Renée Zellweger è una delle attrici internazionali con il talento più versatile e autentico degli ultimi vent’anni, famosa per la sua capacità di immergersi in ruoli sempre diversi, trasformandosi ed entrando nel personaggio a 360°.
La star di Hollywood è capace di passare naturalmente dalla commedia romantica, al musical al film drammatico. È stata, infatti, vincitrice di due Premi Oscar, come migliore attrice non protagonista per Ritorno a Cold Mountain (2003) e il secondo come migliore attrice protagonista per Judy (2019), in cui ha interpretato magistralmente Judy Garland.
Facciamo un breve viaggio tra i suoi successi, analizzando perché Renée Zellweger è una delle attrici più talentuose che abbiamo nel panorama cinematografico.
Un talento camaleontico
Come già abbiamo sottolineato, Renée Zellweger ha un talento che non è semplice da coltivare, ovvero quello della versatilità.
Dagli esordi della carriera, Renée si è sempre cimentata in ruoli diversi, cambiando aspetto, imparando nuovi accenti e anche lo stesso modo di recitare, che in ogni suo film risulta differente. La sua dedizione e il suo grande impegno in ogni progetto in cui è stata coinvolta, l’hanno resa una grande star, nonostante una pausa presa negli ultimi sei anni.
Ora torna al cinema con uno dei suoi personaggi più amati, Bridget Jones. Ma prima di arrivare a lei facciamo un salto nel passato e scopriamo i suoi esordi.
Gli esordi e i primi ruoli
Nata il 25 aprile 1969, Renée Zellweger non aveva in mente di diventare attrice sin da subito, anzi! Il suo sogno era quello di fare la giornalista, ma una volta al college venne attirata dal corso di recitazione.
È stato, infatti, all’Università del Texas che si specializzò in questo ambito, del quale si innamorò letteralmente. Renée ottenne piccoli ruoli come attrice, in film e serie tv ma anche nella pubblicità, grazie ai quali iniziò la sua gavetta. All’inizio della sua carriera, venne molto criticata, perché molti dubitavano della sua effettiva credibilità come attrice, soprattutto nei primi ingaggi.
Il suo primo ruolo da protagonista è arrivato con il thriller Love and a. 45, del 1994, che la introdusse nel mondo del cinema indipendente. Nonostante altri piccoli ruoli, Renée vide la sua vera svolta con Jerry Maguire, il famosissimo film del 1996 di Cameron Crowe, con un giovane Tom Cruise.
L’attrice interpretava Dorothy Boyd, una dolce segretaria innamorata del protagonista. Conquistò sia pubblico che critica, entrando finalmente nel tanto ambito mondo hollywoodiano.
Tre anni dopo, ottenne ancora una volta un successo planetario, con il film del 1999 Io, me & Irene, la commedia di Jim Carrey, che la consacrò come una delle attrici più versatili dei primi anni 2000.
Bridget Jones, l’eroina imbranata degli anni 2000
Il ruolo di Bridget Jones è quello più iconico della carriera dell’attrice, o almeno quello che tutti nel panorama cinematografico ricordiamo di più. Impacciata, romantica, simpatica e coraggiosa, Bridget Jones era già un personaggio molto amato dai lettori inglesi: il film infatti è tratto dal romanzo Il diario di Bridget Jones di Helen Fielding.
Quando fu scelta Renée Zellweger per questo ruolo, le polemiche si sprecarono. I fan del personaggio non potevano credere che fosse stata scelta un’americana per interpretare questa goffa donna inglese.
Ma la star di Hollywood dimostrò come la sua versatilità fosse più forte dei pregiudizi. Infatti, Renée imparò ad utilizzare l’accento britannico, che sentiamo chiaramente nel film in lingua originale. Lavorò per un mese in un ufficio di Londra, per capire meglio come le donne inglesi vivessero la loro quotidianità.
Inoltre, ingrassò di 10 o 15 kili per poter impersonare al meglio Bridget Jones, descritta come una donna in carne nei libri della Fielding.
Nel 2001 arrivò al cinema Il diario di Bridget Jones, un grandissimo successo. L’attrice venne affiancata da Hugh Grant e Colin Firth, all’epoca all’apice della loro carriera. Il primo capitolo della saga incassò oltre 281 milioni di dollari e valse all’attrice una nomination ai Golden Globes e una ai BAFTA Awards.
Nel 2004, dopo aver sbancato al botteghino, arrivò nelle sale Che pasticcio, Bridget Jones, un altro successo che riportò l’eroina delle donne di tutto il mondo a cercare l’amore, nonostante tutto.
Nel 2016, dopo quasi dieci anni, è uscito il film Bridget Jones’s Baby. Love, la protagonista, è ormai adulta e matura, ma ancora alle prese con le disavventure amorose.
Il ritiro dalle scene
All’apice della sua carriera, forse non tutti ricordano che Renée Zellweger decise di ritirarsi dalle scene per ben sei anni.
Dopo aver recitato nel film Chicago, ispirato al celebre musical, e Ritorno a Cold Mountain, altro cult del cinema degli ultimi vent’anni, la star scomparve dai riflettori e si allontanò dal mondo del jet set che fino ad allora aveva frequentato.
Secondo quanto lei stessa ha dichiarato ad alcune testate qualche anno fa, pare sia rinata dopo questi anni di pausa. Anni in cui si è presa cura di sé stessa, riuscendo a comprendere al meglio come andare avanti con la sua carriera.
Ero nauseata dal suono della mia stessa voce. Quando lavoravo mi dicevo “ma ascoltati, sei di nuovo triste? Ah, questa è la tua voce arrabbiata?” Era un rigurgito della stessa esperienza emotiva
Un ritorno a 5 stelle
Nel 2016, Renée Zellweger tornò nei panni di Bridget Jones con il terzo film della saga, scatenando i fan del personaggio che non vedevano l’ora di rivederla.
Ma il 2019 è l’anno in cui l’attrice dimostra ancora una volta di essere un vero camaleonte: protagonista di Judy, il biopic ispirato agli ultimi giorni dell’icona Judy Garland, Renée regala un’interpretazione stellare.
Infatti, verrà poi premiata con un Oscar come migliore protagonista femminile, un Golden Globe, uno Screen Actor Guild Award e un BAFTA Award.
Ora, la ritroviamo in Bridget Jones – Un amore di ragazzo, di cui potete leggere la nostra recensione, ultimo capitolo che racconta la storia del personaggio a cui tutti siamo molto affezionati e speriamo di rivederla presto in altri ruoli sempre diversi.