fbpx
Connect with us

Latest News

La vera storia delle madri di Corby in ‘Toxic Town’

John Thorne nella miniserie 'Toxic Town' racconta la storia delle madri che hanno lottato per fare in modo che i loro figli avvelenati dalle scorie dell’acciaieria avessero giustizia

Pubblicato

il

Toxic Town

Toxic Town, la miniserie Netflix, scritta da Jack Thorne (JOY – The birth of IVF) e diretta da Minkie Spiro, racconta uno dei più grandi scandali ambientali che ha coinvolto, dalla fine degli anni ’80, Corby una cittadina del Regno Unito. Le scorie provocate dall’acciaieria portarono alla nascita di bambini con malformazioni, la miniserie pone l’attenzione su tre madri e la loro lotta per avere giustizia.

Ha dichiarato Thorne a John Dilillo:

‘Queste tre [donne] sembravano avere tutti angoli diversi che potevi esplorare nella serie’, dice. ‘E quindi è stato come, OK, questo è il nostro punto di partenza. Come raccontiamo la storia di queste tre donne?’

Il cast è composto da  Jodie Whittaker, Robert Carlyle, Aimee Lou Wood, Rory Kinnear e Brendan Coyle.

Il declino industriale di Corby in ‘Toxic Town

Quando nel 1980, l’acciaieria di Corby chiuse, 11.000 uomini persero il lavoro, con un impatto devastante sull’economia locale. Ma il danno economico non fu l’unico problema che la città dovette affrontare. L’intero territorio si ritrovò intrappolato in una nube tossica causata dalle scorie della produzione dell’acciaio, un miscuglio letale di arsenico, cadmio e calcio. Queste scorie accumulate in enormi bacini di decantazione nei dintorni della città, hanno trasformato le vecchie cave in pozze stagnanti di veleni. Per evitare un disastro ambientale, il consiglio comunale ottenne fondi governativi per un ambizioso progetto di bonifica, con l’obiettivo di ripulire l’area e dare una nuova vita a Corby.

Toxic Town

La bonifica e i pericoli incontrollati

Tra la fine degli anni ’80 e la metà degli anni ’90, camion carichi di fanghi tossici attraversarono le strade di Corby per trasportare i rifiuti verso le discariche ai margini della città. Ma nessuno si preoccupò di coprire i camion: la polvere velenosa si sparse sulle strade, si disperse nell’aria, contaminando l’ambiente e causando danni alla salute della popolazione. Le madri incinte respiravano quotidianamente quest’aria tossica. Il risultato fu che tra il 1989 e il 1998 nacquero ben 19 neonati con malformazioni agli arti, una cifra anomala. Alcuni casi furono estremamente gravi, come quello di Shelby, la figlia di Tracy Taylor (Aimee Lou Wood), che morì poco dopo il parto a causa di gravi problemi agli organi. Altri genitori, come Susan McIntyre (Jodie Whittaker) e Maggie Mahon (Claudia Jessie), notarono simili malformazioni nei bambini nati in quegli anni.

Ha raccontato McIntyre a John Dilillo:

“Ero in ospedale con molte altre madri che avevano bambini, e alcune di loro avevano bambini che avevano problemi agli arti”, ha detto McIntyre. “E io dicevo: ‘Oh, starai bene’, e li confortavo, e poi quattro mesi dopo, la stessa cosa è successa a me. Ho avuto un bambino con la stessa identica cosa. E ho pensato che fosse strano.

Toxic Town

La battaglia legale e il risarcimento

Nel 1999 un giornalista del Sunday Times, Graham Hind, decise di indagare e pubblicare un’inchiesta. Un avvocato di nome Des Collins (Rory Kinnear) si fece avanti e iniziò una battaglia legale che durò quasi dieci anni. Le prove erano difficili da raccogliere, il consiglio comunale continuò a negare ogni responsabilità. Grazie a un informatore interno, venne trovato un fascicolo anonimo contenente documenti riservati che rivelavano la verità. Alcuni rapporti interni mostravano che i residenti erano stati esposti a sostanze tossiche come arsenico, zinco e boro durante la bonifica. Nonostante ciò, nessuno fermò i camion non coperti e nessuno decise di proteggere la popolazione. Nel 2009, le madri di Corby vinsero la causa, il tribunale dichiarò il consiglio comunale responsabile di danni ambientali e violazioni della sicurezza pubblica. Le famiglie ebbero un risarcimento di 14,6 milioni di sterline. Tuttavia, nessuno dei responsabili pagò per il disastro, e l’ex leader del consiglio, Kelvin Glendenning, continuò a negare le accuse fino all’ultimo.