori film dedicati al glam rock anni ’60 e ’70. Questo e non solo è Velvet Goldmine, film simbolo di una generazione che ha travolto la cultura europea e che ci ha lasciato in eredità leggende della musica come David Bowie, Lou Reed e Iggy Pop.
Trama
La trama di Velvet Goldmine è molto semplice: 1984, Arthur Stuart, interpretato da un giovane e sempre magnifico Christian Bale, è un giornalista inglese che lavora a New York, incaricato di svolgere una ricerca su un cantante glam rock sparito dalle scene, Brian Slade (Jonathan Rhys Meyers). Slade dieci anni prima aveva simulato la sua morte durante un concerto, e da quel momento in poi se ne sono perse le tracce. Tutto il film si sviluppa nella ricerca di Slade e nella ricostruzione della sua carriera da parte di Stuart che aveva frequentato la scena glam rock durante la sua giovinezza.
Una fiaba musicale fuori dal tempo
La magnificenza di Velvet Goldmine non si racchiude nella trama ovviamente, ma nel modo in cui Haynes racconta la storia di Brian Slade. Il registo losangelino parte da lontano, addirittura da Oscar Wilde, in un mix incredibile di citazioni cinematografiche, letterali, teatrali, musicali e culturali. Haynes costruisce, o meglio, ricostruisce una storia assolutamente personale del glam rock britannico grazie ad un uso sapiente della temporalità della narrazione. Il racconto si alterna continuamente tra l’indagine presente di Arthur, i suoi ricordi del periodo glam rock e la storia di Slade. Questo mescolamento continuo crea una narrazione onirica e ipnotica che attrae quasi a livello erotico. Alla narrazione prettamente cinematografica si affianca poi quella della musica, grande protagonista del film. Per Velvet Goldmine Haynes mette insieme una raccolta di brani glam rock del presente e del passato, interpretati tra gli altri da Thom Yorke, Mark Arm, i Placebo e lo stesso Ewan McGregor che interpreta Curt Wild, l’amante di Brian Slade.
Sesso, droga e Glam rock
Velvet Goldmine come ogni film che si rispetti, non tralascia nulla, nemmeno le tematiche più spinose. Haynes calibra perfettamente il tutto però. Non limitandosi ad una glorificazione nostalgica e fine a sé stessa di quel periodo, Velvet Goldmine ne mette in mostra anche le criticità. Il bigottismo della società dell’epoca, le ipocrisie e i giochi di potere, le problematiche di una generazione che lottava per la libertà di esprimersi e che a volte lo faceva anche in modi dannosi attraverso, ad esempio, l’uso di stupefacenti. Il tutto è trattato con una forza delicata che non può lasciare indifferenti. I rapporti tra i personaggi, specialmente quelli che ruotano attorno a Slade, mostrano sfaccettature che lasciano intravedere anche i lati negativi di un’epoca che ha lasciato un segno indelebile in chi l’ha vissuta e che continua ad affascinare anche chi è lontano nel tempo.
In conclusione
Velvet Goldmine non è solo un ritratto nostalgico di una generazione, ma è una grande fiaba che raccoglie momenti che hanno cambiato per sempre la cultura europea. Il racconto che mescola passato e presente diviene un viaggio onirico nella memoria stessa del glam rock pur senza rinunciare alla critica verso una società bigotta ma anche verso chi quella rivoluzione l’ha creata e sfruttata a proprio piacimento, forse anche allontanandosi dagli ideali di libertà e di rivendicazione di un’identità collettiva prima che individuale. Velvet Goldmine, assieme a titoli come La Vita di Adele, Crossing e Ritratto della giovane in fiamme, verrà presentato il 16 aprile al Lovers Film Festival, una delle più importanti manifestazioni cinematografiche italiane e internazionali.
