Ghost Cat Anzu: secondo classificato al Future Film Fest
Secondo classificato al concorso Lungometraggi del 24FRAME Future Film Fest, l’anime Ghost Cat Anzu di Yoko Kuno e Nobuhiro Yamashita (Giappone, Francia, 2024), ispirato al manga Bakeneko Anzu-chan di Takashi Imashiro (inedito in Italia), solleva il velo tra mondo dei vivi e mondo degli spiriti, che nel Paese del Sol Levante è particolarmente sottile, per un viaggio magico che è allo stesso tempo di formazione e di metabolizzazione della perdita. Protagonisti del lungometraggio realizzato dalla casa di produzione giapponese Shin-Ei Animation e dalla francese Miyu Productions, un gatto fantasma e una ragazzina di undici anni, orfana di madre, lasciata dal padre a vivere a casa del nonno, monaco in una cittadina della campagna giapponese.
Ghost Cat Anzu: la storia del gatto fantasma
Nella piccola stazione di Iketeru, la città dell’estate perenne di Minami-Izu, arriva da Tokyo il giovane vedovo Tetsuya, oppresso dai debiti e perseguitato dai creditori, insieme alla figlia Karin. I due sono diretti al vecchio tempio Sousei-Ji, dove vivono i genitori di Tetsuya e da cui il giovane manca da vent’anni, con l’intenzione di chiedere loro il denaro necessario a saldare il debito per cui è perseguitato dagli strozzini. Ma l’accoglienza dell’anziano padre, anch’egli rimasto vedovo, non è quella che si aspettava; costretto a tornare in città per trovare una soluzione diversa, Tetsuya lascia la piccola Karin a casa del nonno, con la promessa di tornare presto a riprenderla. Preoccupato per la nipote, il vecchio monaco chiede ad Anzu, il gatto fantasma di famiglia, di prendersene cura; tra i due, dopo un iniziale periodo di incomprensioni, si svilupperà un legame molto forte, che li porterà a vivere un’avventura magica per rivedere la madre di Karin.
Là dove il mondo dei morti incontra quello dei vivi
In Giappone, come dicevamo, il velo tra i due mondi è sottile, tanto che in estate si festeggia l’Obon, la festa giapponese delle lanterne: una breve finestra nel tempo durante la quale si crede che i morti facciano visita ai vivi. Trai fantasmi giapponesi ci sono gli yurei, spiriti inquieti, che hanno lasciato questioni in sospeso, intrappolati tra i due mondi, e ci sono i fantasmi benevoli degli antenati; Anzu è il gatto domestico del tempio, vissuto oltre trent’anni e divenuto un singolare fantasma protettore che cammina su due zampe e parla il linguaggio umano. E non è il solo elemento soprannaturale dell’anime; oltre ad Anzu, troviamo il Dio della Povertà, disegnato come un anziano seminudo che cammina sempre accanto alla sua vittima, e i buffi spiriti della foresta, il cui leader è una grossa rana che ama scavare buchi e vive in una grotta arredata comprensiva di piscina termale, che persino un Tolkeniano Hobbit amerebbe.
Karin, Anzu ed il Dio della Povertà faranno letteralmente un viaggio all’Inferno per permettere alla ragazzina di rivedere la madre; un curioso Inferno, con tanto di bar per i momenti di relax dei demoni, stanze di tortura ululanti e lunghi corridoi d”hotel che ricordano quelli di Shining. Un’avventura divertente e toccante che riuscirà a pacificare il cuore della piccola Karin, rafforzando al contempo il suo legame con il gatto fantasma; quando il padre finalmente tornerà a prenderla, difficile sarà la scelta tra tornare a Tokyo con lui e rimanere nel vecchio tempio col nonno ed Anzu. Ma, fatta chiarezza nel suo cuore, Karin ha finalmente trovato il suo posto nel mondo.