I documentari in prima italiana, che inaugurano, insieme agli ospiti, la 65° edizione del Festival dei Popoli il 2 novembre al Cinema La Compagnia di Firenze sono due.
Fiore Mio, scritto, diretto ed interpretato da Paolo Cognetti. Racconto delle cime del Monte Rosa, luoghi geografici che l’uomo sta perdendo, alla sua presenza e con Vasco Brondi, che ne ha curato le musiche.
Qui è Altrove di Gianfranco Pannone sul teatro di Armando Punzo nel carcere di Volterra.
Vuoi leggere le sezioni e i concorsi presenti al Festival dei Popoli? Clicca qui
Il programma del 2 novembre al Festival dei Popoli
La programmazione parte alle 17, con Qui è Altrove di Gianfranco Pannone. Evento speciale in prima mondiale, storia tra teatro e carcere ambientata a Volterra, nell’istituto di detenzione collocato all’interno della Fortezza Medicea. Qui c’è, appunto, la Compagnia della Fortezza, fondata 35 anni fa dal regista Armando Punzo, che ogni estate, allestisce il suo spettacolo nel carcere, con i detenuti come attori.
Pannone incontrerà il pubblico insieme a Punzo.

Alle 18:30, sullo schermo del Cinema La Compagnia, la storia di una piccola fattoria in una foresta norvegese, con A New Kind of Wilderness, di Silje Evensmo Jacobsen, per la sezione Habitat. Qui vivono una vita isolata i Paynes, con l’obiettivo di essere liberi e selvaggi, una famiglia unita e in armonia con la natura. Tuttavia, quando una tragedia la colpisce, il loro mondo idilliaco si sconvolge, costringendoli a forgiare un nuovo percorso nella società moderna.
Il film è stato premiato come miglior documentario internazionale allo scorso Sundance Film Festival.

Alle 20:30, la cerimonia ufficiale del taglio del nastro della 65° edizione. In programma un videomessaggio di Ken Loach, a 40 anni dalla sua partecipazione al Festival.
Segue la proiezione di Fiore Mio, con Paolo Cognetti e Vasco Brondi che saluteranno il pubblico e introdurranno il film. Cognetti, già autore de Le Otto Montagne, esordisce alla regia con un lavoro in cui pone al centro la sua passione per la montagna come spazio geografico e dimensione interiore.
Quando nell’estate del 2022 l’Italia viene prosciugata dalla società, Cognetti assiste per la prima volta all’esaurimento della sorgente nei pressi della sua casa a Estoul, piccolo borgo a 1700 metri di quota, che sovrasta la vallata di Brusson, in Valle d’Aosta. Un avvenimento che lo turba profondamente e lo spinge a raccontare la bellezza del Monte Rosa, dai ghiacciai destinati a sparire o mutare per sempre, a causa della crisi climatica.
Cognetti ci introduce così nelle cime del Quintino Sella, dell’Orestes Hutte e del Mezzalama. Con paesaggi mozzafiato e incontro con chi, nella montagna, ha trovato, prima che una casa, un vero e proprio “luogo del sentire”.
