In concorso alla 30esima edizione del MedFilm Festival e presentato anche al Festival di Cannes, Everybody Loves Touda è il nuovo lavoro del parigino Nabil Ayouch. L’autore, classe 1969, ha sempre dimostrato il suo grande amore per il Marocco, per un popolo a cui sente di appartenere e al quale ama dedicare storie che fanno della verità e delle emozioni il loro punto di forza. Non a caso Ayouch è anche fondatore dell’Arab Film Academy. Il suo Everybody Loves Touda è il candidato agli Oscar presentato dal Marocco.
Everybody Loves Touda | La trama
Touda (Nisrin Erradi) continua a studiare per divenire una Sheikha rispettabile e ricercata. La sua arte è liberatoria e pericolosa, perché le consente di parlare di resistenza ed emancipazione. Il suo sogno sarebbe quello di esibirsi su un palcoscenico di Casablanca, o magari in televisione, ottenere successo e abbastanza soldi da garantire una bella vita anche al figlio Yassine (Joud Chamihy). Il piccolo, non udente dalla nascita, ama incondizionatamente la mamma, con cui ha un rapporto molto stretto.
Una sera, subito dopo una delle tante esibizioni, Touda viene seguita da un gruppo di uomini e violentata in un bosco. L’accaduto fa scattare dentro di lei una voglia di fuga e di rivincita ancora più grande, ma ha bisogno di altro tempo per riuscire a mettere a punto le cose. Nel frattempo Yassine viene allontanato dalla scuola, che non sa gestire la sua situazione, per cui Touda decide di tornare per qualche tempo a casa dai suoi. Anche lì, dovrà fare i conti con il fratello, che non la vede di buon occhio essendo una donna molto indipendente, ma per fortuna può contare sull’appoggio dei genitori.
Una donna e il suo sogno
Everybody Loves Touda pone sotto la luce dei riflettori la figura di una donna coraggiosa, intraprendente, tenace. Considerando il contesto dalla quale proviene, la protagonista assume un valore assoluto e potente, facendosi in un certo senso portavoce di esigenze ormai sempre più attuali e pressanti. In Medio Oriente, si sa, il gentil sesso non ha la possibilità di esprimere se stesso, costretto a sottostare a dettami imposti, alquanto duri e difficili da comprendere, figurarsi da condividere.
Nonostante ciò, incontriamo Touda, che ha sempre inseguito il suo sogno, sin da quando la nonna le ha insegnato a usare il tamburello e ad andare a ritmo. Al di là degli ostacoli e delle avversità, niente e nessuno le hanno impedito di tenere alta la testa, di studiare per raggiungere lo scopo e di regalare un sorriso a chi la fa stare bene. Come il piccolo Yassine, al quale insegna il valore dell’apprendimento e della determinazione, oltre all’autodifesa.
Perché il mondo non è docile con chi appare più debole, come una donna o una persona non udente. Ma forse il destino non è scritto e inataccabile, e un matrimonio sbagliato può sembrare una maledizione, ma può anche insegnare qualcosa di utile. Touda desidera ardentemente un futuro per sè e per il figlio, e sa che la musica sarà la strada per condurli entrambi sino a lì.
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